martedì 21 ottobre 2014

ogni volta

ogni volta che mi sento in colpa per qualcosa, 
una pizza, una bugia insensata, un cattivo pensiero, 
ogni volta che mi sento da dio, 
con un paio di jeans nuovi e bugiardi, davanti un bel lavoro su una mail, con in mano il bicchiere per il brindisi della vigilia di Natale, 
ogni volta che parlo con qualcuno che mi interessa, 
per una discussione, un confronto, un conforto... 

ogni volta che vorrei mandare a fanculo qualcuno, 
un'amica che non capisce quello di cui ho bisogno, chi mi dà una risposta del cazzo, la persona che vedo allo specchio, 
ogni volta che ascolto una canzone che mi fa pensare, 
a quando ero un'adolescente completamente fuori di testa, al profumo di merda che emanano certe persone, a un ricordo che mi assale senza farmi paura, 
ogni volta che parlo o non parlo di te, tu fai parte o non parte di me... 

ogni volta che sogno così tanto che mi sveglio stanca, 
uno sciame di pipistrelli, un messaggio che mi indica la via che non voglio percorrere, un violento litigio, 
ogni volta che trovo qualcosa che era meglio non trovare, 
un geco che mi paralizza dal terrore, un biglietto che preferirei non leggere, un sms a cui non so come rispondere,
ogni volta che ci sono quelle (poche) giornate che sono sempre incazzata, 
quando mi sveglio e già so che sarà così, quando mi sento assillata da cose che mi interessano tanto quanto cosa pensa uno sconosciuto di me, quando cara, c'è poco da incazzarsi è la vita...

ogni volta che ho sentito i brividi, 
per uno sguardo che mi ha seguito, per una parola detta piano all'orecchio, per il lenzuolo che qualcuno mi ha tirato su mentre dormivo, 
ogni volta che mi sono svegliata nel cuore della notte, 
per un incubo, per fare la pipì, per una telefonata passata a ridere, parlare e innamorarmi, 
ogni volta che mi sono sentita ebbra, 
di vino, di vita, di un lui. 

ogni volta che ho pensato che fosse l'ultima
ma in realtà so che c'è  ancora un'altra prima. 



venerdì 17 ottobre 2014

a ruota libera

tra i vari casi umani che ho avuto il dispiacere di incrociare, 99% dei quali il mio pregevole subconscio ha rimosso per sempre,
c’è il tizio che ha pensato di farmi sentire everyday mettendomi le cuffie nelle orecchie per conquistarmi; 
la cosa di per sé non sarebbe gravissima peccato fossimo in una gremita piazza delle Erbe di Genova. 
la sgradevole sensazione di essere inconsapevole protagonista di uno scadente film di Moccia e lo sgomento seguito alla candida confessione del soggetto “sai, l’ultima volta che mi sono innamorata di una donna ho poi scoperto fosse una prostituta” ha fatto sì che quell’appuntamento fosse anche l’ultimo. 

non sono mai stata un’insensibile: da piccola salutavo persino la cacca prima di tirare la catena. 
in effetti anche ora saluto merde, ma questa è un’altra storia. 

di norma non invidio le persone, cosa di cui ho ampiamente parlato con un post di dubbio interesse (l'invidia e l'insonnia).
ieri però ho invidiato indistintamente 3 categorie di donne: 
- quelle che “mangio e bevo quello che voglio, sai ho un metabolismo incredibile” 
oppure hanno a che fare con una gloriosa fase ipertiroidea (godetevela, dura poco). 
- quelle il cui unico merito è stato impalmare uno stronzo con i soldi, il cui unico compito è mantenersi in forma 
e il cui unico obbligo è soddisfare lo stronzo di cui sopra. 
- quelle che bevono spritz alle 13 perché non hanno un cazzo da fare. 

