mercoledì 28 gennaio 2015

in questo mondo di ladri

ladri di baci, 
di tempo di chi ci ama ma non è corrisposto, 
di anni in cui l’altrui fisico è nel suo momento migliore. 

ladri di parole, 
di lettere scritte e trovate per caso, 
di cene passate con chi non ci interessa ma intanto si esce. 

ladri di canzoni ascoltate grazie a un amore passato, 
di sguardi nascosti una sera al bar, 
di cocktail troppo colorati che ci fanno sentire grandi. 

ladri di 30 a esami di cui poco ricordiamo, 
di sorrisi strappati a un passante che ci viene incontro, 
di pazienza altrui quando davvero siamo intrattabili. 

ladri di sogni della persona che ci dorme accanto, 
di attimi unici passati a sentire il respiro sul nostro, 
di viaggi desiderati condivisi con generosità. 

ladri di illusioni, aspettative, desideri, 
di emozioni che ci contagiano, 
di amori degli altri.

ladri di vaffanculo perché quando ci vuole ci vuole, 
di quei pensieri così intensi che si sentono quasi addosso,
di messaggi nel cuore della notte. 

sì, anche io sono una ladra, ma una ladra pura. 

ladri bastardi che entrano in casa tua, toccano i tuoi vestiti, rovesciano i tuoi ricordi per terra, 
che rubano gioielli, regali, una scarpa sola, la tua sicurezza che da soli si può, 
che violano le tue emozioni, la tua intimità, le foto nascoste degli amori passati. 
ladri di merda, che se vi prendono voglio guardarvi in faccia per vomitarvi addosso quello che sento. 

venerdì 23 gennaio 2015

de gustibus

io non so perché succede, 
qual è il gene che ti fa preferire cose, case e persone rispetto ad altre, 
eppure è proprio questa preferenza, questo mi piace, a dare ritmo alla vita.

io non so perché…. 

… mi piace bere l’acqua frizzante dopo il caffè e un cioccolatino anche se di norma bevo quella naturale, 
lasciare una traccia di me a casa di chi mi ha ospitato la notte, nonostante sia certa di non farlo apposta
o svegliarmi dieci minuti prima di quando devo per arricciarmi i capelli con le dita per poi, finalmente, alzarmi.

… mi piace sdrammatizzare ogni situazione, anche se il rischio è quello di risultare fuori luogo, 
tornare a casa per pranzo tutti i giorni, nonostante questo mi costringa a mangiare di fretta
o scrivere messaggi piuttosto che fare una telefonata, che quell’attrezzo lì mi mette sempre un po’ a disagio. 

… mi piace pensare che prima o poi vincerò un paio di milioni così da fare dello scrivere boiate tutto il giorno il mio unico passatempo, anche se non faccio nulla perché questo succeda,
ignorare il casino che di solito abita la mia casa per ordinare comunque i maglioni a seconda del colore  
o abbracciare le persone davvero e baciarle sulla guancia sul serio, perché in quello il contatto mi serve (e non, per esempio, quando qualcuno mi parla e non smette di darmi gomitate per attirare l’ attenzione). 

… mi piace aggiungere il peperoncino sulla pasta con le verdure anche se so già che per me sarà troppo forte,
farmi portare una pizza piccola con la farina di kamut quando sono troppo stanca per cucinare, ma che sia piccola, eh? che forse mi sento meno in colpa
o tornare a casa dalla palestra e aspettare di fumare una sigaretta, a polmoni chiusi, prima di fare la doccia. 

… mi piacciano i cani ma molto meno i gatti, 
le persone un po’ strane, che hanno qualcosa da dire, anche se a volte quello che dicono non mi piacciono
o i vini più secchi rispetto a quelli fruttati, alcune canzoni trash rispetto a quelle impegnate, le notti da sveglia rispetto a quelle rigeneranti. 

… mi piace il formaggio sulla pasta al pomodoro e su nessun altro sugo, 
un certo modo di vestire, e non penso c’entri del tutto il gusto della mamma, 
o un lavoro rispetto a un altro.

… mi piace immergere le mani nel mare solo quando il fondo ha i sassi e non la sabbia, 
tutta la verdura tranne i carciofi, che proprio non sopporto
o quel libro che, di tutte le persone che conosco, sono l’unica ad averlo letto fino in fondo e più di una volta. 

… mi piace essere baciata nel modo in cui il giorno dopo ho il mento rosso, chissà come è per gli altri, 
non essere tenuta per mano per strada, salvo casi del tutto eccezionali e mai, dico mai, con le dita intrecciate
o non mettere le calze se porto i tacchi anche se ci sono 5 gradi sotto lo zero. 

