lunedì 24 dicembre 2018

buon Natale

il Natale sono le persone della nostra vita: quelle a cui vogliamo bene da sempre, quelle che scegliamo di avere vicino e quelle che amiamo. 

il Natale sono i sorrisi sicuri di chi incontriamo per strada e neanche conosciamo, gli abbracci stretti dentro i quali vorremmo stare ancora un po’ e gli sguardi emozionati di chi non usa le parole.

il Natale sono i pezzi di famiglia sparsi per il mondo che sentiamo comunque vicino, gli amici che tornano a casa e vogliono vederci, chi non c’è più e siamo certi che ci stia salutando da lassù. 

il Natale dovrebbe essere ogni giorno, si sa, ma è bello che ci sia un’occasione all’anno che ci ricorda quanto di buono ci sia al mondo. 


il Natale è dei bambini: auguri a tutti i bambini che siamo stati e che sono ancora nascosti dentro di noi.

domenica 16 dicembre 2018

la sindrome della persona fantasma

la sindrome della persona fantasma è sentire la mancanza di qualcuno senza che tu, 
quel qualcuno, l'abbia mai avuto: te ne stai lì, solitamente inebetito da una sensazione di vuoto, anche se non sai se quel vuoto sia mai stato riempito. 

la sindrome della persona fantasma è credere che esista la tua metà, da qualche parte nel mondo: sai che c'è, anche se forse non la conosci ancora, sai che è proprio giusta per te, anche se tu giusta non ti ci senti mai e sai che quando la vedrai la riconoscerai, anche se forse non sarete subito voi. 

la sindrome della persona fantasma è fare tentativi per capire se un abbaglio è verità: ti piace tanto qualcuno e pensi perché no, salvo poi non riuscire a mediare i caratteri e mollare la presa, ti senti guarita da qualcosa che non è andato e ti butti in un altro errore, che solo sbagliando si impara e insisti a non accontentarti mai, perché sai di non aver ancora avuto quello che volevi. 

la sindrome della persona fantasma è estenuante, intensa, dolorosa, strana, divertente, eccitante, devastante e unica. quando, però, riesci a darle il valore che merita senza che ti importi di quanto tempo tu ci metta, la prendi per la tua migliore amica. 

perché alla sindrome della persona fantasma, se sei molto fortunato, un giorno dirai: "grazie, è stato bello ma ora vattene a fanculo."  
succede quando alla persona fantasma dai un nome, un cognome e un futuro. 
con te. 



martedì 11 dicembre 2018

come la musica così l'amore: certe sensazioni a parole non rendono

pensa al concerto più bello a cui sei stato finora, in tutta la tua vita. 

pensa alla meraviglia di essere lì: così tanta gente attorno, che quasi ti sembra illogicamente di conoscerla tutta, la birra per stemperare l'emozione che senti, che qualcosa da bere ci vuole sempre e sentirti anche un po' solo per scelta, per goderti un'emozione così intensa e intima. e tua. 

pensa al viaggio che lì ti ci ha portato: la musica in macchina per anticipare un'ondata di sensazioni, il pacchetto di sigarette di riserva perché già sai che forse un po' di nervoso, 
di quello buono, ti assalirà quando meno te lo aspetti e la felpa se per caso dovessi avere freddo, anche se sei sicuro di no. 

pensa alla cura con cui ti sei preparato per quell'evento così tanto desiderato, voluto e sognato: l'abbigliamento studiato per cercare di essere il più attraente possibile, il trucco delle grandi occasioni ma non troppo che se no non saresti tu e la playlist giusta per accompagnare ogni singolo momento. 

pensa alle immagini che ti hanno accompagnato da quando sapevi che ci saresti andato: 
la paura di deludere e di essere deluso, la forza con cui cerchi di non permettere a quella puttana di aspettativa, sia essa positiva o negativa, di crescere dentro di te e le parole che hai dipinto in aria per sceglierle preventivamente e non rischiare di rimanere senza. 

pensa a tutta la strada che hai fatto per arrivare a quella musica: il giorno che l'hai conosciuta, quasi per caso, e che ti è rimbalzata in mente per un bel po', il momento in cui l'hai sentita con occhi diversi e il corso degli anni durante i quali, ogni tanto, ti tornava dentro. 

pensa al vostro primo incontro, finalmente: riconoscervi prima ancora di vedervi perché l'aria è solo vostra, il cuore in subbuglio che tra un po' forse ti scoppia dall'emozione e le mani che tremano anche se cerchi di nasconderlo. 

