domenica 30 settembre 2018

scatti di weekend

il cielo del porto antico che mi ha fatto venire i lucciconi e ricordato quanto è bella la mia città. sì, senza pietà forse come cantava Carboni, ma è bella davvero. 

il tramonto guardato su una panchina come fanno i vecchi o i senza Dio, tra le sensazioni degli altri nella mia stessa situazione, la voglia di ascoltare il mio respiro e di non sentire prudere un po' gli occhi. 

la Lanterna avvolta in una sciarpa arancio-rossa che riesci a scorgerla solo attraverso gli alberi delle barche a vela e che ti conferma che, finché ci sarà  lei a vegliare su di te, andrà tutto bene. 

l'abbraccio di chi vedi poco ma sai che ti pensa spesso e che ti rende un po' speciale se per fare 200 metri a piedi ci metti due ore perché tutti ti vogliono stringere forte e sapere come stai. 

l'album delle fotografie del matrimonio di mamma e papà, che ogni volta che sono qui sento l'urgenza di vederlo per capire chi sono, da chi vengo e chi mi porto a spasso vivendo. 

la sveglia presto per andare a Boccadasse, godermi ogni singolo metro della lunga passeggiata, arrivare a destinazione e sporcarmi perché mi sdraio su quei sassi. 

la telefonata a Franco per dirgli dove sono e il suo "che bello Carolina. a proposito, il 21 ottobre si vota a Bolzano: dovrai venire su per forza!"

le mie mani nel mare per bagnarmi la testa, come faceva la mamma quando ero piccola, 
e il viso che così acqua e sale me li sento addosso, anzi: sulle labbra. 

la bella musica che ricevo e che mando, che a volte mi fa saltare un battito del cuore e a volte mi fa diventare un po' rossa dentro (perché rossa, fuori, non la divento mai). 

la mia città che, con enorme presunzione e immodestia, credo mi assomigli molto: sia nei suoi tanti difetti sia nei suoi considerevoli pregi. 

il mare ha proprio quel blu e il bianco è quello del suo sale, 
il nero ti un temporale che si allontana nel Sole, 
se aggiungi il rosso del cuore... 

martedì 25 settembre 2018

sensazioni di Bolzano

bolzano che è il coraggio che ho avuto quando l'ho scelta per voltare definitivamente pagina e ricomporre i pezzi del mio cuore, lo stesso che ho recuperato quando sono andata via per cercare di essere di nuovo felice. 


bolzano che è l'ebbrezza, vera, di stringere forte la mia socia e i miei amici più cari, 
quella che qualche ora dopo ci ha fatto suonare i citofoni dei cittadini altoatesini alle 2.30 del mattino. 

bolzano che è la tenerezza di sentirmi ancora un po' la stessa bambina che ci si era trasferita con la mamma per curare la pertosse e che mi ricorda che in effetti è una città che salva da tutto: incidenti, furti, mobbing e cuori spezzati. 

bolzano che è la solitudine che mi ha accompagnato per cinque anni tutte le sere che tornavo in quella casa vuota, che a volte è stata la mia migliore amica e a volte una bastarda senza cuore. 

bolzano che è l'orgoglio di essermene andata senza scendere al livello bassissimo di quello stronzo del mio ex-capo nonostante, come potete leggere, io non perda occasione per sputtanarlo. 

bolzano che è la fortuna inenarrabile che mi ha permesso di conoscere quello stronzo di Kevin Molfetta, la vera costante della mia vita. 

bolzano che è tutte le sfide che ho accettato di affrontare, vincendo poco e perdendo spesso, e che hanno fatto di me quella che sono ora. 

bolzano che è il mio sorriso per i messaggi che mi arrivano da lontano e per il rosaiolo pakistano che mi riconosce e regala fiori alle donne della mia famiglia, con tutto lo stupore misto ammirazione del nonno. 

bolzano che è Franco che mi chiama per spedirmi a ritirare le mie raccomandate il giorno del suo novantesimo compleanno, che si tiene addosso la maglietta che ho fatto fare per lui per mostrarla ai suoi amici e che mi dice "dai, Carolina, fatti mandare a lavorare un mesetto qui che così ci vediamo tanto". 

giovedì 13 settembre 2018

monologo vocale di dirimpettaio di banco a cui voglio bene anche se ci sfanculiamo più volte al giorno

- Carolina, tu e io dobbiamo parlare: 
da quando, leggendo il tuo libro, ho scoperto che hai un cuore anche tu non ti posso più guardare con gli stessi occhi.