venerdì 28 giugno 2013

la fortuna aiuta. basta riconoscerla

sono fortunata e mi ci sento.
non mi ci sento tutti i giorni tutto il giorno, ma é già qualcosa.

sono fortunata per i ricordi di quando ero bambina,
per le belle fotografie del mio passato,
per non aver ereditato il naso del nonno Johnnie, 
che stava tanto bene a lui ma mi avrebbe certamente obbligata a un intervento di chirurgia (e a un conto aperto presso una psicologa infantile).

sono fortunata perché pur non essendo mai stata 'sta gran figa non ho mai avuto troppi problemi con i ragazzi,
neppure quando avevo l'apparecchio ai denti,
e anche nel caso in cui non sia piaciuta abbastanza, 
ho sempre scelto la regola del destino e cioé "si fotta, arriverà quello per me".

sono fortunata perché non sono né troppo alta né troppo bassa,
ho una taglia di reggiseno assolutamente rispettabile
e la parlantina necessaria per mettere ognuno al proprio posto, 
si tratti di un superiore o di un camallo.

sono fortunata perché ho una famiglia alla quale sono molto legata e sulla quale so di poter contare,
e anche se alcuni latitano, 
li posso facilmente rimpiazzare con zii acquisiti e gli amici di famiglia.

sono fortunata perché, nonostante sia una donna insopportabile, 
riesco a farmi voler bene dalle persone,
ad avere amici sinceri (che seleziono accuratamente)
e perché sono riuscita a diventare sanamente egoista,
così mi contorno solo delle persone che rendono migliore la mia vita e il resto lo elimino.

sono fortunata perché sono capace di stare da sola,
onestamente guardandomi in giro é una delle mie doti che apprezzo di più,
perché sono certa di non dover dipendere da nessuno, 
e poi perché conosco perfettamente i miei difetti riuscendo di tanto in tanto a nasconderli. 

sono fortunata perché ho avuto molte possibilità,
non certo per merito mio,
un'educazione che mi ha permesso di diventare quella che sono e sì,
so perfettamente di essere egocentrica, egoista e megalomane,
ma tutto sommato poteva andarmi (o andarvi) peggio.

sono fortunata perché in un modo o nell'altro sono sempre riuscita a cavarmela,
anche quando pensavo che non ce l'avrei fatta e sarei diventata una larva,
e perché ho quasi sempre avuto il sorriso sulle labbra, 
soprattutto nei momenti difficili. 

sono fortunata perché credo ancora nelle favole, 
nelle stelle cadenti, 
nelle coccinelle e nel desiderio della prima ciliegia di stagione, 
che anche se non si avvera va bene così. 

sono fortunata perché non ho mai fretta,
perché non mi manca quasi mai quello che non ho,
perché so quello che voglio e so anche aspettarlo. 

sono fortunata perché riconosco di esserlo, 
e credo sia questo che mi faccia vivere così bene. 

martedì 25 giugno 2013

profumo e caffè

sarà perché sono due cose senza le quali non posso uscire di casa, 
anche quando l'odore della merda di certe giornate lo fiuto già dai sogni che faccio,
che considero profumo e caffè due costanti fondamentali della mia vita. 

il caffè che ho iniziato a bere a sei anni, quando mi ero stufata di vedere tutto quel bianco nella mia tazza, 
che mi ha scottato quando la mamma per sbaglio me l'ha rovesciato incandescente sulla mano, 
che mi sono rovesciata sulla camicia bianca appena messa facendomi dare in escandescenze. 

il profumo della colonia del papà, che riconosco ancora se cammino per strada e qualcuno lo porta, certo mica bene come lui, 
quello della focaccia appena sfornata, che mi aggredisce all'improvviso facendomi venire l'acquolina in bocca, 
quello del rossetto rosso della mamma quando andava a cena fuori e io le dicevo "come sei fascinante". 