pensa a quel concerto che è stata la volta più bella, più perfetta, quella che ti toglie il fiato e ti fa sentire immortale. 

ecco, pensa a quando questo ti succede con una persona. 
quando le parole non rendono, insomma. 



domenica 2 dicembre 2018

quel giorno che le mie parole le ha cantate qualcun altro

quando le parole ti si palesano in testa così forti e prepotenti e sincere, che tu non sai dar loro il senso che meriterebbero. 
quando il vento ti ghiaccia le mani e le gambe ma non i pensieri e tu, mentre cammini, sai cosa dire ma non come farlo. 
quando senti che ti manca qualcuno ma tanto e tu non è che fossi molto abituato a sentire mancanze, figuriamoci se così intense. 
quando non sai bene cosa dire e una canzone ti viene in soccorso, parlando per te. ecco cosa succede quando, per la prima volta, affidi le tue parole a un cantante. 
____
i could wait a thousand years, my love
i'd wait for you
i could stand in just one place, my love
and never move
as the fire burns around us in the dark
one part is the world and one's my heart
(...)

'till doomsday comes

mercoledì 28 novembre 2018

sai quando tutto ti parla di qualcosa?

quando tutto ti parla di qualcosa è una roba strana che non riesci molto a spiegare: 
te la tieni addosso tutto il giorno, 
te la sistemi come faresti con il colletto di una camicia dopo che ti infili un maglione 
e, ogni tanto, la scacci con la mano come quando una mosca decide, con invidiabile caparbietà, di rompere i coglioni proprio a te. 

quando tutto ti parla di qualcosa è una sensazione che non riconosci granché:
ti fa chiedere domande al vuoto che sai che resteranno senza risposta alcuna, 
ti desta la notte, che tu non sai perché ti sei svegliato eppure non riesci più a dormire
e ti lascia un po' stupito, senza fiato e magari anche totalmente stordito. 

quando tutto ti parla di qualcosa ti cambia un po' la prospettiva: 
è una musica che hai sempre sentito che riconosci ma le note sembrano assemblate in modo diverso, 
è un nuovo significato che dai a quell'insieme di momenti che scandiscono il tempo senza che però che la consecutio faccia il suo dovere
ed è una storia che ti pare proiettata su uno schermo in una piazza gremita come per la finale del 2006 e che, in realtà, è solo la tua. 

ma sai quando tutto ti parla di qualcuno?
è un fatto che non si può proprio raccontare quando tutto ti parla di qualcuno. 
perché quando tutto ti parla di qualcuno c'è poco da dire, 
c'è solo da vivere. 


domenica 25 novembre 2018

che cosa c'è?

che cosa c'è? 
c'è che meno male che la mamma mi ha insegnato che basta coprirsi per uscire,
soprattutto se pensi che la giornata si rischiari. 
diversamente mi sarei persa oggi. 

che cosa c'è?
c'è che per fortuna il papà mi ha insegnato a parlare con tutti senza alcuna distinzione di sorta, 
meno che mai con qualche giudizio di valore. 
se no certe conversazioni non resterebbero impresse nella mia memoria. 

che cosa c'è?
c'è che oggi il mare è così intenso e il cielo così blu che Genova non mi sembra proprio un'idea come un'altra, mi sembra l'unica idea plausibile. 
che nella vita, avere certezze, è importante. 

che cosa c'è? 
c'è che stare a guardare la linea che si forma tra cielo e mare, che da piccola credevo fosse l'inizio della fine del mondo, da Boccadasse ti può dare tutte le risposte che vuoi. 
anche quando non le chiedi. 

che cosa c'è? 
c'è che è la giornata del derby, l'aria è tesa e lo si sente ma è stato bello essere raccontata per un paio d'ore come "la bella ragazza con la quella felpa meravigliosa". 
e poi un colpo di clacson con un bacio mandato per un mio forza Doria mi ha fatto sorriderissimo. 

che cosa c'è?
c'è tutto il resto. 
che, del resto, è tutto. 

che cosa c'è? 
c'è che mi sono innamorata di te.