non importa quanto tu ti senta indipendente e forte: se un ragno enorme ti entra in casa, 
diventerai schiava dei suoi movimenti, penserai seriamente di andare a dormire in albergo, 
ti verrà la tentazione di chiedere aiuto al vicino di casa cingalese 
e ti maledirai per non essere stata capace di tenerti uno stronzo qualsiasi che vivesse con te. 
la strategia adottata per il suo omicidio, soprattutto se vincente, 
accrescerà però le proporzioni del tuo ego. 

tra i vari casi umani, ecc... capitolo secondo, 
vanto la presenza di un personaggio così strambo da sembrare mitico 
o da intendere come il frutto della fantasia di una mente malata. 
separato da meno di un anno,  ha scelto la parabola del figliol prodigo per colpire la mia attenzione (o forse catechizzarmi, chi può dirlo); 
non pago di questo errore di valutazione, ha fatto intendere che la sua allergia ai solfiti e di conseguenza la sua impossibilità a bere qualsiasi tipo di alcolico fosse un regalo del cielo. 
la maniacale conoscenza della Bibbia (di per sé innocua ma forse non lo strumento migliore per approcciare una donna come me) 
una vita futura a base di acqua perché non vorrai mica bere no? (qui la faccenda è davvero seria)
e la deprecabile scelta di chiamarmi il giorno dopo la prima-diventata-subito-ultima uscita lasciandomi una canzone dei Pooh in segreteria (le proporzioni della gravità della situazione sono un crescendo rossiniano)
mi hanno spinta a prendere le distanze dal soggetto.
la sua esagerata reazione, condita da parecchi errori di ortografia, 
è stata per mesi oggetto di scherno dalla sottoscritta e dalle sue amiche. 

se inizi un messaggio scrivendo "forse sono l'ultima persona che vorresti sentire
non capisco cosa possa essere intervenuto tra il tuo cervello, 
così abile a elaborare questa presa di coscienza
e la tua mano, 
così stronza da ignorare deliberatamente quanto ammesso. 
visto però che sono una persona migliore di quanto si possa pensare, 
che riesco a vedere sempre il meglio nel prossimo
e che ho riconosciuto in quelle quattro righe un intento non nobile ma accettabile, 
grazie lo stesso. per questa volta. 

personal trainer che mi fai complimenti sul mazzo che mi faccio, 
mi inciti come se fossi all'angolo di un ring
e concludi dicendo sei pure dimagrita
anche se sei un bugiardo e probabilmente menti spudoratamente, continua ti prego. 

se tutti gli oroscopi che leggi parlano di un grande momento per la vita sentimentale 
ma tu passi le serate a guardare cagate in tv, 
lo spread tra la vita astrale del tuo segno e la tua vita reale dovrebbe iniziare a preoccuparti. 

troppi cazzi per la testa? rilassati. 
finché non li hai nel culo va tutto bene. 
buon week end. 


mercoledì 8 ottobre 2014

i ragni della vita

l’ho visto quando era a portata di assassinio ma come spesso succede, 
ho deciso di procrastinare quando procrastinare è l'unica cosa che non si deve fare. 

ho passato due giorni ad avere paura di entrare in bagno, 
ad aggirarmi per la casa brandendo un potentissimo e velenosissimo spray in mano 
e a schermare la mia camera da letto con asciugamani per coprire eventuali fessure così che la bestia, nella sua ronda notturna non potesse entrare. 

lo so che può far ridere quest'immagine ma credo di aver rischiato l'esaurimento. 

e poi questa cosa mi ha fatto pensare: 
non ci sono forse ragni che ci fanno paura, ci paralizzano o ci fanno schiavi di loro stessi?

il ragno che ti fa pensare di mollare tutto e andartene via per qualche mese, 
quello che ti fa dire “mi faccio sposare da uno ricco e col cavolo che mi stresso così per lavoro
e quello che ti fa salire l’agitazione quando meno te lo aspetti. 

il ragno che ti fa stare male quando hai un’incomprensione che tendi a rimandare, 
quando hai una scadenza che fai finta di non vedere
e quando vorresti fare una telefonata ma non trovi il coraggio. 

