giovedì 30 maggio 2013

qui non é Hollywood

no, non lo é.

non ci si alza la mattina con i capelli perfetti o spettinati sì, ma spettinati che ci stanno da dio,
nessuno ha tutta questa voglia di baciare l'altra persona appena svegli, figuriamoci di farsi baciare
e non siamo esattamente come ci facciamo vedere di giorno, con pelle levigata e perfetta, ciglia lunghe e affusolate e labbra perennemente rosa e idratate. 

quando proviamo un vestito é difficile guardarsi allo specchio con soddisfazione,
la nostra piega non regge miracolosamente a tutti gli agenti atmosferici
e no, non siamo incredibilmente sexy dopo una corsa di 40 minuti sotto il Sole cocente 
dal momento che noi si suda, e pure tanto.

é molto difficile che a 22 anni si sia già fuori casa per di più in un appartamento sul mare,
con un lavoro incredibilmente eccitante e ben retribuito
e un fidanzato che riesce a stare bene sia in giacca e cravatta che in smocking che in pigiama.

i nostri genitori non ci preparano incredibili barbecue ogni volta che li andiamo a trovare,
i medici non trovano una cura miracolosa per salvare un nostro caro
e no, il nostro migliore amico non è un figo pazzesco del quale ci innamoreremo sicuramente perché quello era il nostro destino. 

l'ex non arriva all'improvviso dove siamo in vacanza con le amiche per chiederci di sposarlo,
il fidanzato non ci fa trovare la casa piena di fiori solo perché vuole dimostrare che ci ama
e quello non sappiamo ancora di amare non bussa alla nostra porta di casa in una notte di pioggia per passare con noi ore di incommensurabile passione.

per il compleanno non ci regalano una macchina nuova fiammante e possibilmente decapottabile,
non avremo mai la prontezza di spirito di tirare un bicchiere di Champagne in faccia a un idiota che ci fa una battuta sgradevole
e non c'é speranza di trovare il lavoro dei sogni scrivendo cazzate sul web.

quando camminiamo per strada non c'é una canzone che ci accompagna per farci sentire irresistibili, 
la nostra squadra del cuore non segnerà il gol della vittoria più importante della stagione allo scadere del tempo supplementare 
e il medico del pronto soccorso al quale ci rivolgiamo in preda al panico non si innamorerà perdutamente promettendo di far fronte alla nostra ipocondria con passione e devozione.

la vita vera é diversa.

é imperfetta, difettosa, sfigata, 
fatta di momenti sbagliati, di figuracce, 
é per lo più sconfortante e deludente, 
e spesso ne vorresti cancellare alcuni pezzi. 

raramente ci sono scene da film, 

forse in tutta la vita le possiamo contare sulle dita di una mano. 
ma é grazie a loro che nonostante tutto si continua a credere a quel fottuto lieto fine. 

lunedì 27 maggio 2013

con o senza se.

ho lavorato duramente prima di smettere di dire e se
anzi prima di smettere di pensare "... e se"

e se mi sentissi male proprio ora che sono a casa da sola, come farei?

e se mi andasse di traverso un boccone o una pastiglia e morissi soffocata?

e se il fastidio in gola che sento fosse qualcosa di più di un reflusso gastrico?

e se durante l'esame mi chiedessero proprio quella cosa che non so?

e se scoprissero che sul lavoro ho fatto un casino?

e se dicessi a un ragazzo che mi piace e lui mi rifiutasse? 

e se mi addormentassi e non mi svegliassi più?

e se perdessi qualcun altro dopo mio papà, sarei in grado di raccogliere di nuovo i cocci?

e se mi innamorassi della persona sbagliata e non fossi capace a uscirne?

e se una delle mie numerose paure condizionasse la mia vita per sempre?

e se andassi in trasferta e cercassero di nuovo di linciarmi?

e se trasferirmi in un'altra città lasciando tutto il mio mondo fosse un'enorme cazzata?