mercoledì 21 novembre 2018

monologo liberamente (e arrogantemente) adattato da Scrubs

immagino che potrei sciorinare una lista di cose di cui m’importa quanto le vostre considerazioni sul tempo metereologico, vediamo… 
l’intolleranza al glutine, il dottor Alberico Lemme, 
le discussioni attorno al movimento cinque stelle, il genoa, 
tutto ciò che ha a che fare con il genoa, 
il nuovo modello di iPhone, Barbara Berlusconi, la fibra ottica, il talent X-factor, 
la chirurgia plastica, Ridge di Beautiful, 
Pomeriggio Cinque di Barbara d’Urso, Barbara d’Urso stessa, 
il nuovo ct della nazionale, lo stipendio di un calciatore di una squadra milanese, 
i partiti di centro destra, i partiti di centro sinistra, 
le interviste ai vicini di casa degli assassini, 
tutto quello che c’è sulla Terra, tutto nell’Universo, 
tutto tutto tutto tutto tutto tutto tutto, tutto ciò che esiste: 
passato, presente e futuro, in qualunque dimensione nota o sconosciuta. 

oh, e anche Sabrina Ferilli.

NB: l'originale è qui, capolavoro. 


lunedì 12 novembre 2018

alla faccia dell'età anagrafica e dando un nuovo significato alle parole

dando un nuovo significato alle parole e alla faccia dell'età anagrafica, 
sentirsi un'adolescente con il cuore che ribolle e la pancia che solletica, 
è uno di quei privilegi che può farti smettere di respirare per un arco di tempo più o meno lungo, a seconda del caso. 

alla faccia dell'età anagrafica e dando un nuovo significato alle parole, 
scoprire che la musica che hai già ascoltato, di cui hai imparato alcuni versi e che ti porti dietro da una vita ti dica tutt'altro da qualche tempo a questa parte, 
è meraviglia che non credevo potesse esistere. 

dando un nuovo significato alle parole e alla faccia dell'età anagrafica, 
guidare sorridendo nonostante mentecatti incapaci, la sconfitta della tua squadra e l'assenza di orientamento che ti fa perdere regolarmente nella tua città, 
è inusuale rarità che mi fa pensare a un sacco di cose. belle. 

alla faccia dell'età anagrafica e dando un nuovo significato alle parole, 
spegnere la sveglia alle 6, avere non solo voglia di svegliarsi ma addirittura di comunicare tramite nota vocale, 
è realtà così nuova che quasi mi disorienta, felicemente. 

dando un nuovo significato alle parole e alla faccia dell'età anagrafica, 
piove da un sacco di giorni e a me la pioggia non è che piaccia granché. 
eppure non me ne frega un cazzo. 

alla faccia dell'età anagrafica e dando un nuovo significato alle parole, 
quando tutto ti parla di qualcosa è bene stare fermi e ascoltare attentamente, 
in silenzio e con un brindisi. 
zum wohl. 

mercoledì 31 ottobre 2018

i miei posti del cuore, così feriti e così fieri

quando succede qualcosa ai posti del tuo cuore è come se succedesse qualcosa anche a te. e qualcosa tra ieri e oggi a me è successo. 

San Candido, il posto dove tutto è nato, 
dove vado quando ho bisogno di prendermi una pausa dal mondo 
e dove non porto quasi nessuno perché ne sono gelosa. 

Boccadasse, il posto che più di tutti mi ricorda l'infanzia, 
dove ci arrivo camminando quando sono irrequieta, felice o triste
e dove mi piace andare da sola perché tanto poi qualcuno che conosco lo vedo. 

Boccadasse, il mio posto nel mondo. 
San Candido, il posto grazie al quale esisto.

quando succede qualcosa ai posti del tuo cuore è come se succedesse qualcosa anche a te. e qualcosa tra ieri e oggi a me è successo. 

martedì 23 ottobre 2018

non cercando alcuna definizione e senza pensare all'evoluzione del tempo

senza pensare all'evoluzione del tempo e non cercando alcuna definizione, 
sono convinta che certe cose prima o poi debbano accadere per forza, 
persino se non ci si ricorda più così nitidamente che se ne è stati tanto sicuri. 

non cercando alcuna definizione e senza pensare all'evoluzione del tempo, 
ritengo che ci sia della musica che, quando viene messa insieme da due persone,
abbia un carico di emozionalità che ti toglie il fiato se la ascolti tutta in un respiro. 

senza pensare all'evoluzione del tempo e non cercando alcuna definizione, 
sono certa che viaggi di qualsiasi lunghezza in termini di chilometri, distanza o velocità di crociera, permettano di sentirti felice protagonista di una di quelle commedie anni  '80 con musica improbabile e abbigliamento discutibile. 