il ragno che ti fa avere paura del tempo che passa, 
che ti fa rinunciare ad alcune possibilità per mera pigrizia 
e che ti fa perdere occasioni importanti per timore di rischiare. 

il ragno che si burla della tua autostima dopo un amore finito, 
quello che rimanda a data da definire il tuo impegno a una vita più sana
e quello che ti fa dire, per un giorno di palestra in meno non muore nessuno

il ragno che ti fa pensare che ormai sei l’unico degli amici più stretti a non avere nessuno a cui telefonare quando ti succede qualcosa, 
che non vuole farti uscire con qualcuno nuovo perché hai paura di quello che può succedere (rapimento per traffico di organi, macabro ritrovamento dei tuoi pezzi in un congelatore, innamorarti di nuovo…)
e che ti fa deprimere ogni volta che una vecchia stronza ti chiede “ma tu, alla tua età, non hai nessuno cara?”. 

il ragno che ti fa pensare che avresti bisogno di un qualche pirla che viva con te
così almeno lo ucciderebbe lui. 

poi però ti scopri un’abile stratega, 
ammazzi quel maledetto e gigante bastardo
e sei di nuovo tu. 

e sai che se sei riuscita ad ammazzare quel ragno vivo, 
gli altri, quelli finti, sono un gioco. 
da donna. 


giovedì 2 ottobre 2014

causa involontaria di un effetto non desiderato

una persona che stimo molto mi ha detto che sono una testona
perché scelgo sempre uomini sbagliati. 

non ho mai considerato la cosa in questo senso, 
non ho mai pensato che potessi c’entrare qualcosa nelle relazioni che ho avuto, 
come se non fossi io a scegliere ma fossero frutto del caso,
e non mi sono mai presa una colpa per il loro collasso. 

si può essere più idioti?

credere a buffonate è la causa, soffrire per uno stronzo è l’effetto non desiderato. 
ti amo da quando ti ho vista la prima volta, 
no, quel messaggio che per sbaglio hai letto sull’anteprima dell’iphone è una che lavora per noi, vero cesso,
sarà meraviglioso iscriversi a un corso ti tango insieme. 
bla bla bla. 

credere non è sempre una colpa, essere disposta a farti prendere per il culo, sì. 

sognare a occhi aperti è la causa, sbattere il muso a 130 km/h è l’effetto non desiderato. 
da questa volta cambierà tutto, non era forse destino?
che dire di tutte quelle persone che hanno sempre pensato sarebbe successo?
ma non sarebbe splendido se dopo tutto questo tempo a rincorrerci ora ci fermassimo perché finalmente siamo nostri? 
una domanda più inopportuna dell'altra. 

sognare a occhi aperti non è sempre una colpa, ma pretendere di cambiare repentinamente situazioni e persone, sì. 

sentirsi desiderata da molto tempo è la causa, chiudere indegnamente la relazione è l’effetto non desiderato. 
dopotutto mi voleva da tantissimo tempo, 
è lui che è stato il primo a lasciarsi andare,  ora posso farlo anche io, 
è arrivato il momento di prendere in mano la situazione e definire la relazione come la voglio io. 
ma che brava che sei a pianificare da sola, forte della tua influenza sull'altro. 

sentirsi più forte dell’altro non è una colpa, ma usare questa forza per ottenere una relazione se non si è pronti in due, sì. 

incontrare qualcuno, fargli posto nella tua vita e innamorartene non è mai una colpa,
ma cercare di avere quello che non puoi, adattarti alle situazioni che non ti vanno per paura e dare valore a una persona che non lo merita, sì. 

come ho fatto, in tutti questi anni, a dare colpa alla fortuna, al destino o agli altri, 
senza mai prendermi una minima responsabilità delle mie scelte?

ok, anche io sono stata una causa involontaria di un effetto non desiderato. 
ma non è certo colpa mia.