e se fare quello che ho voglia di fare pregiudicasse la mia reputazione?

e se bere quel bicchiere in più mi portasse a dire cose di cui potrei pentirmi?

e se stare senza la mia amica b fosse più pesante del previsto?

e se mentre vado in autostrada scoppiasse un pneumatico o facessi un incidente?

e se cambiare profumo fosse una pessima idea perché non riuscirei più a farmi identificare con quell'odore?

e se mi rendessi conto che sono così capace a stare da sola da non aver bisogno mai più di nessuno?

e se diventassi ancora più egoista, egocentrica e incapace di sopportare critiche mentre divento più grande?

e se non sapessi più distinguere se piaccio a un uomo o gli sono solo simpatica?

e se non fossi più in grado di dimostrare alle persone a cui tengo che voglio loro molto bene e a quelle di cui me ne frego che non li sopporto?

e se la mia dieta non riuscisse?

e se sentirmi il ricordo di una notte addosso non mi facesse sentire in colpa? dovrei sentirmi in colpa per questo?

e se un giorno guardandomi allo specchio non mi piacessi abbastanza? 

e se il mio comportamento facesse soffrire qualcuno?

e se non mi ricordassi più come ci si innamora?


e se la smettessi di farmi domande e incominciassi a rischiare, sbagliare, vivere e vedere cosa succede?
sì, é l'ultima domanda che mi sono fatta che ha cambiato la mia vita. 

la storia non si fa con i se, figuriamoci la vita. 

mercoledì 22 maggio 2013

equilibrio on the rocks

dicono che ci voglia equilibrio in tutte le cose che si fanno. 
dicono. 

l'equilibrio per eseguire una rondata sulla trave quando hai 6 anni, 
per stare in piedi sulla tavola del kitesurf e fare il primo bordo, 
per giocare sul dorso di una cavalla usandola come scala quando sei alla ricerca di fichi maturi che spuntano dall'albero del suo box. 

l'equilibrio mai avuto quando camminavi e spesso e volentieri cadevi, 
quando facevi i gradini a due a due tendendo a inciamparti e a finire col muso per terra, 
quando deambulavi sulla neve fresca o sul ghiaccio stramazzando al suolo, 
fracassandoti una parte a caso del tuo corpo e subendo vessazioni. 

l'equilibrio che ci vuole a non tirare un ceffone in faccia a un tuo ex, 
a non crollare psicologicamente quando la tua squadra perde una finale di Coppa Italia per un merdosissimo rigore, 
a non mandare a fanculo un professore dell'università che ti guarda e ti chiede "ma lei è un po' babba?"

l'equilibrio che devi trovare per sopravvivere a due fratelli senza tentare di ucciderli almeno una volta all'anno, 
per comprendere che i tuoi genitori, oltre a essere mamma e papà, sono una donna e un uomo, 
per capire che tutto quello che ti succede nella vita può migliorarti o peggiorarti e... 
beh, la scelta spetta solo a te. 

l'equilibrio per dire no all'ultimo bicchiere, che forse per questa volta é meglio lasciar perdere, 
per non credere a chi ti fa un complimento ma in realtà non lo pensa, 
per sapere chi sei, da dove vieni e cosa vuoi, che una volta che lo sai tutto si sistema, 
prima o poi.  

l'equilibrio per inseguire un sogno, ovunque esso ti porti, 
per stare bene da solo, che così farai stare bene qualcun altro, 
per cercare di cambiare la tua vita se non ti soddisfa più, 
perché se cambi sull'onda di un'emozione negativa il rischio di pentimento aumenta esponenzialmente. 

l'equilibrio in una coppia,
che quando c'è sempre fa annoiare l'amore, 
quando non c'è mai la relazione non é neppure iniziata, 
e quando c'è a tratti... allora lì sì che una storia merita di essere vissuta. 

non è facile raggiungere un equilibrio: 
ci vogliono addominali forti per non cadere dalla trave, 
lavoro duro per riuscire a non accontentarsi mai, 
intelligenza per chiedere aiuto quando si cade da una parte all'altra della vita senza riuscire a stare dritti neppure per una frazione di secondo.  