non cercando alcuna definizione e senza pensare all'evoluzione del tempo,
penso che nella vita reale esista un t9 che conosce benissimo te, la lingua che parli e i pensieri che senti  e a un certo punto decida di intervenire, correggendo un po' di cose. 

senza pensare all'evoluzione del tempo e non cercando alcuna definizione, 
sono sicura che tutti i passi di un percorso siano inevitabili, formativi e necessari, 
anche quando ti fanno pestare merdoni che si trasformano in sabbie mobili un po' dolorose. 

non cercando alcuna definizione e senza pensare all'evoluzione del tempo, 
è inutile che io cerchi di capire come mai l'alba che ho visto questa mattina, 
che ha illuminato i miei occhi oltre ai grattacieli, mi abbia fatto saltare un battito. 
sarebbe come provare a spiegare "la descrizione di un attimo". 




martedì 16 ottobre 2018

paradiso tropicale (liberamente tratto da conversazioni con Kevin Molfetta)

- sei vivo, Kevin? 
fai un cenno che non ho la minima intenzione di preoccuparmi per te. 

- io sì e tu? 
coltivavo la segreta speranza che fossi in un qualche paradiso tropicale a goderti il paradiso tropicale. e invece no: eccoti qui che non solo mi sfrangi la minchia come al solito ma sei pure inutilmente allegra. 

martedì 2 ottobre 2018

buon compleanno Kevin. e io sono una stronza

non credevo sarebbe mai stato possibile che mi dimenticassi un compleanno:
come tu ben sai il mio cervello è pieno di numeri inutili, dalla data esatta  della battaglia di Lepanto ad anniversari insignificanti di miei fidanzati, o presunti tali. 

non lo credevo possibile ma è successo, 
ed è successo con il tuo. 

queste righe non vogliono raccontare la nostra amicizia, 
l'importanza di averci l'uno nella vita dell'altra
o il bene che ci vogliamo, nonostante gli insulti. 

queste righe vogliono essere le ceneri con cui mi cospargo il capo chiedendoti pubblicamente scusa, Kevin. so che a te del compleanno te ne frega relativamente ma sai che a me, invece, piace sempre festeggiare i giorni degli altri e non posso pensare di non averlo fatto con te. 

mi farò perdonare continuando a sfrangiarti la minchia quotidianamente 
e offrendoti i miei occhi per ascoltarti. 

buon compleanno in ritardo Kevin, 
sei la sola e vera costante della mia vita e un pezzo del mio cuore. 
e io sono una stronza. 




domenica 30 settembre 2018

scatti di weekend

il cielo del porto antico che mi ha fatto venire i lucciconi e ricordato quanto è bella la mia città. sì, senza pietà forse come cantava Carboni, ma è bella davvero. 

il tramonto guardato su una panchina come fanno i vecchi o i senza Dio, tra le sensazioni degli altri nella mia stessa situazione, la voglia di ascoltare il mio respiro e di non sentire prudere un po' gli occhi. 

la Lanterna avvolta in una sciarpa arancio-rossa che riesci a scorgerla solo attraverso gli alberi delle barche a vela e che ti conferma che, finché ci sarà  lei a vegliare su di te, andrà tutto bene. 

l'abbraccio di chi vedi poco ma sai che ti pensa spesso e che ti rende un po' speciale se per fare 200 metri a piedi ci metti due ore perché tutti ti vogliono stringere forte e sapere come stai. 

l'album delle fotografie del matrimonio di mamma e papà, che ogni volta che sono qui sento l'urgenza di vederlo per capire chi sono, da chi vengo e chi mi porto a spasso vivendo. 

la sveglia presto per andare a Boccadasse, godermi ogni singolo metro della lunga passeggiata, arrivare a destinazione e sporcarmi perché mi sdraio su quei sassi. 

la telefonata a Franco per dirgli dove sono e il suo "che bello Carolina. a proposito, il 21 ottobre si vota a Bolzano: dovrai venire su per forza!"

le mie mani nel mare per bagnarmi la testa, come faceva la mamma quando ero piccola, 
e il viso che così acqua e sale me li sento addosso, anzi: sulle labbra. 

la bella musica che ricevo e che mando, che a volte mi fa saltare un battito del cuore e a volte mi fa diventare un po' rossa dentro (perché rossa, fuori, non la divento mai). 

la mia città che, con enorme presunzione e immodestia, credo mi assomigli molto: sia nei suoi tanti difetti sia nei suoi considerevoli pregi. 

