venerdì 20 settembre 2013

svegliati e sogna!

quando ero piccola e mi svegliavo

la mamma mi chiedeva "hai dormito bene? e che cosa hai sognato?", 
tra l'altro la trovo una domanda splendida, 
e io iniziavo a raccontare. 
così sì, penso di aver sempre sognato, 
anche quando ero piccola e inconsapevole. 

ho sognato visi di parenti che sceglievano me per salutare la vita terrena
o per raccontarmi storie lontane, 
scene tragiche che il giorno dopo si sono avverate, 
di giocare a pallavolo nonostante non l'abbia mai fatto
e parecchi numeri che mi sono dimenticata di giocare. 

ho sognato l'orale di maturità tutte le notti del mese successivo alla promozione, 
voti scritti sul libretto dell'università che poi ho preso per davvero, 
ceffoni tirati a qualche ex dimenticato 
e bambini non miei tra le mie braccia. 

ho sognato di divertirmi così tanto da svegliarmi dalle mie risate
di voler urlare e non trovare la voce, 
di litigare furiosamente con amici, colleghi e genitori
e di vincere i Mondiali del 2006 prima ancora che iniziassero. 

ho sognato episodi che mi hanno permesso di trovare risposte su situazioni che non capivo,  
di volare sopra i tetti dei vicoli di Genova, 
di lavorare anche mentre dormivo 
e di fare l'amore, svegliandomi, a seconda di con chi,  delusa o schifata. 

certe notti ho sognato così tanto da svegliarmi stanca. 

i sogni migliori, però, sono quelli che faccio a occhi aperti, 
che poi forse é per questo che cado così spesso. 

quelli non si raccontano, 
quelli si aspetta solo che si avverino. 

quei sogni sono la parte migliore della realtà che deve ancora arrivare. 

lunedì 16 settembre 2013

una Ina per amica

ho sempre pensato di essere migliore come amica che come fidanzata, 
probabilmente i miei ex sono d'accordo con me, 
perché vivo l'amicizia intensamente quanto vivo una storia d'amore
senza però aspettarmi che finisca, 
neppure se mi sento tradita, se litigo o se non sono d'accordo con alcune scelte. 

sono quel tipo di amica che non si fa sentire molto spesso
ma che se fiuta da lontano un problema altrui si dedica senza riserve, 
che tiene la testa se qualcuno vomita senza provare schifo 
perché capisce le priorità di quel momento, 
che esce tardi dall'ufficio perché sa che c'è qualcuno che ha bisogno di essere ascoltato, 
anche se il dialogo é solo virtuale. 

sono quel tipo di amica che dice la verità sempre, 
a costo di fare male o di creare, suo malgrado, un equivoco,
che manda biglietti e regala fiori o cactus per un compleanno
e che rinuncia a una serata con il fidanzato per offrire una spalla su cui piangere. 

sono quel tipo di amica che veste i panni di chi le parla per capire come reagirebbe a certe situazioni, 
che pensa molto prima di parlare le poche volte che viene interpellata sul serio
e che riesce a sdrammatizzare con battute e volgarità i problemi degli altri, 
ma solo quando capisce che c'è uno spiraglio di sorriso, perché se no sta zitta.

sono quel tipo di amica che odia dare consigli sentimentali perché riconosce il fallimento della propria vita privata, almeno fino ad ora, 
che spera il meglio per le persone a cui vuole bene,
e che non é capace di essere invidiosa della felicità degli altri, 
anche quando naviga in un mare di merda e nessuno le tira il salvagente. 

sono quel tipo di amica che con gli amici dell'altro genere ha sempre cercato di non creare fraintendimenti o equivoci, 
a costo di sbagliare per paura di ferire. 

io non sono perfetta, tutt'altro. 

io sono una persona piena di difetti che sbaglia nell'amicizia,
come in tutti gli altri settori della mia vita,
ma che sa voler bene. 

non sempre é sufficiente, non sempre si viene capiti, non sempre serve cercare di continuare qualcosa che non ci sarà più. 

gli amori a volte finiscono, le amicizie no. 
le amicizie, a volte, si infrangono e basta

martedì 10 settembre 2013

il mio spaziotempo

mio zio Federico ha sempre sostenuto che la nonna Luisa non avesse ben presente lo spazio-tempo. 

io, che da lei ho ereditato sorriso, colore degli occhi e parte del mio carattere, 
mi sono scoperta simile anche in questo, 
calcolando lunghezza, larghezza e profondità in maniera tutta mia
e lasciando perdere l' orologio per segnare il tempo. 

insomma, lo spazio che ultimamente ho misurato
é stato quello che ho trovato in una casa non mia, 
quello occupato da gamberi crudi su un piatto e da un festone sul muro,
quello di una canzone ascoltata a chissà che ora della notte, 
che sembra non avere un posto tutto suo, ma se ci pensi bene invece ce l'ha. 