il caffè delle prime cene fuori, che magari bevevo un bicchiere di vino e poi mi girava la testa, 
quello delle nottate sui libri a cercare di farmi entrare in testa le ultime informazioni utili prima di andare a dare un esame, che mi sentivo un po' come un animale pronto per il macello, 
quello dei pomeriggi passati a chiacchierare con un'amica, che per uscire la scusa era sempre "ci vediamo per un coffee". 

il profumo del borotalco e della crema johnson rosa quando ero piccola, 
quello dei primi campioncini che mi dava la mia amica visto che sua mamma aveva una profumeria, 
quello del mare di Sori, che sarà stato uguale a quello del mare di altre parti, 
ma per me no. 

il caffè che diventava cappuccino a qualsiasi ora del giorno se dovevo vedere una partita della Samp al bar sotto casa, 
quello che ero convinta che lo fosse all'Olimpico, quando invece mi avevano dato un Borghetti, 
quello che macchio ogni volta che devo berlo in Autogrill, che così magari non sento quell'orrendo sapore. 

il profumo di pesce quando decido di cucinarlo con estremo entusiasmo, 
quello di curry e spezie che esce dall'appartamento di fianco al mio, che mi piacerebbe pure ma magari non alle 8 del mattino, 
quello che quando mi succede qualcosa e voglio cambiare vita mi infilo in profumeria per trovarne uno che sia adatto alla mia nuova me. 

il profumo che mi spruzzo prima ancora prima di fare la doccia e lo faccio solo per il gusto di farlo, 
il caffè che borbotta la mattina e quel rumore mi fa sempre sorridere un po', 
il profumo di caffè che sento quando apro la porta di casa e la mamma l'ha fatto prima di me. 

il profumo di un'altra persona che mi sento addosso il giorno dopo e quasi quasi me lo vorrei tenere ancora un po', 
il caffè che bevo la mattina presto con gli occhiali da sole senza dover dare spiegazioni a chi lo beve con me. 

il caffè che scelgo di bere con qualcuno per continuare anche solo per un minuto la notte appena trascorsa, 
il profumo mio, che si mischia con il suo e che quell'odore nel suo insieme non é affatto male. 
anche se dura poco. 

giovedì 20 giugno 2013

la playlist della mia vita

1. Futura di Lucio Dalla.
perché ogni volta che la ascolto sogno sia stata scritta dalla mamma e dal papà per me.

2. Mio fratello è figlio unico, di Rino Gaetano.
perché anche se ogni tanto ho desiderato essere figlia unica, 
anche se qualche volta litighiamo come quando eravamo piccoli, 
senza di loro la mia vita non sarebbe così bella. 

3. Paris Latino dei Bandolero.
perché ogni volta che la ascolto so esattamente a che scena di Vacanze di Natale si riferisce,
un film che sa di Lanzoni

4. La Lambada.
perché l'ho ballata in Sardegna con il nonno e Bibi, 
quando la sera eravamo troppo piccoli per uscire da soli ma abbastanza grandi per divertirci con Franco.

5. Hanno ucciso l'uomo ragno degli 883.
la prima volta che guardando il karaoke e hanno dato questa
ho cantato senza il bisogno di leggere il testo: mi sono sentita adulta. 

6. Please forgive me, di Bryan Adams. 
perché mi ricorda quando avevo 11 anni ed ero convinta di essermi innamorata di un 15enne, lui non ascoltava altro.  e quindi anche io. 

7. Saturday Night, Whigfield. 
le prime volte che ballavo in camera sognando di essere in discoteca, 
uno dei primi video che ho visto. 

8. Mmm mmm mmm mmm, dei Crash Test Dumnies. 
non credo esistano canzoni pop più belle di questa
(e ogni volta che la ascolto mi sento l'apparecchio in bocca) 

9. As long as you love me, dei Backstreet Boys. 
perché anche io ho avuto il periodo delle boyband, 
e perché anni dopo ha accompagnato i viaggi con le amiche sulla punto di Gianni. 

