lunedì 29 ottobre 2012

frammenti di Londra

"l'aereo é in ritardo, ma ti pare? maledetta ryanair...basta, dal prossimo solo BA"

"mi racconti com'é stato vivere a Hong Kong? chissà che esperienza incredibile. 
tra l'altro sei bravissima a fare le foto, le guardo sempre e mi piacciono da matti. 
ma cazzo, non é mai capitato che non ci fossero taxi in stazione"

"bellissimo questo pub, molto british. ci danno la saletta privata per due ore, prendiamola e mangiamoci questo hamburger va là, che da lunedì mi metto a dieta. cosa dite birretta?"

"senti, io questa idea del Camembert sciolto al microonde e servito con i crostini la copio per una delle mie cene, non é eccellente? sì, ma qui abbiamo finito la birretta...bottiglia di vino rosso?"

"il cameriere é davvero carino, secondo me é italiano. gli ho chiesto ok e lui mi ha risposto ok"

"ci hanno fatto l'upgrade gratuito. stanze bellissime...ringraziamo la Valeria della reception"

"rimbalzate al The Sketch e al Claridge's. vaffanculo al té, andiamo a berci un Bellini da Cipriani"

"no, non ti compri quella felpa. c'é la U di quello stronzo"

"odio la commessa. però ho trovato cosa farmi regalare dai miei fratelli a Natale. non ti piacciono? ma dai, un po' esosi ma belli"

"seguimi passo passo come truccarmi bene. no, lo so che siamo in ritardo, lo so...abbiamo aderenze con il manager. giuro, giuro che da lunedì inizio la dieta"

"visto come sono in forma smagliante? lei é mia sorella, Carolina. allora, aperitivo al bancone, il tavolo é pronto e quando volete vi accomodate. al menù e al vino ci penso io, fidatevi"

"Valli, se sei figa vestita così, stai benissimo! che bello essere qui. ti rendi conto di quanto spesso ti vedo?"

"mangiamoci questo fritto misto che é divino... va beh dai passami anche il vitello tonnato"

"ecco vedi, uno assaggia questo agnello e andrebbe a limonarsi immediatamente lo chef"

"certo, il crudo é tagliato al momento, il forno é a vista, si può mangiare al bancone. dopo vi faccio fare un tour della cucina"

"sì, I walked the red carpet"

"finisci il tuo vino rosso? se no lo bevo io. che palle, allora finiscilo che é due ore che punto il tuo bicchiere"

"ma hai visto Bibi come lavora? ha gli occhi ovunque, é bravissimo. meno male che l'hanno bocciato al classico...e io che lo prendevo in giro, guarda che carriera"

"eccolo il piccolo Nucs, va' com'é in forma. altro che piccolo, ogni volta che lo vedo sembra sempre più grande. vieni che c'é Giacomo, qui siamo in modalità San Candido"

"facci la stessa foto di quando eravamo a Innichen, correva il 1988. riduttivo chiamarla amicizia"

"sigaretta e amaro? magari un gin tonic. ah, ecco fammi assaggiare l'espresso Martini. cosa? ancora Champagne? che buono questo dolce."

"raccontami un po' di questo nuovo progetto che mi ha detto Jeremy. ma guarda che sei bravo, sul serio...oh, andiamo che Tod ci presenta quel signore scozzese, pare che sia un idolo"

"ma il personale di cucina? tutti giovani, belli, bravi e italiani. single, se fossi in voi..." 

"dai, ti lasciamo andare Ste che devi fare chiusura. sempre bello vederti, e grazie di tutto. 
no, davvero...e poi complimenti, sei bravissimo. oh, basta devo smetterla di fare la sorella orgogliosa"

"venite a casa mia, ultimo giro di Champagne. bene,  alka seltzer e buonanotte"

"ho la tachicardia e non riesco a dormire. - sì, ma io voglio dormire siamo un'ora indietro..anticipiamo la colazione. e comunque il porridge non mi piace molto"

"al the box l'approccio é stato un po' fortino ma poi bello...spettacolini, gente al guinzaglio, nani e Puffetta. insomma, da vedere"

"ma ti rendi conto che non avevo capito che il filo conduttore della mostra fosse la giacca nera? mi raccomando non dirlo. e poi il poster non mi sta in valigia"

"com'é questa dieta? no, che io qui sto tornando ai vecchi albori"

"raccontami un po' dei tuoi esami. allora poi il 18 sei a Genova, io arrivo il 22 e poi veniamo su...che figata la Tailandia. io vado a Dubai... piuttosto, sarai mica fidanzato"

"sei mai stata qui? no, allora vieni che dobbiamo andare in bagno, é una figata. che poi per me é il locale più bello di Londra"

"il negozio di Victoria's Secret é davvero carino, abbiamo preso le ali per ognuna di noi così l'anno prossimo sfiliamo"