e poi c'è un altro equilibrio.  
quello che una volta che finalmente trovi dopo un'estenuante fatica, 
te lo godi per un po', 
e dopo che ci hai sguazzato non vedi l'ora di perderlo ancora. 


giovedì 16 maggio 2013

notti stronze e notti magiche

sono solo notti... 

notti che ti svegli per colpa di un brutto sogno e hai bisogno del bacino della mamma per riaddormentarti, 
che dormi così bene che non cambi posizione fino al mattino, 
che passi in un letto non tuo perché il papà russa. 

notti che ti senti una bellissima donna anche se hai solo 15 anni ma finalmente puoi andare a ballare, 
che passi a baciare il tuo fidanzatino e, volendo fare solo quello, torni a casa con le labbra gonfie, 
che non finiscono perché torni da una trasferta, ti cambi e vai a lavorare con addosso l'odore di vittoria. 

notti che non dormi perché la notte prima hai avuto un sogno premonitore e si é avverato, 
che studi per l'orale della maturità o bevi caffé per l'esame dell'Università preparato all'ultimo secondo, 
che ripeti tutte le legislature a memoria, conscia della perfetta inutilità della cosa, ma che magari ti servirà come jolly in caso di scena muta. 

notti che passi a ripetere filosofia con le amiche, 
a piangere con loro per un amore finito, oppure mai nato, 
a vomitare fiduciosa che qualcuna ti tenga la testa sancendo così un'amicizia eterna. 

notti che passi su un tavolo a ballare e che finisci rincorrendo l'alba dopo una colazione in Autogrill, 
che volano via mentre guardi le stelle cadenti e depenni dalla tua lista immaginaria i desideri che hai, 
notti che passi in un albergo a vivere un sogno con qualcuno che ami. 

notti che festeggi la vittoria di un derby, della Copppa del Mondo o di una laurea, 
che passi con una persona di cui sembra importarti ma che ti senti così sola, 
che fai sesso e poi fai l'amore e dici cose che di giorno non diresti, 
notti che you shook me all night long
che stai ancora un attimo ma non ti azzardare a dormire da me.

notti che butti via, tra lacrime, sospiri e dolore 
per una scelta da prendere, un'ansia che non riesci a controllare, 
un lutto da superare o un amore da finire. 

e poi ci sono quelle notti che non ti aspetti, notti incredibili, notti che non sono solo notti.  

quelle che non ti importa cosa é successo prima e non ti frega quello che succederà dopo, 
che hanno una canzone, perché notti così una canzone ce l'hanno sempre, 
che quando ci pensi te le senti quasi addosso, 
quelle che non ti rendi conto quando iniziano e quando invece é già domani, 
che non sai se é davvero molto tardi o é già troppo presto, 
quelle che la notte che si confonde con il mattino confonde anche te, ma chi se ne frega. 

sono notti come quelle che poi, il giorno dopo, non sei mai stanco. 

sono notti come quelle che sono la parte migliore di un giorno. 

martedì 14 maggio 2013

l'unico Zucchero che accompagno al mio caffè

io l'ho preso come un comandamento e l'ho fatto. 
ho amato in modo che il mio cuore mi avrebbe fatto così tanto male che, che come il Sole all'improvviso sarebbe scoppiato, 
e di questo non mi pento perché sono certa non esista modo migliore di farlo. 

ho urlato ma che dolore, é un gran dolore se Bibi mi tirava un ceffone in pieno viso senza alcun motivo apparente, 
ho ballato Baila Morena sullo sgabello di Angelo a San Candido per chissà quante ore, 
cercando di non cadere a ogni siamo fiamme nel cielo, lampi in mezzo al buio
e ho imparato il significato del termine overdose cantando ho bisogno d'amore, per Dio, perché se no sto male!
(cosa che a 5 anni era quantomeno fuori luogo). 