10. Drinking in L.A., dei Bran Van 3000. 
perché, cazzo, l'avete sentita bene?
questo pezzo non ha età. 

11. E dimmi che non vuoi morire, di Patty Pravo. 
perché papà me l'avrà fatta ascoltare mille volte in macchina e, 
molti anni dopo, la faceva suonare al piano bar per chiamarmi al telefono e farmela sentire. 

12. Basket Case dei Green Day. 
perché diavolo, nessuno della mia generazione potrebbe non metterla. 

13. Something, dei Beatles. 
perché, che ci crediate o meno, anche io sono romantica.
e vorrei che un uomo l'avesse dedicata a me. 

14. You shook me all night long, degli ACDC. 
perché, che ci crediate o meno, non sono poi così romantica. 
e l'idea che qualcuno abbia pensato di me working double time on the seduction line, 
she was one of a kind, she's just mine all mine mi piace da morire.

15. Marlon Brando è sempre lui, Ligabue. 
perché mi piaceva quella storia d'amore, 
e quel sogno da duemila lire. 

16. Friday I'm in love, The Cure. 
perché adoro gli anni '80 e quei tipi un po' strani. 
ma soprattutto perché cascasse il mondo, io il venerdì mi innamoro sempre. 
anche solo del mio negroni sbagliato. 

17. La Flaca, Jarabe de Palo. 
perché ricorderò sempre quando con l'incoscienza dei miei 16 anni mi sono lanciata sulla pista vuota della discoteca gremita in coppia con Michele per ballarla. 

18. Profumo, di Gianna Nannini. 
perché ogni storia d'amore che si rispetti, che sia di una notte, un mese o tutta la vita, all'inizio è fatta solo di sensi. 

19. Last Christmas, di George Michael. 
perché non è Natale senza di lei, 
anche se preferisco ascoltarla ad agosto, quando la voglia di sciare mi squarta.

20. Vita spericolata, Vasco Rossi. 

perché poi ci troveremo come le star, a bere del whiskey al roxi bar. 
prima di compierne 40 riuscirò a bere whiskey, solo per incontrare quelli come me. 

21. My way, di Frank Sinatra. 

perché non c'è canzone che non mi faccia commuovere così tanto, 
perché mi ricorda persone che non ci sono più, 
perché avrei voluto essere una sua amante. 

22. Slide, Goo Goo Dolls. 

perché la considero una delle canzoni più belle da dedicare a un amore, 
e perché nonostante questo ha un ritmo pazzesco. 

23. Sexy bitch, di David Guetta feat. Akon
perché io adoro questo pezzo e se lo sento, ovunque io sia, ballo fino a morire. 

24. Maria, di Blondie. 

perché il complimento più bello mai ricevuto da un'amica è stato
"Maria in realtà doveva chiamarsi Carolina". 

25. Comprami, di Viola Valentino. 

per tutte le volte che l'ho cantata ubriaca al karaoke, 
credendo tra l'altro di avere una voce decente. 

26. Cry to me, di Solomon Burke. 

perché mi ricorda le tre miliardi di volte che ho visto Dirty Dancing
e perché ci sono poche canzoni più sexy di quella. 

27. Il mare impetuoso al tramonto salì sulla luna e dietro una tendina di stelle, di Zucchero. 

perché l'ho ballata, l'ho cantata e l'ho pensata 
persino quando non conoscevo il significato di metà delle parole del testo. 

28. Yellow, dei Coldplay. 

perché mi dà un benessere infinito. 
e poi perché è amorosa, ma di quell'amoroso bello e non melenso. 

29. So good to me, di Chris Malinchack. 

perché è quella di questo momento, 
la canzone che ascolto fino alla noia. probabilmente tra poco la odierò, 
ma per ora mi riporta a qualcosa di bello, intenso e molto vivo. 

30. Bette Davies' Eyes, di Kim Cattran. 

perché é sempre stata la mia canzone da passeggiata, quella che mentre cammini ti fa sentire figa e se mai dovessi morire vorrei che accompagnasse la mia bara mentre si sbocciano bottiglie. 