"ogni tanto dormo con un gatto non mio. ma prima controllo che sia sano, chiaro"

"ragazze, volete una Melissa? fa bene"

"ho spaccato il naso a un mio compagno di scuola perché mi aveva tirato giù i pantaloni.      - dev'essere stata l'ultima volta che ti sei ribellata a qualcuno che ti ha tirato giù i pantaloni-"

"ma hai visto che brutta quella coppia? cioé lei potrebbe migliorare, ma lui no...é proprio uno sfigato. che brutti cazzo"

"raccontami come é nata tra di voi...che bella storia la vostra, che bel destino. sì no, il mio ex invece era proprio uno stronzo cattivo...ma sai, serve tutto"

"voliamo via che Piero se no ci molla qui. ciao ragazze, ci vediamo a fine novembre a Bolzano"

4 amiche + 1 
3 amiche nuove per me
2 sorelle che sono un po' anche mie
2 fratelli di sangue
1 notte in London 

"quando andiamo la prossima volta?"



giovedì 25 ottobre 2012

l'illusione fa la donna ladra

io mi illudo, mi illudo un sacco.

da piccola mi illudevo quando pensavo che tutte le volte che prendevo un palloncino gonfiato a elio non l'avrei perso, che fosse Gesù Bambino a bere il latte nel bicchiere e Babbo Natale a bere il vino rosso lasciato sul balcone e che mio fratello avesse dei validi motivi per rompermi i coglioni. 

mi sono illusa di poter diventare Miss Italia quando a 8 anni mi hanno chiesto che lavoro volevo fare (certo che avevo una bella faccia tosta), quando speravo di diventare famosa pur non sapendo bene per cosa e quando ero convinta che una mia bugia non fosse scoperta. 

mi illudevo di essere carina nonostante l'apparecchio ai denti, di non essere ridicola se per addormentarmi fingevo di essere salvata da un bagnino di Baywatch (giuro, ero piccola)
e di far innamorare Bazzani di me (ok, ero più grande). 

mi sono illusa di passare diritto pubblico senza aver studiato, di tagliarmi i capelli e continuare a essere decente, di vivere un'intensa storia d'amore con il mio compagno di università e che il suo invito a cena fosse davvero un invito e non la scusa per la mia festa a sorpresa. 

mi sono illusa che il tempo potesse riaggiustare una storia finita, che il mio ex non fosse un perfetto stronzo e che in certe giornate bastasse indossare un sorriso per non piangere. 

e ora? mi illudo ancora naturalmente, più volte al giorno. 

mi illudo quando penso che la persona che mi dice che sono un'illusa capisca di cosa stia parlando, quando credo di essere capita e quando sono certa che guardandoli intensamente, i miei vestiti tornino da soli nell'armadio. 

mi illudo se penso che per stare meglio basti dormire una notte, un po' come quando da piccola avevo il mal d'orecchio, quando mi preparo per uscire e sono certa di incontrare il mio principe azzurro e quando cerco di smettere di fumare nonostante abbia da prendere un aperitivo. 

mi illudo ogni volta che inizio l'ennesima dieta e che ci sia ancora gente capace di cantare a squarciagola anche se stonata,
illudo i miei desideri quando faccio un bagno in mare la prima volta dell'anno e quando mangio la prima ciliegia. 

mi illudo di essere ancora una teen ager, di avere lo stesso metabolismo di quando avevo 15 anni, di essere in grado di fare nottata e non subirne le conseguenze per almeno 3 giorni 
e che i miei fratelli più piccoli non facciano sesso. 

mi illudo che le persone capiscano quando non sono interessata a niente di quello che mi dicono, quando penso di essere ascoltata veramente e quando reputo interessante ogni singolo individuo che conosco.

mi illudo quando penso che arriverà qualcuno e mi farà "l'offerta che non potrò rifiutare", devo ancora decidere se di lavoro o matrimonio, se sogno che posso davvero decidere io il mio destino e anche quando sono certa che ci sia già qualcosa di scritto. 

mi illudo quando credo di cucinare come Gordon Ramsey, quando spero di essere ancora in tempo per imparare a mettere le punte da ballerina e quando sono certa che vincerò una bella milionata al superenalotto, pur non giocandolo. 

mi illudo quando penso che i miei nonni vivranno in eterno, che mia mamma non invecchierà e che noi tre fratelli saremo sempre come siamo ora: 
giovani, piacenti e pieni di entusiasmo. 

mi illudo quando dico buonanotte a papà tutte le sere e penso che lui mi senta,  quando parlo ai nonni bis mentre li vado a trovare e mi illudo di non morire mai, nonostante la mia ipocondria mi faccia pensare l'opposto settimanalmente.

mi illudo di aver lasciato il segno in tutti i ragazzi che ho conosciuto, di vivere una storia come quelle dei film, di pianificare un futuro sulla base del nulla e di sentire di nuovo quella felicità così forte che ti terrorizza. 