il mare ha proprio quel blu e il bianco è quello del suo sale, 
il nero ti un temporale che si allontana nel Sole, 
se aggiungi il rosso del cuore... 

martedì 25 settembre 2018

sensazioni di Bolzano

bolzano che è il coraggio che ho avuto quando l'ho scelta per voltare definitivamente pagina e ricomporre i pezzi del mio cuore, lo stesso che ho recuperato quando sono andata via per cercare di essere di nuovo felice. 


bolzano che è l'ebbrezza, vera, di stringere forte la mia socia e i miei amici più cari, 
quella che qualche ora dopo ci ha fatto suonare i citofoni dei cittadini altoatesini alle 2.30 del mattino. 

bolzano che è la tenerezza di sentirmi ancora un po' la stessa bambina che ci si era trasferita con la mamma per curare la pertosse e che mi ricorda che in effetti è una città che salva da tutto: incidenti, furti, mobbing e cuori spezzati. 

bolzano che è la solitudine che mi ha accompagnato per cinque anni tutte le sere che tornavo in quella casa vuota, che a volte è stata la mia migliore amica e a volte una bastarda senza cuore. 

bolzano che è l'orgoglio di essermene andata senza scendere al livello bassissimo di quello stronzo del mio ex-capo nonostante, come potete leggere, io non perda occasione per sputtanarlo. 

bolzano che è la fortuna inenarrabile che mi ha permesso di conoscere quello stronzo di Kevin Molfetta, la vera costante della mia vita. 

bolzano che è tutte le sfide che ho accettato di affrontare, vincendo poco e perdendo spesso, e che hanno fatto di me quella che sono ora. 

bolzano che è il mio sorriso per i messaggi che mi arrivano da lontano e per il rosaiolo pakistano che mi riconosce e regala fiori alle donne della mia famiglia, con tutto lo stupore misto ammirazione del nonno. 

bolzano che è Franco che mi chiama per spedirmi a ritirare le mie raccomandate il giorno del suo novantesimo compleanno, che si tiene addosso la maglietta che ho fatto fare per lui per mostrarla ai suoi amici e che mi dice "dai, Carolina, fatti mandare a lavorare un mesetto qui che così ci vediamo tanto". 

giovedì 13 settembre 2018

monologo vocale di dirimpettaio di banco a cui voglio bene anche se ci sfanculiamo più volte al giorno

- Carolina, tu e io dobbiamo parlare: 
da quando, leggendo il tuo libro, ho scoperto che hai un cuore anche tu non ti posso più guardare con gli stessi occhi. 

venerdì 24 agosto 2018

mammà (liberamente tratto da conversazioni con Kevin Molfetta)

- dovrei scriverlo sul blog ma a mia mamma verrebbe un infarto, credo. 
ecco perché dobbiamo scrivere un libro insieme. 
un altro, intendo. 

- e perché, scusa: tua mamma sa leggere su monitor ma ha una rara forma di cecità che le rende impossibile vedere tutte le cagate che scrivi su carta?

giovedì 23 agosto 2018

il regno dei primati (liberamente tratto da conversazioni con Kevin Molfetta)

- e comunque sono certa ci sarà presto un'incredibile evoluzione. 

- stai per restituire a Gesù i pollici opponibili per fare il tuo rientro in grande stile nel mondo dei primati? la trovo un'idea eccellente. 
peccato sia venuta in mente a me e non a te.  

martedì 21 agosto 2018

progetti editoriali (liberamente tratto da conversazioni con Kevin Molfetta)

- benvenuta nella tua trasmissione chattofonica preferita, per l'occasione in forma brevissima causa ferie estive. 
partiamo con un bel dito medio per acclimatarti?

- fanculo a te, amico mio. 

- amico? ma per cortesia. 
comunque come stai? che fai? 

- guarda, capiti a fagiolo perché ho in mente un grande progetto editoriale. 

- e 'sti cazzi? 
dovresti conoscermi a sufficienza per capire che di queste cose non me ne frega una beata minchia. 

- senti invece, è geniale. 
sono una che nella vita ha raccattato, e talvolta amato, tanti di quei casi umani che la metà basterebbe: su questo siamo d'accordo, vero? 
ecco, perché non catalogarli tutti in un libro specificando, con dovizia di particolari, le loro poche e trascurabili qualità? 

- bella cagata, complimenti. 

