mercoledì 26 febbraio 2014

tu chiamale se devi, vivile se vuoi

quando ti metti il mascara prima di uscire, senti le farfalle nella pancia perché immagini la serata e sorridi alla tua immagine allo specchio, un po’ per compiacimento e un po’ per darti coraggio.

quando cammini per strada, all’improvviso senti il profumo che ti ricorda qualcuno che non c’è più e te ne stai lì, inebetita dal passato.

quando metti la sveglia la mattina presto di sabato, vai alla finestra maledicendoti  e poi vedi l’alba sulle montagne, il fiato ti va via e sei certa di aver avuto una buona idea.

quando hai passato una brutta giornata, torni in una casa vuota e l’unica cosa sensata che ti sembra di poter fare è piangere fino ad addormentarti.

quando sei a cena con un’amica, ti viene in mente un aneddoto divertente e ridi esattamente come allora.

quando apri un regalo, sospesa tra la sorpresa e la paura di essere delusa, e poi la meraviglia ti fa sentire un po’ bambina.

quando mentre ti addormenti sogni che stai per cadere e lo scatto che fai è direttamente proporzionale al terrore che senti, come se stessi per cadere nel fuoco.

quando sai di aver fatto uno sbaglio, cerchi di nascondertelo e la persona che dice una parola a caso che ti ci fa pensare ti dà una scarica di adrenalina che sei certa ti stia per scoppiare il cuore.

quando vedi qualcosa che ti fa male, male come se ti squartassero una gamba e quel dolore, che fisico non è, ti fa quasi zoppicare.

quando sei in mezzo alla gente, incontri il suo sguardo e senti le stesse vertigini di quando stai per dargli un bacio quando siete da soli.

quando una cosa ti viene bene, così bene che te lo dicono e ti senti elettrizzata come se avessi preso la scossa.

quando assaggi un buon vino, di quelli che ti stupisce ogni sorso e ti chiedi come hai fatto a vivere senza per tutti quegli anni.

quando ti svegli, non apri ancora gli occhi perché puoi farlo dopo e sentire con la mano che vicino a te c’è lui ti tranquillizza.

quando senti una canzone nuova, anche di una pubblicità e ti vengono i brividi senza alcun motivo apparente.

quando fuori piove così tanto che viene da piovere anche a te e poi all’improvviso il sole ti permette di mettere gli occhiali per nascondere quel momento di debolezza.

quando la persona che ti piace, dopo qualche sguardo da lontano, ti chiede di uscire e tu non sai bene cosa succederà ma non te ne frega niente perché sei ebbra di vita.

quando vuoi qualcuno così tanto che senti quasi male fisico e ti tieni quel velo di dolore che però un po' ami perché ti fa pensare al piacere.

quando finisce un amore e capisci che è finito per sempre e tu sei lì che ti senti così vuoto che non ti sembra di vivere più.

quando senza alcun motivo ti sembra di essere geloso, cerchi il brutto anche dove non c’è e monti le tue convinzioni parlando da sola e incazzandoti come una iena.

quando succede qualcosa di talmente divertente che ti fa ridere nel momento sbagliato  e più pensi che non dovresti farlo più ridi, più ridi e più sei estasiata dal mondo.

quando è inverno, ti addormenti prima del dovuto e chi è ancora sveglio ti copre con una coperta e nell’aria respiri la sofficità di quel gesto.

quando ti succede qualcosa di bello e tu sei così felice che ti viene da piangere.

quando ti succede qualcosa di brutto e tu sei così incazzato che vorresti urlare fino a perdere la voce.

tu chiamale se devi, vivile se vuoi. 
sono solo emozioni 




venerdì 21 febbraio 2014

il giorno dopo

sono un'estimatrice scatenata del prima 
inteso come il tempo che precede un evento di qualsiasi tipo. 
l'ho scritto, lo penso e ancora adesso ne sono convinta, 
eppure. 