mi illudo di essere stata sempre sincera con tutti, di non aver mai sbagliato, 
di mangiare patatine fritte e maionese quando invece si tratta del solito sedano rapa con lo yogurt magro e di vedere la Sampdoria vincere un altro scudetto. 

illudersi è un po' sperare troppo forte e disilludersi solitamente fa piuttosto male. 


c'è quel momento, però, quando ti illudi di qualcosa che sei felice perché della realtà non ti importa alcunché. è per quel momento che mi piace l'illusione. 
dovreste provarci anche voi.


lunedì 22 ottobre 2012

la stagione del piumone viene e va

è stagione di piumone. 
e il piumone è come una storia d'amore. 

il piumone protegge le tue notti e conosce tutti i tuoi sogni, persino quelli che non ricordi,
è il rifugio che ti accoglie quando fuori c'è il temporale,
e la delusione di quando lo cerchi e non lo trovi se senti freddo. 

è il fedele compagno che ti segue sul divano durante le domeniche di ozio e calcio in tv, 
è l'unica cosa dalla quale non vedi l'ora di tornare quando la mattina lo saluti e ti senti così stanca
ed è la coccola che stringi in caso di incubi. 

ti aspetta soffice e morbido quando torni a casa dopo una giornata di lavoro, 
resta impassibile quando ti ci butti sopra schiacciandolo all'improvviso 
perché sa perfettamente che così ti rilassi davvero. 

poi, però, arriva il momento in cui averlo addosso dà fastidio. 

inizia a diventare pesante, ingombrante, incredibilmente troppo caldo, 
vorresti più spazio perché ora è primavera e pian pianino il tempo diventa mite, 
le giornate si allungano e i profumi si intensificano 
e mentre lo guardi ti viene un po' di tristezza. 

all'inizio provi a spogliarti di vestiti e di pensieri, ché forse così il piumone ti sembrerà lo stesso rifugio sicuro dell'inverno appena trascorso, 
ti lascerà dormire tutta la notte
e la smetterà di farti svegliare sudata e un po' angosciata.

e invece no. 

ci sarà quella notte in cui lo sbatterai per terra all'improvviso e ti sentirai così leggera da riaddormentarti subito e iniziare a sognare di nuovo, 
non lo cercherai più con la mano perché non avrai più freddo
e l'inverno appena passato lo ricorderai ancora per poco. 

ricomincerai a dormire bene perché sola,
avrai bisogno di tutto lo spazio del letto a disposizione, 
perché più farà caldo più sentirai di voler pensare solo a te e a quello che ti piace. 

la stagione del piumone viene e va. 

ma quando torna è una bella cosa. . 

venerdì 19 ottobre 2012

L' augurio di Vittoria

Benvenuta Vittoria, 
ci ho messo un po' a scriverti, ma volevo che la tua mamma fosse più tranquilla e in grado di leggere per te questa sorta di lettera. 

volevo farti un augurio per il futuro, ma non parlo di grandi cose della vita perché per quelle ci vorranno i tuoi genitori. 

ti auguro di non sentire troppo male quando cresceranno i tuoi dentini, 
di avere il tuo peluche preferito e di riuscire a non perderlo mai,
di non piangere troppo quando dovrai lasciare il ciuccio. 

ti auguro di individuare subito un'amica all'asilo con la quale andare d'accordo e tenerti per mano nella coda per andare sullo scivolo, 
di emozionarti il primo giorno di scuola,
di scrivere lunghissime lettere a Babbo Natale e di chiedere un pony che non arriverà mai, 
di sbucciarti le ginocchia perché ti piacerà correre in giardino. 

ti auguro di avere un palloncino colorato dal tuo papà quando la domenica andrete a passeggio, 
di fare uno sport che ti piace,
di leggere libri fin da piccola
e di rifugiarti nel lettone dei tuoi genitori per un incubo che dimenticherai presto. 

ti auguro che la prima sigaretta che fumerai ti faccia schifo, 
di avere sempre la tua torta preferita il giorno del tuo compleanno, 
di scrivere sul banco le regole di latino senza farti beccare 
e di prendere un inaspettato 8 di matematica che farà sorridere la tua mamma. 

ti auguro di dover mettere l'apparecchio per i denti perché così apprezzerai quando te lo leveranno, 
di non farti beccare quando farai la prima puccia a scuola, 
di mangiare qualche schifezza ogni tanto 
e di rimediare sempre ai brutti voti che prenderai. 

ti auguro di ascoltare musica opinabile e della quale una volta cresciuta ti vergognerai, 
di indossare vestiti assurdi, come i pantaloni di plastica che avevo uguali alla tua mamma, 
di farla franca quando sarai in gita scolastica 
e di imparare l'inglese con i viaggi EF.