31. quella che devo ancora ascoltare. 
perché si sa, la canzone migliore deve ancora venire. 

lunedì 17 giugno 2013

i sensi di una festa


é quando abbracci un amico che ha preso due aerei per essere da te, e grazie a lui hai pure fatto un tratto minimo di autostrada, 
é quando accarezzi la pelle morbida che solo una bimba così piccola può avere
ed é quando tuo fratello ti fa ballare Guantamanera, 
tra risate, foto e il buio delle tre del mattino. 

é il profumo dei fiori che invadono piano piano la casa, 
é quando saluti qualcuno che vedi poco ma del quale riconosci l'odore, quello naturale, 
é quello di cibo che ha invaso la casa per due giorni durante la grande cucinata della mamma. 

é quando vedi il sorriso-mezzo-incazzato tipico dell'amica che conosci da quando é nata, ma che vederlo a Genova ti fa così strano, 
sono gli occhi dei tuoi amici, che una volta li vedevi così spesso anche quando diventavano rossi e ora che ce  li hai così vicino ti senti solo felice
sono i sorrisi delle persone a cui tieni di più che basta intercettare un attimo per sorridere anche tu. 

é il citofono che squilla assieme al telefono e ti dice che la serata sta per iniziare, 
é la musica scelta con cura da Nucs, che nonostante si sia ridotto all'ultimo é stato bravo, 
é sentire ogni tanto "amoreeeeee" dalla tua amica Francesca, che non perde mai occasione né di dimostrarmi il suo bene né di brindare (e che le due cose siano legate mi va benissimo). 

é il sapore dello spritz e poi delle bollicine e poi ancora del vino bianco, 
quello della torta che non sei stata assolutamente in grado di tagliare decentemente ma almeno era buona
e quello del caffè che bevi la mattina con chi gli occhiali da sole li tiene incollati al viso come te. 

i sensi della mia festa si sono tradotti nell'abbraccio di tutte le persone a cui voglio bene, 
nell'incontrare i loro sguardi, 
nell'ascoltare l'inconfondibile rumore di quando stappi le bottiglie,
nel sentire il del profumo degli altri 
e nell'avvertire in bocca il gusto della felicità. 

naturalmente poi il vero senso della festa ero io. 

mercoledì 12 giugno 2013

13 giugno 2013

tempo fa feci una lista di quello che avrei dovuto fare prima dei 30 anni.

ora, visto che non sono una mamma e non mi sono sposata a Las Vegas,
che non ho scritto un paio di libri, ma se è per quello neanche uno,
che non ho fatto il Coast to Coast con il grande amore della mia vita,
che il 13 Marzo 2013 era solo il compleanno di Beatrice e non il giorno del mio matrimonio come scelsi anni fa,
suppongo che qualcosa sia andato storto.

quindi mi concentrerò su quello che ho fatto.
così, tanto per non deprimermi.

sono nata dopo il termine ultimo,
ho rotto tantissimo tutte le notti,
sono sopravvissuta all'arrivo di mio fratello Bibi e a quello di Nucs qualche anno dopo  
e ho pensato molto spesso non avrò mai figli perché ho già dovuto fare la sorella maggiore.

la mia mente malata ha sempre prodotto alcune frasi rimaste a lungo negli aneddoti di famiglia,
tra cui, e cito a caso, speriamo che stanotte non mi ammazzino
voglio morire con i miei genitori
sbagliato per sbagliato la prossima relazione sarà con un negroni.

mi sono rotta i denti, un dito e l'omero,
ho avuto pesci rossi che sono finiti nel water, tartarughe che si sono suicidate,
un gatto tanto strabico quanto bello, una cavalla enorme e dolcissima 
e Lefty, la parte migliore di 7 anni della mia vita.

ho aiutato mia mamma a pulire i fagiolini e ad apparecchiare (sbuffando),
ho bevuto aperitivi con papà,
ho avuta la fortuna di crescere con due fratelli e di avere una famiglia speciale,
della quale mi sono fidata e alla quale mi sono affidata, 
ho avuto un piercing per pochi mesi e ho cambiato colore dei capelli,
spesso e volentieri con risultati raccapriccianti.