eppure c'è un un altro insieme di momenti che mi piace. 
il giorno dopo

il giorno dopo aver dato un esame, 
quando ti svegli e ti giri dall'altra parte perché puoi dormire senza sognare la nuova curva di phillips keynesiana, 
quello dopo aver bevuto troppo, 
che ti ripeti all'infinito che non lo farai più mentre ingurgiti moment e plasil
e quello dopo la vigilia di Natale, 
che sai che un po' di magia è finita e un po' sta per iniziare. 

il giorno dopo un colloquio di lavoro, 
che non sai bene se aspettarti troppo o troppo poco, 
quello dopo la palestra, 
che senti dolori a muscoli che neppure sapevi esistessero
e quello dopo aver dormito in un letto non tuo, 
che mentre abitui gli occhi al buio della stanza, cerchi di capire dove sei. o con chi. 

il giorno dopo una serata passata a ridere come non succedeva da tempo, 
che se ci ripensi quando sei per strada sorridi da sola come una scema, 
quello dopo un concerto che volevi vedere da mesi, 
che ti viene da canticchiare sistematicamente ogni singolo pezzo ascoltato, 
e quello dopo il matrimonio della tua amica, 
che ti sembra di essere stata parte determinante della sua felicità. 

poi ci sono quei giorni dopo che non fai altro che pensare ad alcune ore del giorno prima, 
cercando di ritrovare le esatte sensazioni che hai provato
di non far scolorire le immagine 
e di non perderne i profumi. 

allora quei giorni l'unica cosa da fare è scattare una foto, 
di quelle che lì per lì ti sembrano non avere senso, 
di quelle che però, quando le rivedi, ti fanno pensare al mentre di quel giorno dopo. 


martedì 18 febbraio 2014

basta poco o forse no


nonostante non mi accontenti mai di niente, 
caratteristica discutibile visto che spesso e volentieri il rischio di rimanere a mani vuote e culo al freddo è concreto, 
ho imparato a farmi bastare alcune cose. 

mi basta una canzone che ascoltavo in un certo periodo della mia vita per farmi sentire esattamente come allora, 
un profumo per catapultarmi nel posto dove l'ho annusato
e un sogno per dare un senso in più alla notte. 

mi basta un'occhiata per capire se fidarmi o meno di una persona, 
una serata con le amiche per essere felice
e una telefonata troppo tardi per sorridere fino alla mattina. 

mi basta una parola detta dalla mamma al momento giusto per tranquillizzare una mia paura, 
un cazziatone per riportarmi alla realtà
e un desiderio non ancora avverato per farmi fare tutto quello che è possibile, e non, per realizzarlo. 

mi basta qualche ora per annullare centinaia di km e poco tempo insieme, 
sapere di volere solo una persona per farlo bastare agli altri 
e prevedere già il prossimo viaggio per non sentirne la mancanza. 

mi basta indossare gli occhiali da sole per essere in primavera, 
immaginare il mio futuro per mettere in conto tutti gli imprevisti di cui meravigliarmi e gli ostacoli di cui terrorizzarmi
e non smettere di essere me stessa per non cambiare neppure chi diventerò. 

mi basta un piatto di gnocchi al pesto per non essere triste quando torno a casa, 
un bretzel da portare a Genova per essere felice di partire
e collegarmi su skype per non pensare ai km di distanza. 

per una come me farsi bastare le cose significa solo prendere il meglio di quello che succede, 
pensare all'emozione di quell'attimo senza considerare se si tratta o meno di poco tempo
e entusiasmarmi per il solo fatto di aver sentito qualcosa di così forte. 

per questo molte cose mi bastano. 

lui, però. 
lui non mi basta mai. 

martedì 11 febbraio 2014

shhhhhh


uno spettacolo a teatro o un film al cinema, 
l'ingresso del capo nel tuo ufficio, 
una sorpresa che ti lascia a bocca aperta 
e una risata che non ti fa respirare. 

un cazziatone sul lavoro, 
la concentrazione per cercare una stella cadente e il rumore dei tuoi desideri, 
il non si interrompe qualcuno quando parla imparato anni fa
e quando ricevi una lettera che non ti aspettavi, 
che mentre la apri non sai che cosa provare. 