ti auguro di fare errori,
di innamorarti dell'uomo sbagliato, perché solo così troverai quello giusto, 
di imparare a sciare perché l'inverno in questo modo sembrerà meno lungo. 

ti auguro di scegliere la tua strada quando dovrai decidere dopo il tuo brillante esame di  maturità, 
di vivere all'estero anche solo per qualche mese
e di essere sempre riconoscente nei confronti dei tuoi genitori, 
con i quali ti auguro di avere un rapporto sincero (adolescenza a parte, ma quella non conta). 

ti auguro di essere bella il giorno del tuo matrimonio come lo era la tua mamma, 
di tenere forte il braccio del tuo papà quando ti accompagnerà in chiesa 
e di tirare il bouquet a un'amica lontana. 

ti auguro di avere un'amica come Alessandra lo é stata per mamma, 
vicina a tutti i tuoi momenti importanti e a quelli più scemi, 
che ti tenga la testa se dovrai vomitare 
e che ti dia una spalla su cui piangere in caso di cuore spezzato. 

ti auguro di saper mantenere un'amicizia leggera ma importante con una persona che cambierà città,
con la quale condividere moltissimi ricordi felici 
e un bene sincero nonostante i km. 

sei nata in un momento particolare per tutti Vittoria,
ma é per questo che la tua nascita e il tuo nome suonano così bene.

spero di vederti presto e di stringere la tua mamma e il tuo papà.

una "zia" lontana che é già pazza di te,
Carolina

mercoledì 17 ottobre 2012

basta non lasciarsi influenzare


mi sono crogiolata nel mio stato pietoso senza azzardare alcuno sforzo per rendermi presentabile a chicchessia, 
e in questo so di avere tutta l'invidia delle donne parte di coppie sposate/conviventi che cercano di mantenere dignità nonostante il malessere

mi sono spostata da un divano all'altro, coperta annessa, per cambiare il lato dove appoggiare la testa, 
in questo modo non ho rischiato di incriccarmi

ho mangiato la solita mela grattuggiata con il limone in abbondanti quantità, 
cura più lei del vivin c

mi sono goduta tutte le telefonate e i messaggi di parenti e amici interessati al mio stato di salute

ho chiesto in farmacia lo sciroppo per la tosse senza zucchero, 
del resto "schifoso per schifoso meglio non ingrassare". 
due conclusioni: sono un'invasata e quello sciroppo fa veramente schifo 

ho guardato una marea di programmi trash alla tv, 
questo per aumentare il mio disgusto nei confronti del genere umano e sentirmi meno larva di quello che ero

ho iniziato una dieta, LA dieta. 
l'influenza dà inappetenza, approfittarne sempre

ho masticato un sacco di chewing gum e caramelle senza zucchero 
per levarmi dalla bocca il gusto amaro della febbre

ho benedetto il lato del letto vuoto nelle notti insonni perché mi ha permesso di guardare parecchi episodi di scrubs sul cellulare a ore improbabili


quando avevo la febbre alta mi sono lamentata talmente tanto nel sonno
da svegliarmi da sola

ho realizzato che non parlare con nessuno per 3 giorni non solo ha fatto bene alla mia gola, 
ma anche, e soprattutto, alla mia sanità mentale

anche se sprofondassi nelle sabbie mobili, o nella merda, 
non ci sarebbe doccia che mi faccia sentire più pulita di quella post-influenza

ho smesso di fumare. ok, sono solo 3 giorni, e solo perché ho le ghiandole della gola talmente grandi che dovrò chiedere loro l'affitto, 
ma é un inizio. 
e questa volta un inizio tutto mio. 

ho realizzato che nonostante 3 giorni a letto, 
non crescerò di statura come quando ero bambina. 
dev'essere anche per questo che hanno inventato i tacchi. 

venerdì 12 ottobre 2012

fidarsi è bene, non fidarsi è meglio

non mi fido di chi non beve per non perdere il controllo, 
di chi ha troppi orologi in casa,
di chi non offre mai qualcosa, neppure un orecchio per ascoltare. 

non mi fido di chi non fa regali,
di chi dice di non volerne, 
di chi non apprezza una festa a sorpresa, 
di chi non ha creduto almeno fino a 6 anni a Babbo Natale. 

non mi fido di chi dice di non avere paura di niente, 
di chi non ha mai superato almeno una piccola paura, 
di chi non esprime un desiderio quando vede una stella cadente, 
di chi non urla e non sbatte la porta quando litiga.

non mi fido di chi trattiene gli starnuti, 
di chi non ascolta mai musica nazional-popolare, 
di chi non guarda il Festival di Sanremo, anche solo di sfuggita. 

non mi fido di chi non segue il proprio istinto, 
di chi non cerca di parlare una lingua straniera che conosce poco, 
di chi quando è all'estero non assaggia le specialità locali. 