- sostienimi, perdio. 
comunque lo farei in forma anonima che sì, io sono una stronza ma forse non fino a questo punto: sarebbe scorretto rovinare le nuove vite che essi si sono costruiti, smascherare chi era impegnato o, banalmente, dire quante volte ho dovuto fingere con qualcuno di loro.

- Carolina, anche se tu usassi un nome arabo e scrivessi il libro in tedesco, capirebbero tutti che sei tu e di chi parli: tu non hai raccattato semplici fenomeni da circo. 
tu hai scelto di avere a che fare con dei profili talmente precisi, per professione, attitudini varie e orribili caratteristiche che sarebbe impossibile non riconoscerli. 
chiaro, no? 

- ottimo, grazie. 
buon proseguimento di ferie, stronzo. 

- lieto di averti schiarito le idee, puttanella. 

mercoledì 15 agosto 2018

Genova del mio cuore.

lo sappiamo che chiunque di noi poteva essere su quel ponte. 
per andare al mare, per tornare da altrove, per salutare una mamma con un pranzo prima delle ferie. 

lo sappiamo che chiunque di noi poteva avere qualcuno su quel ponte. 
un amico sincero, un amore lontano, una figlia che doveva sbrigare commissioni. 

lo sappiamo che chiunque di noi poteva passare sotto quel ponte. 
per andare a un pranzo in altura, per un giro all'Ikea, per lavorare anche il 14 di agosto. 

lo sappiamo che chiunque di noi che vive, e che non ha perso nessuno, sa di essere fortunato. 
ci siamo riconosciuti ieri, noi fortunati, ci siamo riconosciuti dallo stesso sguardo: incredulo e straziato. 
e fiero. 

lo sappiamo che le ferite di questa città sono le ferite nostre. 
piangiamo, allora. piangiamo e vogliamoci bene, noi che siamo fortunati. 
piangiamo e stringiamoci forte e facciamo arrivare un abbraccio a chi ha perso tanto, 
a chi ha perso tutto. 

è il momento delle lacrime, è il momento del dolore e, più che mai, 
è il momento del silenzio. 






lunedì 6 agosto 2018

zero assoluto (liberamente tratto da conversazioni con Kevin Molfetta)

- pensavi davvero che solo perché non sono in Italia non riesca a trovare un momento per chiederti come stai? 

- questa cosa made my day, maledetto stronzo. 

- ma smettila di dire minchiate e rispondimi: come stai, puttanella? 

- bah, non so. sto che sto ascoltando gli zero assoluto. 

- ma che cazzo stai dicendo? smettila subito! 
non permetterò che tu perda quel che resta della tua dignità con musica del genere. 

- guarda che è capitato su spotify, eh. 

- che è anche peggio, a dirla tutta, perché se arrivi agli zero assoluto dio solo sa cosa hai sentito prima. 
ora ascoltami attentamente: prendi tutta la merda che ti sta evidentemente riempiendo il cervello, fanne un bel fagotto e buttalo in mare più di corsa che di fretta. 

- anche meno, eh? 

- anche meno un bel cazzo di niente. non costringermi a spiarti per vedere di che musica abusi, sono in vacanza cristo santo! 

- ok, sarà il compito prima delle mie ferie. 
cosa farei senza di te?

- sfrangeresti la minchia a qualcun altro. 
che tassa che sei. 

- anche io ti voglio bene, Kevin. 

lunedì 23 luglio 2018

dialogo avvenuto tanti anni fa che mi ha insegnato a non avere mai paura di ballare

- ti piace questa canzone? 

- beh, piace a tutti. 

- non ho chiesto se piace a tutti, ho chiesto se piace a te. 

- sì, mi piace. 
e mi piace ballarla. 

- vieni allora: se ti piace ballarla, balliamola. 

- stai scherzando, vero? 
la pista è vuota, guarderebbero tutti noi: vorrei evitare di coprirmi di ridicolo. 

- vieni con me e, per favore, smettila subito di avere le mani così gelate. 
guardami negli occhi, sorridi e seguimi: ci siamo solo tu e io. 

por un beso de La Flaca daria lo que fuera, 
por un beso de ella anque solo uno fuera. 

- pronta per il casqué? 
chiudiamolo in bellezza questo ballo, sei stata brava.  