sono sopravvissuta a una separazione, quattro cambi di città,
un incidente in autostrada, una malattia cronica,
storie d'amore finite e a un lutto che ho cercato di superare
ma che ha cambiato la mia vita per sempre.

ho visto la Sampdoria vincere uno scudetto, quattro Coppe Italia, una Supercoppa italiana e una Coppa delle Coppe, 
specifico tutto affinché i genoani della mia età mi invidino visto che loro non hanno visto vincere proprio un bel cazzo di niente, 
ho cantato con Bryan Adams e stretto la mano a Giorgio Napolitano, 
sono stata a parecchi concerti, molte volte al cinema e ho presenziato pure a teatro. 

ho fatto ginnastica artistica, ritmica, tennis ed equitazione, 

ho azzardato lezioni in palestra, ho esercitato pilates e sciato grazie ad Ale e al nonno Franco, 
sono andata a fare la spesa con i pattini, rischiando spesso di cadere (anche nel ridicolo),
ho fatto kitesurf, hip hop e segnato pure qualche gol durante improbabili partitelle con amici. 


ho cantato in maniera ignobile al karaoke canzoni difficilissime, 
ho limonato la prima volta a 12 anni con uno che poco prima aveva mangiato la pizza con aglio e acciughe, e quel gusto orribile lo ricorderò per sempre, 
ho pomiciato nei campi di grano come tutti gli adolescenti che si rispettino
e sono andata a sbattere contro un cartellone pubblicitario in motorino. 

ho conosciuto molte persone, ad alcune delle quali mi sono davvero affezionata, 
altre invece non le ho tollerate dal primo sguardo, 
ho attratto uomini allucinanti,
vecchi, pazzi, vecchi e pazzi, ragazzini, gente sposata e gente di merda. 

ho cambiato idea ogni tanto ma dopo aver chiarito che solo gli idioti non lo fanno, 
sono stata tacciata di essere una perfida fascista senza cuore 
e anche una romantica idealista che crede ancora nell'amore, 
ma cosa volete farci, sono piena di contraddizioni. 

ho una laurea che mi é servita solo a conoscere bene il mondo e non farmi prendere per il culo dai giornali, 
mi sono messa in discussione scegliendo di cambiare lavoro
e ho fatto errori trascurabili che mi hanno fatto sentire in colpa molto tempo. 

ho stretto un legame speciale con la nonna Luisa, 
ho conosciuto troppo poco il nonno Johnnie, 
ho bevuto molti gin tonic con Fede e, quando era in Italia, con la tante Cate 
e mi sono goduta le merende dai nonni bis. 

sono stata innamorata, mi sono fatta amare, 
a volte molto più di quanto non sia stata in grado di dare,
 e ho amato, a volte non ricevendo in cambio alcunché. 

ho riso di gusto, sorriso con emozione e pianto disperatamente,
barcollando tra un estremo all'altro della scala delle emozioni con una grazia tutta mia, 
ho festeggiato vittorie,  mi sono leccata le ferite in caso di sconfitta e mi sono ritirata a San Candido ogni volta che ho dovuto affrontare una crisi. 

ho sbagliato, ho gridato, ho picchiato, ho sofferto e fatto soffrire, 
ho vissuto tutto quello che mi é successo con passione e sentimento, 
che del resto é sempre meglio consumarsi che rimanere avvolti nel cellophane. 

beh, tutto quello che non ho ancora fatto forse lo farò, o forse no... che tanto si sa che le cose migliori di sempre sono quelle che non ti aspetti. 

così domani sono 30. 
tanti auguri a me... e cin cin a tutti!

venerdì 7 giugno 2013

il posto delle parole

la vita é fatta di parole. 

le parole che pronunci male quando sei piccolo e non riesci a dire qualche consonante, 
quelle che ti rimangeresti perché hai appena fatto una gaffe e vorresti morire, 
quelle che urli con arroganza quando sei in macchina e qualcuno ti taglia la strada 
e quelle brutte dette allo stadio, quando l'arbitro non vede che il fallo sull'attaccante era dentro l'area. 