non mi fido di chi va sempre nello stesso ristorante, 
di chi non ha mai fatto una pazzia per amore, 
di chi non trova il tempo per andare a fare una carezza a un nonno, 
di chi non ha passato almeno nella vita una notte insonne.

non mi fido di chi non supera i propri limiti per aiutare qualcuno che sta male, 
di chi riesce sempre a stare sotto i 15 kg quando fa la valigia, 
di chi piega le mutande quando si spoglia,
di chi non si compra un cappello che sa già che metterà pochissimo. 

non mi fido di chi non si sporca le mani quando scrive o fa un biglietto colorato, 
di chi non fa le 3 del mattino anche se il giorno dopo lavora, 
di chi, alla faccia della dieta, non va a mangiare la focaccia appena sfornata,
di chi non ha mai avuto il coraggio di mandare un messaggio nel cuore della notte. 

non mi fido di chi non è capace di guardarsi negli occhi senza parlare, 
di chi porta sempre l'ombrello in borsa, 
di chi non si regala qualcosa senza farselo impacchettare, 
di chi non ha cercato di riconquistare un amore pur sapendo che non ci sarebbe mai riuscito. 

non mi fido di chi non scrive lettere a mano, 
di chi usa il bianchetto, 
di chi fa le parole crociate con la matita perché così se sbaglio cancello, 
di chi non ha mai svegliato nessuno dopo un incubo. 

non mi fido di chi cucina senza sporcarsi mani e viso di farina,  
di chi non fa il bagno in mare se non ha il costume, 
di chi non guarda film spazzatura, 
di chi non ha mai svegliato qualcuno per fargli vedere l'alba. 

non mi fido di chi non vuole soprannomi anche se fanno sentire idioti, 
di chi si prende sempre troppo sul serio, 
di chi parla di politica il venerdì sera dopo il terzo bicchiere di vino, 
di chi non ha passioni o manie. 

non mi fido di chi non gioca a scala 40,
di chi non chiama la mamma solo per salutarla, 
di chi non è felice per il successo di un amico, 
di chi non ha mai pianto per strada.

non mi fido di chi vive senza scegliere e senza prendere posizione, 
di chi critica quello che non conosce, 
di chi mette il denaro al primo posto della scala dei valori, 
di chi non dice a un'amica che sta male vestita così.

non mi fido di chi parla troppo lentamente perché sceglie ogni singola parola, 
di chi non ha mai cantato al karaoke anche se stonato, 
di chi non ha mai ballato senza musica per strada, 
di chi non dice parolacce. 

non mi fido di chi non è mai uscita di casa con il rossetto sui denti, 
di chi non è mai caduto o scivolato in mezzo alla gente, 
di chi non ha mai mentito sull'età, 
di chi non si è mai tolta i tacchi e ha camminato scalza.

non mi fido di chi gioca al non mi faccio sentire, chiamerà lui, 
di chi non rischia di fare la figuraccia, 
di chi non si illude mai, 
di chi ha smesso di credere nell'amore. 

non mi fido di chi si è reso conto di essere insoddisfatto della propria vita 
e non ha fatto niente per cambiarla. 

mi fido delle persone a cui voglio bene
e questo mi basta. 

mi fido di me. 

mercoledì 10 ottobre 2012

sempre single, mai sola

"e tu, cara, quando pensi a sposarti? ormai hai 30 anni". 

no, cara vecchia amica di famiglia, non ho 30 anni, ne ho 29 tanto per cominciare. 
e poi vorrei continuare dicendoti di farti una bella dose di cazzi tuoi, ma si sa che sono troppo gentile, quindi farò finta di niente. 

non ti dirò che spesso non è facile trovare una persona con cui finire una cena senza mandare un messaggio alle tue amiche supplicandole di chiamarti per una finta emergenza,
né che in giro c'è tanta di quella merda che è già qualcosa se non ne vieni risucchiata trasformandoti in una piccola parte di quel composto organico
e neppure che la vera fortuna è poter contare su te stessa e su qualche selezionatissimo amico. 

è vero, quando torno a casa le luci sono sempre spente, 
nessuno mi aspetta per darmi un bacio o per tenermi il muso perché la mattina sono stata intrattabile, 
mangio sempre da sola, a volte cucinando bene e altre cenando in piedi dal frigo. 

ci sono notti in cui il silenzio diventa assordante, soprattutto quando c'è il temporale, 
mi manca ricevere un complimento quando sono malata e in stato di decomposizione, perché si sa, l'amore è cieco davvero,
essere a capotavola quando sono invitata a certe cene di coppie è quasi straziante come il posto fisso nel tavolo dei single ai matrimoni
e ci sono quei giorni in cui ti senti così sola che non basta neppure uscire con un'amica, 
guardare un film divertente o mangiare una marea di biscotti al cioccolato. 

però, io so stare da sola perché lo sono stata per un bel po', 
quindi non mi accontento di nessuno. 