Castelletto d'Orba (AL), Paradiso In, primavera 1998: 
quel giorno che, grazie a Michele, ho capito che non avrei mai avuto paura di ballare.  


venerdì 29 giugno 2018

forza, durezza e 'sti cazzi (liberamente tratto da conversazioni con Kevin Molfetta)

- no, non hai bisogno di altra roba che ti fortifichi: 
ormai sei così dura che se dai una capata a un sasso lo scheggi. 

- e 'sti cazzi? la appoggi piano comunque vedo. come sempre. 

- dico la verità. buon week end, puttanella. 

- buon week end, stronzo. 


lunedì 25 giugno 2018

come il sesso così la musica: la prima volta vale solo se è quella buona

immagina di essere attratto da una persona, da anni. 

immagina di vederla sempre come una cosa appesa lì: irraggiungibile ma non impossibile, 
onirica ma reale, divina ma non eroica - che gli eroi non piacciono a un cazzo di nessuno. 

immagina di avere l'occasione per conoscerla e mostrarle chi sei. 

immagina di prepararti per quel momento: l'attesa che cresce e che dilata i tempi fino a farti male, l'eccitazione dei giorni che si avvicinano e l'emozione di partire per quel viaggio. 

immagina di essere sul posto dell'appuntamento: il bicchiere di birra per sciogliere i nervi, 
la sigaretta per ingannare il tempo che passa e lo sguardo fintamente spaurito per cercare i suoi occhi. 

immagina di incontrarla, finalmente, questa persona: l'intensità delle sensazioni che ti squarciano le budella, le vertigini di quando sembra siate così vicini da annusarvi e la realtà che, banalmente, supera la tua più rosea fantasia. 

immagina di tornare a casa la mattina seguente: l'alba che intravedi sulle montagne che sta per inaugurare un nuovo giorno, il sorriso stropicciato che riconosci nello specchietto della tua auto mentre sfreghi gli occhi per la stanchezza, l'ultima sigaretta davanti all'impietosa sveglia che stai per impostare. 

immagina quanto è raro che una prima volta sia quella buona, quella perfetta, quella che ti toglie il fiato e ti fa sentire immortale. 

ecco, immagina che ieri sia andata proprio così: ho conosciuto il concerto dei Pearl Jam, che tanto volevo, e ci ho fatto l'amore.
tutta la notte. 

venerdì 22 giugno 2018

definizione di me da parte di boh

sei volubile, arrogante, permalosa, 
caustica, stronza, pericolosa. 
forse sei perfetta.

non so se sia vero o meno, non ricordo neppure chi fu a scrivermelo nel lontano 2011, 
anche se un po' di ipotesi continuano a rimbalzare tra le pareti della mia mente, 
ma mi piace pensare di essere più o meno così. 

grazie, persona che certamente mi conosce anche se non ricordo chi cazzo tu sia. 




giovedì 7 giugno 2018

superlativo assoluto (liberamente tratto da conversazioni con Kevin Molfetta)


- mi chiedo come questi tre mesi sia riuscita a tenere botta nonostante la valanga di merda che mi ha sommersa. 

- ne convengo: sei stata bravissima, non hai mai mollato un cazzo. 

- bravissima? me lo tengo io questo superlativo assoluto, anche se forse è solo presa per il culo. 

- no, non la è, saresti potuta franare in qualunque momento. 
la parte migliore è che è sempre e solo dipeso da te. 

- grazie, Kevin.

- al cazzo, Carolina. 

martedì 5 giugno 2018

dialogo con amico che vanta vera e propria ossessione per i nodi alla cravatta

- ti odio, belin. 

- buongiorno anche a te, pulin. cosa ho fatto questa volta? 

- è partita Farewell di Guccini e me l'hai fatta conoscere tu. 
cioè, ti rendi conto del significato di e il peccato fu creder speciale una storia normale?
ho i lucciconi, perdio. 

- non pensarci e perdonami se ti ho portato via un poco d'estate con qualcosa di fragile come le storie passate. 

- eh, la fai facile tu. 
ma sì, a fanculo i casi umani e viva noi. 

- ecco, brava. viva noi. 
viva te. 

mercoledì 30 maggio 2018

biografia (liberamente tratto da conversazioni con Kevin Molfetta)

- ti avevo accennato che la proprietaria di casa voleva una presentazione per valutarmi, no?
beh, a quanto pare ha funzionato.  

- sì, lo ricordo. scusa, come mai non mi hai chiesto di toglierti le castagne dal fuoco come sempre? 

- perché non avevo cazzi e ho adattato quelle quattro cagate biografiche che scritte per l'inutile libro. 