… mi piace scegliere bene le parole che dico, scrivo o uso, perché penso siano l'unico modo di presentarmi, 
dare la mano stringendo bene quella di chi ti sto per conoscere
o finire una serata emozionante fumando una sigaretta da sola, quasi a voler tirare le somme. 

… mi piace un certo tipo di macchina, 
il negroni rispetto al mojito, lo spritz con il campari rispetto a quello con l’aperol, il gin rispetto alla vodka, 
o addormentarmi sempre nella stessa posizione. 

… mi piace un profumo, un colore, una parola, 
un paio di occhi, il tocco di una mano, una chiacchierata di notte, 
un uomo così, all'improvviso, una donna che già so diventerà una mia amica, o una persona che vedo da lontano ma non conoscerò mai, 
un vestito, un ingrediente speciale, un modo di pensare, parlare, vivere.

si tratti di un pesto ben fatto, di un viaggio che desideravo da molto o di un uomo con cui condividerò del tempo, 
è cercare di mangiare, fare, amare quello che mi piace a scandire la mia vita, 
senza che io sappia perché. 

dietro a una piccola preferenza c’è il mondo di un’altra persona; 
è per questo che rispetto i gusti degli altri, anche se a volte non li condivido, 
ed è per questo che ritengo frasi come piace anche a me, a noi piacciono le stesse cose o mi piaci tu piccole magie. 

martedì 20 gennaio 2015

domandare è lecito, rispondere è cortesia

dimmi la verità, se chiudi gli occhi e pensi sul serio,tanto per cambiare, riesci ancora a crederci?

riuscirai mai a trovare il metodo per avere capelli morbidi tutti i giorni oppure ti devi accontentare di quando succede e cogliere l’occasione al volo per uscire la sera per farli notare?

qual è l'ingrediente segreto che rende le vellutate che compri nel reparto surgelati più appetibili rispetto a quelle che ti fai?

ti pare possibile che Carolina Kostner sia stata squalificata solo perché innamorata di un disonesto?

riusciranno prima o poi le vecchie baldracche a non chiederti "e tu, tesoro, sempre sola"? 

troverai mai il coraggio per compiere azioni poco edificanti come, e vado a caso, schiaffeggiare fortissimo la tua collega quando meno se lo aspetta senza che ci sia alcun motivo, dire a una persona che non conosci “scusa sei settimino?” e a risposta negativa aggiungere “vuoi dirmi che tua mamma ci ha messo nove mesi per farti così stronzo?”, o far finta di essere l’amante di un uomo che cena con la sua fidanzata? 

non pensi che se una persona che non ti conosce guardasse il tuo profilo Facebook scapperebbe a gambe levate dopo aver appurato che sembri nevrotica, dici troppe parolacce e sei completamente fuori di testa? 

sarai fedele ai tuoi programmi di vita immaginaria oppure ti farai trascinare dall'onda di quello che succede per non perderti neppure un istante di vita vera?

sapresti descrivere l’ultima volta che: hai sputato l’acqua in faccia a qualcuno perché sei scoppiata a ridere, hai dato fuoco a qualcosa per sbaglio (tipo quella volta in chiesa) o hai detto vaffanculo scadendo bene le due f pensando così di essere più cattiva?

pensi mai a tutte le cose che avresti potuto dire in una determinata situazione per risultare più sexy, stronza o dolce? e non ti fa incazzare tremendamente il fatto di non essere riuscita nell'intento?

hai finalmente capito che lavorare su te stessa, per quanto a volte sia tremendamente faticoso, sia il migliore investimento del mondo?

non è forse vero che sorridere a un estraneo solo per il gusto di farlo, ridere da sola per strada perché pensi a qualcosa successa molto tempo fa o urlare vaffanculo al telefonino mentre leggi un messaggio ti facciano passare per matta? e quanto te ne frega da uno a dieci?

quando ascolti tutto quello che pensi, lo senti che casino fa la tua mente? 
e non ne sei, dopotutto, un po’ orgogliosa?

se chiudi gli occhi e ti concentri, riesci a percepire il gusto del tuo primo bacio? quello dell’ultimo? e non sei sempre più convinta che baciarsi sia davvero la cosa più bella due persone possano fare?

smetterai di essere gelosa di San Candido, delle tue amiche o anche solo delle tue canzoni o continuerai a essere a tratti così infantile?

sei in grado di cambiare punto di vista rispetto ai tuoi sentimenti e usare il dolore per imparare qualcosa in più?

non pensi che la faccia di gasperini dopo il primo derby della stagione 2014/2015 valga tutto il campionato?