non esco con una persona che al terzo messaggio scrive d'avanti per offrirmi un aperitivo, 
né con chi ascolta i Pooh e pretende di pianificare il mio Natale dopo avermi offerto solo un caffé. 

prendo un aperitivo anche se rimango sola al tavolo del bar, 
dedico tutto il tempo che voglio alle mie passioni, 
faccio le vacanze da sola,
ho imparato a cambiare la ruota di una macchina
e sto lavorando sulla tecnica per appendere i quadri dritti. 

vivo così, tra grandi momenti di solitudine ed euforie momentanee, 
tra ansie e preoccupazioni, vestiti nuovi e voglia di cambiare, 
tra week end senza fare nulla e farfalle nello stomaco di tutti i primi appuntamenti,
tra insicurezza sul futuro e consapevolezza di quello che sono. 

essere single è un po' come dormire in un letto matrimoniale: 
d'estate si sta bene perché hai il lato fresco in più, 
d'inverno ti scaldi più lentamente perché l'altra piazza è fredda. 
il bello  è che d'inverno, quando dormi sola, puoi farlo con felpa e calzettoni. 
e quella piazza tanto fredda non lo é più. 

amica di famiglia, avevo promesso che non l'avrei fatto perché sono troppo gentile, 
ma non mi trattengo: fatti i cazzi tuoi. 

lunedì 8 ottobre 2012

Quando certe amicizie iniziano molto prima di te

"ringrazio tutte le persone che sono qui e che ci hanno accompagnato in questi 30 anni di matrimonio"
applauso, brindisi, occhi lucidi. 

ma andiamo con ordine. 

quando una coppia di amici di famiglia festeggia qualcosa, 
qualcosa a cui partecipi, è normale essere felici, ma in questo caso le cose sono diverse, le cose sono di più. 

è una coppia di amici speciale perché il loro rapporto con quello dei miei genitori ha fatto sì che anche noi figli diventassimo speciali l'uno per l'altro. 
descrivere amicizie così lunghe, che partono ben prima dalle nostre nascite, é un'impresa piuttosto complicata, 
ma non sarà questo a fermarmi. 

da piccola, ad esempio, ho avuto ogni tanto paura di Attilio perché urlava e io alle urla non ero molto abituata, 
e da grande, quando fumavo in vacanza, lo facevo tranquillamente davanti alla mamma, ma mi imbarazzava farlo davanti alla Astrid. 
eppure so per certo che se avessi bisogno di qualcosa, loro non si tirerebbero indietro, 
come quando ho avuto problemi alla tiroide e poco dopo avevo già un appuntamento a Milano. 

c'è la volta che io e la Sara ci siamo vestite da contadine per la sfilata sui carri, 
tutt'e due terrorizzate ma fiere del nostro ruolo, 
ci sono le giornate tutti insieme a sciare, quando "mangiamo alle 11,30 così non ci rubano i posti", 
le sveglie all'alba per vedere le ragazze della nazionale di sci, le gare dell'ospite e i salti sui tappeti elastici, 
e tutti i gelati a forma di orsetto che ci siamo mangiati (che chissà perché gli orsetti li trovavo solo lì). 

e poi...le pizze insieme, i gelati, le bancarelle improvvisate dove vendevamo di tutto e facevamo le treccine ai capelli, 
le prime sigarette (diana) fumate di nascosto, le gite con l'agenzia del turismo (e la mia caduta nel lago), 
Bibi detto anche la bua sessuale, la Valli che sembrava un maschiaccio, i due fratelli nati insieme nel 1991, 
così diversi tra loro e così amici. 

le lettere quando non ci vedevamo, le passioni condivise, il mitico week end a Novi a dormire tutte insieme e sopportare le mie cantilene per un bacio rubato, 
i Capodanno organizzati all'ultimo a mangiare la pizza e ballare da Angelo, le settimane bianca e i chupiti di grappa alla mela verde, 
lo Snowboardcenter e le patate saporite, le canne dei fratelli piccoli che hanno messo a dura prova i nervi dei nostri genitori. 

Formentera, lauree e maturità, la pace dei sensi in quel lontano 2003 e il tatuaggio fatto con la Valli che mi teneva la mano, 
le telefonate "lui convive e ha 21 anni", i messaggi con i commenti cattivissimi "ancora grazie che ti rispondo" e il classico "Ina, manda tu questo messaggio per me che sei brava", 
trucco e parrucco per l'appuntamento di Forte dei Marmi, il "oh, cazzo é già arrivata" e consolare il cuore spezzato con " una banana split ma senza banana, cioé solo con lo split"
corse in mezzo a San Candido e grandi abbracci perché "saranno tre anni che non ti vedo", sapere che mio fratello va a vivere a Londra, ma tanto c'é pure la Valli. 
la sorpresa della Mimmi che dopo l'esame alla Bocconi mi dice "affacciati alla finestra" e la vedi tornare a San Candido, 
tutte le volte che abbiamo preso l'aperitivo in enoteca, con la bruschetta primavera, 
la stagione di Bibi alla Centrale, passata solo con la Valli che gli faceva la barba e che ha dato il via a noi tutti, che almeno qualche tempo abbiamo lavorato lì. 