é stato lo spazio della parte del letto dove mi sono addormentata, 
di due negroni un po' troppo forti su un tavolino bevuti alle otto di sera quando il cielo ha quel colore così strano, 
della borsa troppo piccola dove non mi stavano le sigarette, 
di quello che tra due persone sembra troppo anche se si é già vicini
e di risate così forti da sembrare ingombranti, ma che in realtà sono talmente vere da essere leggere. 

e poi il tempo scandito in momenti, 
per esempio quando vedi che c'é qualcuno ad aspettarti quando scendi dal treno,
quando ti cadono gli occhiali da sole dal motorino in corsa e incredibilmente si salvano,
quando due bicchieri di vino si toccano per brindare, che anche se non sai bene a cosa sei così felice che non smetteresti mai di sorridere
e quello che si prende tutto il tempo di cui ha bisogno perché non vuole passare mai. 

il momento che guardi una persona così da vicino che ti vengono le vertigini,  
quello che vorresti replicare all'infinito ma poi pensi di no, perché se no non sarebbe così bello e intenso e vostro
quello quando ti rendi conto di aver bevuto un po' troppo ma tanto questa volta fa parte del gioco
e quello che vola via troppo veloce e lascia dietro di sì un profumo nuovo. 

ok, lo so, non sono Einstein. 
lo spazio ha le sue dimensioni che non includono quello che non si può misurare,
il tempo passa alla stessa velocità di sempre senza che niente lo riesca a fermare. 

é che se riesco a misurare la distanza tra Genova e Bolzano in centimetri
e a trasformare le ore in attimi, 
la legge della fisica, per quanto mi riguarda, non esiste più. 

giovedì 5 settembre 2013

scelte dietro l'angolo

nella vita non sono molte le cose che si possono scegliere autonomamente. 

non scegliamo in che famiglia nascere, tanto per iniziare, 
né che carattere avremo, 
se assomiglieremo a mamma o papà,
né la costituzione, il colore degli occhi o se avremo il naso importante. 

non scegliamo maestri e professori nonostante siano parte fondamentale del percorso di crescita, 
come vestirci, o almeno non lo facciamo fino alle medie (e parlo dei più fortunati) nonostante questo comporti prese in giro dai compagni, 
né per quale materia saremo più portati. 

non scegliamo i nostri compagni di classe, quindi amicizia o inimicizia sono basati fondamentalmente sul caso, 
chi incontreremo in gita scolastica, cosa che potrebbe determinare innamoramenti o delusioni
e neppure chi sarà a rubarci il primo bacio o la prima volta. 

non scegliamo che musica ascoltare perché probabilmente inizieremo da quella dei nostri genitori per poi passare a quella degli amici o di qualche amore, 
il colore che ci starà meglio addosso
e neppure se mangeremo o meno qualche alimento, 
perché gusto e allergia sono dentro di noi da prima di noi. 

non scegliamo di vivere e quasi tutti non scelgono quando morire, 
di avere alcune paure e di vincerne altre, 
di saper cantare o dipingere o di avere un talento da scoprire. 

non scegliamo completamente la piega che prenderà la nostra vita, 
a chi voler bene senza alcuna condizione
e neppure chi amare, perché se si potesse scegliere un amore sarebbe certamente comodo e semplice e senza complicazioni. 
quindi non sarebbe un amore. 

noi siamo il prodotto di scelte degli altri, del caso o di circostanze incontrollabili. 

ma ci sono scelte che possono renderci un po' più padroni di noi stessi, 
come per esempio cambiare il colore dei capelli se il nostro ci fa schifo, 
rifarci il naso se proprio pensiamo non c'entri niente con il nostro viso, 
decidere che tipo di rapporto avere con la nostra famiglia una volta che sceglieremo che  persone diventeremo. 

possiamo scegliere come vestirci e se avere uno stile tutto nostro oppure no, 
che genere di amicizia instaurare con le persone che ci piacciono e a cui chiederemo aiuto in un momento di bisogno, 
dove andare in vacanza e, soprattutto, cosa mettere in valigia. 

possiamo scegliere di svegliarci con il sorriso o di goderci il sacrosanto diritto di avere una giornata storta, 
di fare di tutto per stare vicino alle persone care, soprattutto se non più di primo pelo, 
di far sapere a chi vogliamo bene che li stiamo pensando, 
anche solo con un messaggio, un pensiero o una lettera. 