ho preparato la maturità pensando a Nietzsche che dice...boh!
ho rivendicato il diritto alla sana e consapevole libidine per salvarmi dallo stress e soprattutto dall'azione cattolica 
e ho pensato ogni tanto spengo cicche, accendi me, che confusione

durante alcune notti passate a lamentarmi per chissà che cosa mi sono detta da sola, fai piano i bimbi grandi non piangono, 
per addormentarmi mi sono lasciata cullare dal dondolo che dondola perché siamo bambini, siamo sempre noi, 
e ho sperato e risperato che il mio lui del momento mi dicesse io sono qui, forse più in là, forse già qua ma vai fino in fondo, ti prego vai fino in fondo. 

ho cantato in macchina a decibel insopportabili Papà perché, perché papà, non ho lo spirito DiVino (parliamone)
e poi guardando il cielo mi manchi tu e arranco
ho ballato con Nucs per colpa di chi, chi, chi, chi, chichichirichi, 
e ho fantasticato su qualcuno che potesse aver visto gli occhi miei rotolando verso casa 
e avermi sussurrato a distanza come vorrei, come sei bella, fly away. 

sono stata convinta che se uno non aveva più paura di restare senza una donna
figuriamoci se non ce l'avrei fatta io senza un uomo, 
mi sono emozionata all'idea di voler saltar sul treno quando l'amore arriva in città
e ho urlato con convinzione alla Royal Albert Hall vicino alla Valli che misera me, però brindo alla vita  (cosa che abbiamo preso alla lettera, va detto). 

ho cantato con entusiasmo che é un peccato morir,
ho inspirato il respiro d'aria buona, mentre trovavo un soffio caldo di novità  al Mazda Palace, vicino alla mamma, proprio prima di trasferirmi a Bolzano, 
ho aspettato anche io la pioggia di baci dal cielo, leggeri come fiori di melo, gocce di rugiada dal cielo nelle mie prime notti da sola in un letto così grande e vuoto e nuovo. 

ho idealizzato il mio cuore sparpagliato che per il mondo se ne andava nei miei mesi di Berlino, 
ho pianto lacrime calde per questo troppo amore, per noi, e questo bel dolore
e quando invece mi pizzicava il naso per qualche scemata ho ricacciato tutto indietro cantandomi da sola baby don't cry, make it funky!
che poi non é che esistano tante filosofie di vita migliori. 


ho sempre desiderato che un uomo pensasse di me lei lo fa come se avesse sete, 
avrei voluto dedicare sentirai la mia pelle, ovunque tu sarai sulla tua pelle
che cose così sexy mica si sentono tutti i giorni,
e penso che esistano poche frasi più amorose di potrebbe essere di chi spera, ma nel mio cuore é mio, 
ma che preferirei evitare di doverlo dire a qualcuno, 
che io un amore lo voglio vivere, mica sperare. 


l'ultima grande folgorazione, tra un sogno un Cuba Libre e un love is all around vicino alla mia amica Magi, 
dopo un pomeriggio passato a Verona a camminare insieme, nella pioggia o sotto il Sole
mi ha colto di sorpresa alle due e mezza di notte sulla Piacenza-Brescia... 
"Magi, basta cazzate, basta perdite di tempo, io ho capito... voglio un uomo che mi faccia vedere l'alba". 

e mentre lo dicevo c'era una rosa bianca appoggiata sul cruscotto della mia Aygo. 




giovedì 9 maggio 2013

incidente di percorso


a cosa ho pensato prima di fare l'incidente?

ho pensato che avevo passato dei giorni meravigliosi, per certi versi assolutamente incredibili, 
che questa volta partire mi pesava davvero un po' più del solito, che finalmente avevo trovato nei miei cd Cuba Libre di Zucchero e che "mi piace la lasagna e poi mi piaci tu, un po' di marijuana sotto il cielo blu" mi sembra un'ottima cosa da dire a una persona.

a cosa ho pensato mentre facevo l'incidente?