- non le ho mai lette ma sono certo che tu abbia ragione: saranno sicuramente cagate. 

- ti dico solo che chiudo berciando sono una donna che crede nell'amore, nella Sampdoria e nella senape. 

- sono contento che le tue parole, finalmente, ti siano servite a qualcosa. 
quando ti serviranno anche a trovare un uomo, avremo fatto 31. 



mercoledì 16 maggio 2018

di ricette e vino bianco (liberamente tratto da conversazioni con Kevin Molfetta)

- sai che ricordo la questione delle ricette come uno dei momenti più belli della mia storia recente? 

- di quali cazzo di ricette parli, di grazia? 

- tu che per farmi mangiare mi mandavi una ricetta al giorno, io la cucinavo e la sera ti mandavo una foto. 

- l'avevo rimosso, completamente rimosso. sono davvero capace di fare gesti così teneri? 

- se è per questo sei anche venuta a prendermi in stazione con un bicchiere di vino bianco a mezzanotte: sì che sei capace. devi solo ricordartelo. 

lunedì 23 aprile 2018

di treni fantasmi e sputi di verità

- sai quanto costa aspettare per un anno un treno fantasma carico di una persona che ami? 

- no, non lo so quanto costa aspettare per un anno un treno fantasma carico di una persona che ami. 

- costa infinita speranza aspettare per un anno un treno fantasma carico di una persona che ami. 

- e se arrivasse dopo che l'hai aspettato per un anno quel treno fantasma carico di una persona che ami? 

- eh, sarebbe davvero troppo tardi. 
sarebbe davvero troppo tardi, persino per la persona che ami. 

lunedì 16 aprile 2018

tutto il resto è mancia (liberamente tratto da conversazioni con Kevin Molfetta con contributo inconsapevole di F. De André)

- Kevin, ho trovato una canzone che mi descrive o, meglio, mi ha descritto per moltissimo tempo.  

- ah, sì? avanti, sentiamo la tua ennesima cagata, suppongo dettata dalla tua inguaribile smania di protagonismo. 

- ma senza che gli altri ne sappiano niente, 
dimmi senza un programma, dimmi come ci si sente
continuerai ad ammirarti tanto 
da volerti portare al dito, 
farai l'amore per amore 
o per avercelo garantito
(...)
continuerai a farti scegliere
o, finalmente, sceglierai. 

- figa, non solo esageri come al solito, ma scomodi pure De André. 
tu sei le ultime due righe, comunque. tutto il resto è mancia. 


mercoledì 28 marzo 2018

credo fermamente in te (liberamente tratto da conversazioni con Kevin Molfetta)

- dimmi che andrà bene così poi me ne vado. 

- certo che andrà bene, non ho alcun dubbio. 
contrariamente a ogni pronostico credo fermamente in te. 



lunedì 19 marzo 2018

ecco come ci si sente

sai come ci si sente?

ci si sente come quando sei fatto di bonza, anche se in realtà non lo so perché non mi sono mai fatta di bonza, e passi da sentirti superiore a quell’agglomerato di merda umana composta da due persone a deprimerti fino allo stremo delle tue forze se pensi che lei, l’altra, non vale una doppia punta dei tuoi capelli.

ecco come ci si sente.

ci si sente in balìa di un mare forza 9 senza però Maracaibo e le nacchere,
in un mulinello del lago di montagna senza l’accompagnatrice della gita che ti prende per mano o, che ne so, nel mezzo di una rovinosa caduta con gli sci che la neve ti si getta in bocca e nel naso senza lasciarti respirare.

ecco come ci si sente.

ci si sente sempre tristi, spesso idioti e mai felici,
ingiustamente rimpiazzati, vigliaccamente abbandonati e teneramente piccoli,
necessariamente soli, fortemente delusi e fottutamente incazzati.

ecco come ci si sente.

io lo so come ci si sente, lo so molto bene, ci sono passata almeno un paio di volte con rara violenza e, volendo ampliare un po’ il raggio degli stronzi che ho incontrato, fai pure un paio di più con meno intensità. 

ci si sente una merda. ecco come ci si sente.

c’è un’altra cosa però. arriverà il giorno, persino dopo anni e anni, in cui sarai tu a sentirti rimpianto, bramato e voluto, eccome se arriverà. 
potrebbe arrivare persino dopo 7 anni, un figlio non tuo e lunghi periodi di silenzio.

e sai come ci si sente? da dio.

ecco come ci si sente.