e poi... poi la condivisione di quando uno della "famiglia" se ne va, 
la prima telefonata a cui sono stata in grado di rispondere quella mattina del 16 giugno 2004, 
vedere gli amici che prendono la macchina e vengono da te, solo per un abbraccio, solo per pochi minuti, solo perché in quello sguardo c'é molto di più di quello che non si riesce a dire. 
guardarsi negli occhi o parlarsi al telefono nel momento più duro della vita di alcuni, 
sapere che nulla sarà mai come prima anche per gli altri, 
essere sicuri che comunque ci saremo reciprocamente sempre per tutti. 

vedere la tua amica, splendida e felice entrare in Chiesa per andare incontro all'uomo che la sta aspettando all'altare, 
ma in realtà é lì che la aspetta per tutta la vita, 
condividere con lei il giorno più bello della sua vita e uno dei giorni più importanti di tutta la sua famiglia, 
emozionarsi per lei e con lei, ridere insieme e commuoversi quasi fino a star male quando la Valli abbraccia tuo fratello e te e ti dice
"si sente davvero la mancanza di Adri ". 

essere felice del successo degli amici, della loro felicità, della loro vita, 
senza mai alcuna gelosia, invidia o antipatia. 

leggere lo status su facebook di Guido che scrive "svegliarsi e vedere il sogno realizzato di un tuo amico, non ha prezzo", 
sapere che vanno ad Amsterdam insieme e si divertono con giudizio, 
convincere la mamma a mandare Nucs in Marocco con lui perché "mamma, sarà anche una testa di cazzo, ma non c'é una persona della quale mi fiderei di più a viaggiare". 

pensieri condivisi mentre si beve Champagne sul tetto di Londra, crisi di coppia raccontate a chi sa davvero ascoltare e dare consigli, 
soffrire di ansia da lavoro e parlarne per tirarsi un po' più su, 
decidere di andare a vivere a Bolzano perché tra l'altro c'é anche la Mimmi e io parto con degli indiscutibili vantaggi. 

passare serate a dire ad ascoltare "il mio amico Adri aveva ragione"
e sentirsi dire dalla Valli "oggi l'Attilio, bello emozionato come sempre, mi ha detto che tuo papà sarebbe davvero orgoglioso di voi"
salvo poi prendersi una bella botta di imbecille perché "cosa cavolo vuoi disturbare che sei praticamente una della famiglia".

sentirsi sempre, vedersi quando si può, emozionarsi o ridere degli aneddoti dei momenti passati insieme, 
anche dei momenti passati dei nostri genitori, che in fondo se non fossero stati così amici non ci avrebbero passato tutto il bene che ci vogliamo. 

io e la Mimmi a Bolzano, 
la Valli e Bibi a Londra, 
Guido e Nucs che viaggiano insieme, 
e il piccolo Cillo, che piccolo non é più, ma per noi lo resterà quasi sempre. 

"ringrazio tutte le persone che sono qui e che ci hanno accompagnato in questi 30 anni". 
no, sono io che ringrazio voi. 

perché dalla vostra amicizia con i miei genitori abbiamo imparato a essere amici noi figli.
e questa amicizia tra di noi é qualcosa che é sempre andata al di là del tempo, del luogo e dello spazio; 
spesso penso di far parte di una grande famiglia allargata, che mi fa sentire a casa anche quando sono nella vostra casa, 
e che in tutti questi anni mi ha dato talmente tanto da non poterlo quantificare. 

continuiamo a incrociare le nostre vite, Zanetti e Lanzoni, 
fino a oggi é stato davvero qualcosa di magico. 

mercoledì 3 ottobre 2012

Io senza fratelli?


non é che io non abbia mai pensato di voler essere figlia unica. 
né da piccola, né da adolescente. ma poi ho capito una marea di cose crescendo, cose di fratelli. 

immagino non debba essere stato facile essere buttata giù dal trono a 18 mesi da un bambino che da piccolo era orrendo, 
ma suppongo che per averlo chiamato Bibi, un po' di bene devo avergliene voluto da subito. talmente tanto che se piangeva per la fame gli cospargevo il cranio pelato con delle briciole di pane, 
facendolo incazzare perdutamente. 

per non parlare di tutte le volte che all'asilo mi rompeva le palle e mi stava incollata, 
facendomi addirittura infiltrare nella recita nel ruolo di angelo, senza tunica e con le ali sgarruppate perché se no lui l'angioletto non lo faceva. 
però penso anche che l'aver passato insieme asilo, elementari e medie nella stessa scuola mi abbia fatto sentire meno sola la mattina. 