ho pensato devo suonare a questo stronzo, ma forse non basta, forse devo anche sterzare,
devo puntare il mio cazzo di piede sul freno e tenere fermo il volante, che non sono alle giostre, sono in autostrada.

devo smettere subito di non respirare, devo concentrarmi e inspirare, dai cazzo, 
devo cercare di r-e-s-p-i-r-a-r-e.

ok, ora giro e morirò, porcaputtana non ho neanche 30 anni e sto andando verso l'altro senso di marcia, ora chiudo gli occhi e mi tengo forte al volante e...
cazzo succede così sempre quando fai un incidente e pensi di morire?
è così, realizzi e vai via? speriamo di non sentire male, Dio ti prego non farmi sentire male.

a cosa ho pensato quando ho aperto gli occhi?

ho pensato che non sapevo da che parte ero, che ero ferma ma certamente qualcuno mi sarebbe finito addosso, 
e lì sì che mi sarebbero girati i coglioni, che dovevo spegnere la radio e che Relax di Mika non l'avrei mai più sentito in vita mia e che volevo il telefono perché dovevo chiamare subito la mamma, la b e un'altra persona che anche se non dico sa benissimo chi é.
che mentre aprivo la portiera avrei corso il rischio di far vedere a tutti che mi ero fatta la pipì addosso, invece no, la mia vescica non ha ceduto al terrore,
che avrei dovuto ringraziare quel miscredente di mio fratello che un paio di ore prima era stato a sentire Papa Francesco a Roma, che quel signore che mi é venuto a prendere per farmi attraversare la strada aveva il sorriso più rassicurante che avessi mai visto,
che la mano di sua moglie era così calda rispetto alla mia che l'avrei tenuta per sempre
e che quando mi hanno detto "credevo che saresti morta, tu hai qualche Santo in Paradiso?rispondere "Santi no, ma ho il mio papà" è stato il segnale che con la testa connettevo ancora.

cosa penso ora?

penso che sarebbe stato meglio se non fosse successo, 
che ho sprecato un pieno di benzina,
che il mio collarino merita comunque di profumare Chanel,  che mi sono sentita così piccola quando ho visto mia mamma, che altro che 30 anni e che essere stata curata con vino bianco e gnocchi al pesto ci abbia unito ancora di più.  

penso che aver detto alla polizia che avevo i pezzi migliori del mio armadio in macchina mi abbia fatto sembrare un'imbecille, così come dare la tessera della Coop al posto della patente (la vera vergogna è avere la tessera della Coop, mi rendo conto) e 
che aver chiesto se il genoa stesse perdendo una psicolabile. 

penso che Roberto che si è fermato a vedere se stavo bene era dolce come poteva esserlo un nonno o un papà e che Davide che il giorno dopo mi ha scritto un messaggio per sapere come stavo mi ha fatto credere che al mondo ci siano davvero brave persone. 

penso che la mia macchina si é comportata benissimo anche questa volta, 
che le ero molto affezionata e mi mancherà davvero, che prima o poi smetterò di fare incubi, di sentire il rumore dello scontro e di provare quella sensazione di terrore sentita sì solo per pochi secondi, ma così intensamente che non vuole andare via. 

penso che avere qualcuno che dorma con me in queste notti non sarebbe male, 
anche solo per una carezza quando mi sveglio terrorizzata o anche solo per aiutarmi se con la testa mi incastro tra i cuscini e me la devo tirare su da sola. 

penso che forse sono diventata un pochino più egocentrica ed egoista,  
francamente non immaginavo potessi esserlo più di quello che già ero ma tant'è,  e che quello che voglio, tutto quello che desidero, sogno e spero, me lo prenderò a qualsiasi costo. 

penso che se beccassero il pezzo di merda con la land rover marrone che mi ha fatto quasi ammazzare 
gli tirerei un calcio nelle palle e poi affitterei qualcuno per fargli dare una randellata.

so che non si fa.
ma io la penso proprio così.