martedì 25 settembre 2018

sensazioni di Bolzano

bolzano che è il coraggio che ho avuto quando l'ho scelta per voltare definitivamente pagina e ricomporre i pezzi del mio cuore, lo stesso che ho recuperato quando sono andata via per cercare di essere di nuovo felice. 


bolzano che è l'ebbrezza, vera, di stringere forte la mia socia e i miei amici più cari, 
quella che qualche ora dopo ci ha fatto suonare i citofoni dei cittadini altoatesini alle 2.30 del mattino. 

bolzano che è la tenerezza di sentirmi ancora un po' la stessa bambina che ci si era trasferita con la mamma per curare la pertosse e che mi ricorda che in effetti è una città che salva da tutto: incidenti, furti, mobbing e cuori spezzati. 

bolzano che è la solitudine che mi ha accompagnato per cinque anni tutte le sere che tornavo in quella casa vuota, che a volte è stata la mia migliore amica e a volte una bastarda senza cuore. 

bolzano che è l'orgoglio di essermene andata senza scendere al livello bassissimo di quello stronzo del mio ex-capo nonostante, come potete leggere, io non perda occasione per sputtanarlo. 

bolzano che è la fortuna inenarrabile che mi ha permesso di conoscere quello stronzo di Kevin Molfetta, la vera costante della mia vita. 

bolzano che è tutte le sfide che ho accettato di affrontare, vincendo poco e perdendo spesso, e che hanno fatto di me quella che sono ora. 

bolzano che è il mio sorriso per i messaggi che mi arrivano da lontano e per il rosaiolo pakistano che mi riconosce e regala fiori alle donne della mia famiglia, con tutto lo stupore misto ammirazione del nonno. 

bolzano che è Franco che mi chiama per spedirmi a ritirare le mie raccomandate il giorno del suo novantesimo compleanno, che si tiene addosso la maglietta che ho fatto fare per lui per mostrarla ai suoi amici e che mi dice "dai, Carolina, fatti mandare a lavorare un mesetto qui che così ci vediamo tanto". 

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