possiamo scegliere di farci scivolare alcune cose addosso e di viverne altre con passione, 
di avere qualche vizio che ci faccia sentire vivi,
la persona con cui ci addormentiamo
e la posizione che ci fa sognare più tranquilli. 

per la mia vita ho scelto di non accontentarmi mai
e di rincorrere la mia felicità, anche a costo di sbagliare. 

e visto che non posso scegliere chi amare, scelgo come farlo. 

non é una scelta che si trova dietro l'angolo questa, 
ci vuole la strada giusta. 



lunedì 2 settembre 2013

odi et amo.

odio chi violenta la lingua italiana dimenticandosi congiuntivi, condizionali ed elementi grammaticali di base, 
chi abusa della parola top
e chi risponde a messaggi articolati con scritto solo ok

amo i tappi delle bottiglie sui quali scrivo la data per ricordare qualcosa di speciale, 
le commesse dei negozi che sorridono quando ti salutano
e andare al bar senza dover fare l'ordinazione perché già sanno quello che voglio. 

odio la carta dello stracchino perché e molliccia e macchia le mani, 
telefonare alla maggior parte delle persone che conosco
e i carciofi, un odio davvero radicato. 

amo il latte corpo Biotherm, 
il mio vestito nuovo molto più di quanto abbia amato alcuni ex 
e le persone che non hanno paura di scegliere, fosse anche solo il colore di un accendino. 

odio chi ha meno di 40 anni e al mare non si bagna i capelli per non rovinare la piega, 
gente che si pettina la vita, non so se mi spiego, 
chi ha sempre tutto quello che gli serve a portata di mano
e chi non ha il coraggio di dire apertamente una cazzata o una cosa fuori luogo, 
così tanto per il gusto di farlo. 

amo quando arriva l'autunno e devo mettere la coperta sul lenzuolo, 
quando compro una penna solo per scrivere un biglietto
e quando anticipo le battute di un film che la maggior parte della gente che conosco reputa spazzatura. 

odio sturare il lavandino, probabilmente perché non ne sono capace, 
cambiare le lampadine quando si fulminano
e appendere quadri o fotografie, perché già so che saranno storti e che chiunque se ne accorga mi mortificherà facendomelo notare. 

amo le persone che fanno chilometri solo per passare qualche ora con qualcuno, 
svegliarmi dieci minuti prima del solito per godermi la mia colazione
e andare in cerca di litigi con estranei in caso di giornata storta. 

odio le persone che si crogiolano nella loro comodità, 
quelle che non rischiano tutto almeno una volta nella vita
e quelle donne quarantenni che pensano di essere migliori delle trentenni e di avere la verità in tasca, quando invece hanno solo una borsa piena di fallimenti. 

amo ridere fino a piangere e le persone che sanno farlo, 
chi conosce la differenza tra un sorriso e una risata
e chi canticchia la canzone che sta ascoltando nelle cuffie mentre cammina. 

odio soffiarmi il naso, 
la nuova tipologia di raccolta differenziata, della quale capisco l'importanza ma non il sistema da regime, 
e la tavola apparecchiata a cazzo di cane, che io piuttosto mangio in piedi. 

amo giudicare gli altri senza avere alcun tipo di elemento per farlo, 
ma amo anche poi ricredermi in caso di errore di valutazione, 
fidarmi del mio istinto anche se spesso mi porta a fare cazzate
e sguazzare nella mia approssimazione. 

odio gli auguri generici di Natale, che sembra quasi diventino un favore, 
tutti i tipi di carta igienica senza senso, per esempio quelli profumati, 
e i dolci che contengono uva passa e canditi, che devo sezionare minuziosamente perdendo tempo e voglia di mangiarli. 

amo chi bacia tanto, chi balla senza musica e chi crede ancora nei fiori, 
chi consuma le labbra, la pelle e gli occhi in una notte che non finisce mai 
e chi conosce perfettamente tutte le regole del gioco ma trova sempre un buon motivo per trasgredirne qualcuna. 

odio chi si lamenta del caldo d'estate e del freddo d'inverno, 
chi non ha il coraggio di cambiare qualcosa anche se non é necessario
e il genoa. 

amo le canzoni che non conosco anche se magari potrei odiarle, 
odio musica che forse un domani amerò perdutamente. 

odio la gente e amo le persone,
amo e odio quello che vedo allo specchio. 

se non riuscissi a odiare non sarei assolutamente in grado di amare, ne sono convinta. 

e comunque, odi et amo. 
però, Catullo, ti deludo: non me ne chiedo una ragione e non mi tormento. mai.