mercoledì 5 agosto 2015

ancora single ma mai sola

non sono passati molti anni da quando le insistenti domande di una vecchia megera ispirarono sempre single, mai sola

da allora sono cambiate alcune cose della mia vita, 
come la macchina che ho ricomprato dopo un potente incidente in autostrada, la morte della nonna 
e qualche casino in famiglia, che talvolta ho potuto risolvere e talvolta no. 

come la mia dichiarata incapacità di scegliere uomini adatti a me diventata finalmente consapevole, un percorso costoso ma utile che mi ha insegnato ad avere lucente sicurezza nei miei mezzi 
e un ego sempre più solido, nonostante tutto. 

come qualche fallimentare frequentazione, di cui è meglio non approfondire dettagli, 
una storia d’amore durata meno di un anno (un periodo di tempo odioso che fa sì che la gente dal compatirti passi a dirti impietosamente  meglio ora che dopo, come non avessi diritto a soffrire, sfogarti o andare a bere con le amiche) 
e matrimoni a cui ho assistito arrossendo mentalmente al momento del lancio del bouquet. 

come la nascita di pargoli a cui voglio sicuramente molto bene nonostante distanza e limitata pazienza nel trattare con bambini, 
pregevoli serate in compagnia di amici, includo un compleanno indimenticabile, 
e tanto grandi quanto indimenticabili feste con i miei fratelli. 

come un concerto visto da sola senza alcuna remora, che mi ha portato a conoscere un sacco di personaggi, barista della piazza incluso,  
il successo di una convivenza, non con un uomo ma con un'amica,
e la sostituzione dell'Aperol con il Campari come base dello spritz, per sempre. 

come la crescita incontenibile del mio guardaroba, perché  tanto devo occuparmi solo di me, una nuova paura con cui fare i conti dopo la violazione della mia abitazione da parte di qualche sacco di merda 
e i miei capelli, decisamente più biondi. 

da allora alcune cose della mia vita sono rimaste uguali, 
come il silenzio che mi accoglie ogni sera quando apro la porta di casa, che a volte benedico e a volte detesto (ci vorrebbe un cane, razza certamente superiore di molti mentecatti che ho raccattato), 
tutti i pasti consumati da sola, spesso svuotati nel piatto direttamente dal frigo, raramente preparati e degustati con criterio, 
e la possibilità di crogiolarmi nella mia influenza senza la necessità di parlare con qualcuno o rendermi presentabile, che considero un enorme regalo della vita fino a quando non sono obbligata a uscire in avanzato stato di decomposizione alla ricerca di viveri e farmaci. 

come l'insostenibile voglia di avere un maschio per casa quando si tratta di ammazzare ragni, bestie varie o buttare via la spazzatura, 
l'utilizzo di luci piccole con conseguente speranza che non si brucino anche loro quando si fulmina la lampadina gelosamente custodita in un lampadario impossibile da smontare
e l'inebriante certezza che che cazzo me ne frega, gli altri si sposano io progetto la festa dei 35 anni, tanto a me le feste riescono da dio

come le cene fuori quando ci sono solo coppie, che per me non sarebbe un problema ma quella sedia di merda a capotavola sembra una lettera scarlatta, 
i posti riservati nel tavolo dei single ai matrimoni 
e le domande indiscrete di qualche bigotta della mia età o qualche vecchio puttanone che spera faccia la stessa fine. 

come i preparativi per un non meglio precisato primo appuntamento (quando la speranza di non aver raccattato un altro coglione che non parteciperà alla seconda uscita esiste ancora), 
gli aneddoti che ne conseguono e che spesso e volentieri sono così esilaranti che sono sempre più convinta di dover approfondire lo studio della sociologia per sviluppare nuove teorie 
e l’impietoso giudizio mentale che esplode dopo un primo bacio, soprattutto quando si tratta di capire se sarà anche l’ultimo. 

come i messaggi inviati di notte quando la lucidità non è proprio la dote che mi contraddistingue, 
quelli che la mattina mi sveglio con la sensazione di aver fatto una minchiata 
e quelli che mi aspetto e non arrivano e allora ma vaffanculo, va. 

come la sensazione di non c’entrare un cazzo con i discorsi della maggior parte dei miei coetanei, che io ho una vita così diversa (non migliore né peggiore ma... diversa), 
le mete che non sceglierò per andare in vacanza perché da sola forse non me la sento ancora, ma magari quest'inverno...
e come "quelle sere che sono un po più dure dove serve bere via le paure" (cit.).

da allora è cambiata la mia età, ma solo quella anagrafica, perché diciamocelo conduco una vita di gran lunga più giovane delle persone che conosco,  
l'esistenza di molti amici più fortunati e capaci o magari che si sono semplicemente accontentati 
e la mia consapevolezza, diventata quasi presunzione, il mio sano egoismo, sempre meno disposto a essere oggetto di negoziazione 
e l'uso ancora più forte del singolare in tutto quello che faccio, voglio, sogno. 

da allora non è cambiata la mia risposta mentale preferita quando la gente mi surclassa di banalità (quando meno te lo aspetti, arriverà, bla bla bla...) che è un semplice ma efficace sticazzi, 
la certezza che una frase che scrissi tempo fa "io credo nell'amore, ed è per questo che sono sola" sia l'unica filosofia plausibile sull'argomento 
e la vitale necessità di non farmi rompere i coglioni dal prossimo su alcunché. mai.