le parole che non vuoi ascoltare quando qualcuno sta per darti una pessima notizia, 
quelle che capisci male e fraintendi generando così equivoci problematici, 
quelle che non trovi quando devi chiarire una situazione difficile
e quelle che vuoi sentirti dire a tutti i costi. 

le parole che memorizzi in una canzone che così ti sembra più tua, 
quelle di un libro che leggi per caso e sai che parlano di te,
quelle vecchie che usi per descrivere qualcosa di nuovo
e quelle nuove che inventi per dire qualcosa che c'era già. 

le parole dette senza pensare che non sai ancora come cambieranno l'andamento delle cose, 
quelle che sussurri all'orecchio di qualcuno che ti piace, 
quelle che pensi ma non dici
e quelle scritte a mano su un invito già stampato, che l'aggiunta personale è sempre bella. 

le parole dette da qualcuno che non ti aspetti, 
quelle che scrivi per lavoro o per passione, 
quelle che quando rileggi ti emozioni ancora 
e quelle composte dai 140 caratteri di un sms. 

le parole che sogni, desideri, speri, 
quelle che non hai ancora detto, scritto o anche solo pensato, 
quelle che non ricordi più e quelle che esistono solo per te. 

la vita é fatta di parole. 

ma é quando le parole fanno posto alla vita 
e rimangono in sospeso senza essere dette
che fanno la vera differenza. 

le poche volte che succede così, 
le parole non potrebbero essere in un posto migliore. 

martedì 4 giugno 2013

in assenza di me

é una parola che non mi piace, eppure... 

sono stata assente ingiustificata di tutti gli scioperi ai quali ho partecipato a scuola,
per più di 5 giorni causa malattia, e quindi ho dovuto portare il certificato medico, 
a catechismo quando quella rompicoglioni dell'insegnante mi faceva sentire sempre in colpa la settimana dopo
e senza dirlo alla mamma, con la mia prima fallimentare puccia, quando ho avuto l'immensa sfiga di essere sullo stesso treno della mia prof. 

ho notato l'assenza di intelligenza o sobrietà in certi sguardi, 
tipo come quando vedi il vuoto attraverso le pupille di uno che ti sta annoiando a morte o quando le persone sbronze ti guardano attraverso, 
di parole da trovare, quando mi é successo qualcosa di incredibilmente esaltante o terribilmente brutto, 
di palle, quando ho avuto la grande sfortuna di incontrare certi uomini e la sfrontata botta di culo di perderli. 

ho cantato a squarciagola in assenza di te della Pausini dedicandola a chissà quale adolescente brufoloso di cui supponevo di essere innamorata, sì sono stata piccola anche io, 
sono rimasta male per l'assenza di qualcuno a un evento che per me era speciale
e ho pianto per quella di qualcun altro in un giorno qualunque. 

ho sperato che la mia assenza si notasse molto più della mia presenza in parecchie occasioni: 
quando ho cambiato città, lavoro o bar per prendere l'aperitivo, 
quando ho scelto scientificamente di non andare a una cena per non farmi vedere da qualcuno che mi piaceva, 
quando ho lasciato la mattina la parte di letto dove avevo dormito con qualcuno. 

ho sempre detto a presenti e assenti, ai brindisi delle occasioni formali, 
come una laurea, un compleanno o un aperitivo di famiglia, 
e ho sempre giurato a me stessa che non avrei mai perdonato chi, in quelle occasioni,  faceva l'assenteista. 

sono stata preoccupata per l'assenza di sogni e desideri, più che per la loro realizzazione, 
di messaggi sul telefono che mi facessero sentire importante
e di magia quando non ero in grado di vederla. 

ho sentito la presenza di certe assenze in maniera insopportabilmente ingombrante, 
a qualche cena per esempio, 
o ad alcuni matrimoni, 
oppure ancora durante certe notti. 

sono poche le volte che io mi sento assente. 
ma quelle volte mi manco da morire.