senti ancora le farfalle nella pancia se ti arriva un messaggio che non ti aspetti? non è una figata?

se torni indietro a quando eri bambina immagini la tua famiglia come allora?
riesci ancora a credere che quando i tuoi genitori si arrabbiano lo fanno perché in realtà sono alieni cattivi che si sono travestiti da mamma e papà?

a volte non ti sembra che il tempo ti stia scappando dalle mani? altre, invece, non continui a sentirti come quando avevi 23 anni?

ti rendi conto che a volte ti commuovi per una pubblicità?

non trovi sia davvero assurdo che a bolzano ci siano pochissimi tabacchini che vendono le morositas senza zucchero? 

il sentimento che hai dato a qualcuno si sposta davvero in una delle dimensioni dell'amore per sopravvivere persino a voi oppure, semplicemente, si perde nella nebbia?

hai finito di trovare sempre una giustificazione alle tue azioni? non pensi che forse sia davvero arrivato il momento di crescere?

pensi che prima o poi smetterai di considerare la notte come il confessionale della tua vita, cioè quel momento in cui pensi a tutti i tuoi desideri, a tutte le tue paure e a tutto quello che ti capita, che magari è il caso di dormire?

capisci bene che il titolo di questo post, visto che le domande te le fai da sola, implica che tu sia scortese?

martedì 13 gennaio 2015

e quindi uscimmo a riveder le stelle

secondo la religione cristiana, l’inferno è un luogo di dannazione dove sono relegate per l’eternità delle anime dei malvagi. 

secondo me l’inferno può essere individuato sotto forma di svariati momenti o situazioni, certamente non eterni, ma tant’è. 

dunque vediamo, 
l’assoluta incapacità di deambulare per aver messo per 13 ore di fila un paio di scarpe nuove, 
non ricevere la benché minima risposta a righe che consideravi preziose, speciali e pensate proprio per quella persona
e considerare che chi ci sta provando con te è talmente sbronzo che si limonerebbe pure il tavolino della discoteca, dato per scontato che abbia già baciato più volte la magnum di vodka. 

essere lasciati da quello che consideravi l’uomo della tua vita, magari con un sms o una mail (ce l'ho e... ce l'ho), 
non darti una spiegazione logica a quanto accaduto, torturarti per molti mesi per poi concludere io non sono abbastanza
e notare come mentre tu sei ancora lì che soffri come un cane, l’altro abbia ben pensato di mettere al mondo prole. 

sbattere la macchina con violenza inaudita contro il guard rail dell’autostrada, 
mancare, causa troppi chilometri, l’appuntamento più importante della tua migliore amica
e vivere situazioni come: sederti a capotavola durante le cene con gli amici perché unica sola, cercare il posto al tavolo durante un matrimonio sperando di non essere con i ragazzini di 10 anni e sforzarti di non dire fatti i cazzi tuoi, idiota! a quello che pensa bene di commentare una fresca separazione con peccato vi siate lasciati, mi era simpatico.

ritrovarti dopo molti mesi di prigione emotiva a un appuntamento con un uomo per poi passare il tempo a trovare, anzi cercare, dettagli deprecabili (domande inopportune, masticazione del cibo in bella vista, intolleranza ai solfiti, passione per i Pooh),
iniziare ad allenarti, che piuttosto che uscire di casa in una fredda Bolzano di gennaio ti faresti trucidare
e chattare con un amico che ti mette di fronte alla realtà che sei così brava a volerti nascondere.

secondo la dottrina cattolica, il paradiso è l’eterno soggiorno beato promesso alle anime dei giusti, dopo la morte, con la visione beatifica di Dio. 

secondo me il paradiso è l’attimo prima dell’inferno, grazie al quale non abbiamo idea della merda che sta per sommergerci
o l’attimo dopo, grazie al quale superiamo brillantemente (o quasi) quell'ondata di composto organico. 

dunque vediamo, e procedo con ordine, 
l’esserti sentita immeritatamente bella con quelle fantastiche scarpe nuove, che tra l'altro ti hanno permesso di tenere una postura invidiabile, 
aver deciso di essere sufficientemente sbronza per mandare quel messaggio-poesia che ti frullava in testa da settimane per sentirti un po’ più libera
e sì, il tuo corteggiatore sarà stato anche sbronzissimo ma ammettilo: sentirsi un po' voluta in un posto pieno di figa è davvero eccezionale. 