una notizia che ti interessa più della altre al tg, 
la tua squadra che si gioca la finale ai rigori, 
le lacrime che se parlassi sgorgherebbero senza sosta né senso
e il dito schiacciato nella porta, perché quel dolore disumano non ti fa neppure urlare. 

l'esatto attimo in cui stai per baciare qualcuno, o credi stia per succedere, 
quando non puoi spiegare perché hai tenuto quel comportamento da stronza, 
l'importanza di capire che è il momento di ascoltare il tuo respiro perché, come vedi, qualsiasi cosa succede tu continui a vivere, 
e il senso di superiorità che ti fa suo quando parli con un idiota. 

la momentanea dipendenza da parole che escono da quelle labbra, 
il rispetto per chi dorme vicino a te o la paura della reazione dei tuoi se rientri troppo tardi, 
la voglia di stare ad ascoltare cosa si sente le rare volte che non hai niente da dire 
e le pause studiate di un discorso importante. 

silenzio. 

é educato, passionale, feroce e crudele. 
é pieno, intenso, distaccato e fastidioso. 

ma sai quando ascolti il suo rumore perchè qualsiasi parola per descrivere quel momento lo interromperebbe rendendolo meno infinito?  

allora sì che il silenzio ha un bel rumore. 

giovedì 6 febbraio 2014

ora taci e dormi

quando esprimi un desiderio che non viene esaudito, questo finisce nella tua scatola di desideri personali perché in un momento a caso della tua vita ne verrà pescato uno?

può essere che la metà della tua mela viva in un posto che non riesci a immaginare neanche con l'atlante in mano? e non sarebbe una bella sfiga?

il genoa esiste perché così tu possa essere debitore a vita nei confronti di chi ti ha fatto diventare sampdoriano? 

è vero che le persone che non ci sono più riescono a farsi sentire attraverso quel soffio d'aria improvviso che un po' ti mette i brividi? 

i capelli, che hai avuto lisci come spaghetti fino all'adolescenza, si sono ribellati solo per poter assecondare il tuo carattere? 

gli individui che incontri nel tuo percorso spariscono quando il loro compito è finito? 
anche se hanno come unico obiettivo quello di farti incazzare?

la domenica senza calcio ha davvero motivo di esistere? 

quando ti senti osservato da qualcuno: sei una pazza che crede ai fantasmi, una presuntuosa che si pensa figa o una paranoica perché convinta di essere oggetto di stalker? 

l'amicizia si dimostra giorno per giorno o ci sono momenti in cui non è necessario? 

gli errori che hai fatto ti servono per imparare a non sbagliare più, per ripeterli fino allo sfinimento così da non smettere di essere quello che sei o sono solo prova del tuo carattere di merda? 

nel momento in cui ti rendi conto di volere qualcun altro che non sia già tuo non è meglio lasciare andare l'altra persona e dargli la chance di odiarti per essere felice? 

dove finisce tutto l'amore che dai? in una spiaggia lontana dove vai a fare un bagno quando ti ricordi di cosa veramente sei capace o semplicemente nel bidone del vetro?

sei sempre in grado di cogliere i regali della vita o spesso li scarti al buio con addosso gli occhiali da sole e ti lamenti che non c'è abbastanza luce per vederli? 

quel giorno che ti sei ripromessa che non ci saresti più cascata l'hai sparata grossa o ci hai creduto davvero?

ti ricordi il momento in cui hai dato tutto un altro valore a una telefonata, un respiro o una canzone? 

i chilometri di distanza sono una condanna, una botta di culo o semplicemente una circostanza a cui adeguarsi? 

quando ti guardi allo specchio, oltre a notare occhiaie orribili e capelli a cazzo di cane, 
riesci a essere soddisfatta di chi é di fronte a te? 

sei davvero convinta di non avere fatto mai male a una persona intenzionalmente? 

quando sei felice con qualcuno riusciresti a immaginare la tua vita senza? non sarebbe come un cruciverba incompleto, un'ostrica senza limone o un hendrick's tonic senza cetriolo?

sai quello che vuoi così forte da toglierti il fiato? 
allora il resto, tutto il resto, non conta. 

ora taci e dormi.