alcune cose devo averle rimosse, altre le ricordo molto bene, 
per esempio le botte da orbi e la sua molestia insostenibile, 
la volta che mi é stato sequestrato il frustino da equitazione perché lo usavo per difendermi e l'aver visto insieme l'inizio di Phenomena per sbaglio, 
che probabilmente ha rovinato la nostra infanzia. 

e poi le vacanze, dagli appuntamenti in Sardegna o Brunico con i nonni, dove facevo un po' la seconda mamma e arrivavo a dire "io figli non ne vorrò mai", 
alle grandi estati con la EF dove eravamo tutti e due adolescenti scemi, ma che nel momento del bisogno c'erano l'uno per l'altro. 
tra portafogli persi ("non ti preoccupare, in qualche modo si fa") e problemi d'età per entrare in discoteca ("ahahah...ti hanno lasciato fuori, scemo. io entro, ciao.")

e nel frattempo, tra un San Candido e un Porto Ottiolu, 
un corso di tennis, ginnastica o scherma, come se niente fosse, 
é arrivato il terzogenito, un vitello di 4 kg e 3, tutto ciccia e pianti disperati. 

se dovessi definirlo quando era piccolo parlerei di un bambolotto rompicoglioni, 
cresciuto a dismisura sia nel carattere che nella mole da subito e abituato a sentire i discorsi dei bambini grandi. 
schiavizzato ogni tanto per andare a prenderci le merendine, 
fonte di nervosismi assurdi quando voleva solo me per addormentarsi e mi obbligava ad andare a dormire alle 08 (avevo 10 anni!), 
grande compagno di tiri al pallone, sebbene non fosse affatto portato, 
bambino infame del "alla ina piace lui" o "mamma, la Ina mi ha dato 5 mila lire per non farmi dire che fuma",
il piccolo Nucs é riuscito a inserirsi perfettamente nel binomio formato da Tod e me, 
un binomio di litigate, insulti, giochi e malattie condivise. 

ah, ne sono passate di acque sotto i ponti: 
trasferimenti, traslochi e separazioni, 
piercing al naso, furti di motorino e fratture ossee, 
feste di compleanno, regali improbabili (e tutti quelli che non mi hanno mai fatto), 
tatuaggi e feste a casa, liti a cena per il calcio,
cavalli, cani, batteria e chitarra. 

e poi esami diversi, una maturità e una quinta elementare preparati insieme, 
telefonate con "oh, la mamma ti ha beccato, 'stavolta sono cazzi", promesse non mantenute "vengo a vedere il tuo orale alla maturità" , 
trasferte della Samp, vittorie e sconfitte, panini preparati all'alba e serate finite insieme nella stessa discoteca "arrangiati per tornare a casa, io sono impegnato", 
feste dei 18 anni passate a ridere e bere, talvolta anche a essere cacciati fuori dal locale causa rissa, 
serate che "usciamo in macchina ma torniamo in taxi", focaccia attaccata alla porta il sabato mattina per chi ancora andava a scuola, 
e commenti sull'abbigliamento "perché hai un fagiano in testa?" - "come cazzo ti sei vestito?"

salvataggi in corsa per una maturità "dovevi leggere la coscienza di zeno? te la racconto io"
concerti a Verona, cene in Piemonte a mangiare il fois gras "perché tu hai fatto proprio un bell'esame" , 
"brava Ina" urlato nel microfono in aula magna dopo la laurea, 
e aperitivi sotto casa "ovviamente offri tu". 
scherzi alla mamma, pianti disperati in ufficio perché "mio fratello domani va a vivere a Londra", 
litigate per il telecomando e gran figure di merda in pubblico, 
passeggiate per i campi da golf e gare di canzoni a tavola, 
battute su battute su chiacchierate importanti di passato, presente e futuro. 

da bambini moccicosi e vestiti sempre uguali alle cerimonie (che incubo), 
siamo cresciuti insieme, sempre uniti e diversi gli uni dagli altri sia fisicamente che caratterialmente, talmente diversi che hanno scambiato Bibi e me per fidanzati a lungo e l'ultima volta persino Nucs e me (e poi dicono che non porto bene gli anni, cazzo),
ma  qualsiasi gioia o enorme dolore, e sappiamo bene cosa vuol dire, lo sappiamo davvero, 
qualsiasi successo o delusione, qualsiasi progetto, qualsiasi sogno, qualsiasi cazzata che ci é passata per la testa, 
l'abbiamo condivisa tra noi tre, creando un nucleo così stretto che quando siamo insieme é praticamente impossibile entrarci. 

tre belle teste di cazzo fatte e finite, 
che si cercano e si trovano sempre, nonostante le distanze, 
e che quando sono insieme riescono a fare festa. ma festa vera.