renderti conto che, per quanto tu non ci abbia voluto credere, evidentemente non era l’uomo della tua vita, 
riuscire, dopo mesi di tortura e io non sono abbastanza, a capire che se non altro non lo è neppure lui abbastanza, eccheccazzo, 
e scoprire che la creatura del tuo ex è stata messa al mondo dall’unica barista di genova che, in tempi non sospetti, ti stava sui coglioni per la sua stupidità (ce ne vuole, credetemi, soprattutto se si tratta di bariste). 

aver passato uno dei week end più incredibili, assurdi e passionali della tua giovane vita, prima di finirlo letteralmente con il botto,anzi crash (e in pronto soccorso), 
vivere con partecipazione emotiva estenuante tutto il percorso che ha portato alla nascita di Filippo, che sì, te la sei persa, ma il resto della sua vita non lo perderai 
e rivendicare valori a te fondamentali come la tua libertà, se pensi a chi è in coppia e non fa altro che lamentarsi, la tua indipendenza, quando ti rendi conto che c'è chi non riesce a fare niente da solo, e la tua autostima, quando sospetti ci sia gente che si accontenta per paura di essere sola. 

non perdere occasione per deridere il caso umano che suo (e tuo) malgrado ha rappresentato la conquista della tua libertà emotiva,
non riuscire a fare a meno di correre in palestra per ammazzarti di sport, tra la voglia di sfogarti e quella di avere un culo di ghisa
e avere bisogno di quel bagno sonoro di realtà che leggi tra le righe di skype, che forse devi ancora lavorare un po' su di te.

nel mezzo del cammin di nostra vita… 
il paradiso, tu vivrai, se tu scopri quel che hai. 

mercoledì 7 gennaio 2015

ho imparato a sognare

ho imparato a prendermi il tempo per ascoltare il mio respiro, 
a non farmi prendere dal panico dai miei pensieri 
e a convivere con quello strato d’ansia che mi accompagna giorno e notte e mi fa sentire viva. 

ho imparato a lasciare andare le mie emozioni, 
a non avere paura di abbracciare forte una persona che ha bisogno o alla quale tengo
e a dire ti voglio bene per prima, che dire sempre anch’io è troppo comodo. 

ho imparato a essere un po’ più egoista perché dopotutto, per il momento, devo badare solo a me stessa, 
a correre quasi tutti i giorni per scaricare la tensione
e a non illudermi di non cadere se il porfido di San Candido è ricoperto da uno strato di ghiaccio. 

ho imparato a sostenere le mie idee con meno vigore e più argomenti, 
ad ampliare le mie amicizie, nonostante alcune delle quali ricordino persone passate
e a tenere la luce accesa se ne sento il bisogno, che io mica mi devo nascondere al buio di una paura. 

ho imparato a mettere più di una sveglia se vado a letto tardi, 
a fare gli esercizi per evitare il mal di schiena
e a smettere di pianificare tutta la mia vita come se fosse una campagna pubblicitaria da lanciare (beh, ci sto lavorando). 

ho imparato a non indossare più decolleté di vernice nuove senza calze se devo ballare tutta notte, parola chiave vernice
a scegliere se bere champagne o vodka in discoteca per non mischiare, 
e a sentirmi bene dalla mattina alla sera, che se proprio non ci riesco ascolto Kiss di Prince ed è subito sorriso. 

ho imparato, anzi sto imparando, a esternare le mie esigenze prima di pretendere senza chiedere, 
a coprirmi di più se fuori fa freddo anche se rischio l’abbinamento dei colori
e a non sentirmi in colpa per quello che faccio, perché dopotutto devo rendere conto solo a me. 

ho imparato che dietro certi sguardi, o pernacchie, c’è così tanto che il tempo si ferma per un po' e sembra tornare indietro per farci un po' male, ma basta una scrollatina per lasciarsi il bello-triste-denso passato alle spalle, 
che il Natale fatto tutti insieme ha davvero un sapore diverso
e che la famiglia, la mia famiglia, sarà sempre al primo posto. 

ho imparato a voltare pagina per non voltarmi più, 
a commettere errori per decidere se smettere oppure no
e a continuare a vivere tutto quello che mi succede con la solita inebriante, sfiancante e logorante intensità. 

ho imparato che qualsiasi cosa succeda so che ci sono persone sulle quali posso contare sempre, 
che non mi giudicano, non mi rimproverano subito e mi fanno bene
e questo è quanto di più importante stia continuando a imparare. 

ho imparato che nella vita capita di essere delusi, 
da un amico, uno zio, un fidanzato. 
se però permettiamo a chi ci ha fatto soffrire di deluderci ancora e ancora, 
beh allora la colpa è anche un po’ nostra. 

ho imparato a sognare, che non ero bambina.