martedì 12 giugno 2012

In-A

non c'è bisogno di spiegare l'amore che provo per te, 
perchè molti non capirebbero. 

spiega la prima volta che sono andata allo stadio con Bibi e papà, 
le soste per andare in bagno, 
la telecronaca che pretendevo
e il mio sguardo verso la Sud, innamorata per sempre di colori e tifosi. 

spiega come mentre io crescevo tu ti trasformavi in una donna meravigliosa e vincente, 
 il rito dei panini Sotto Ripa e gli abbracci con papà, 
racconta il tuo percorso, tra grandi giocatori e grandi uomini come Paolo, 
che hanno portato i nostri colori in alto, sul tetto del mondo, 
tra esaltanti vittorie e brucianti sconfitte:
tu sempre bellissima nel tuo vestito migliore
e io troppo piccola per capire bene cosa ti stava succedendo. 

spiega che mentre vincevi lo scudetto noi aspettavamo Nucs, 
un altro tifoso da crescere in quel mare che sono i Sampdoriani. 

spiega l'involuzione fino alla serie B e l'evoluzione di quel gruppo nuovo, 
l'era formata anche con un po' di Lanzoni, 
i 3 derby e la promozione vissuta come una festa mentre papà da casa mi telefonava ed era felice, con tutto il suo coraggio e la forza del suo entusiasmo. 

spiega le nostre trasferte, il crudo comprato solo da Salvi e il pane migliore, 
sveglie improbabili a ore assurde e birrette bevute di prima mattina, 
con Bibi che mi ha sempre trattato a pesci in faccia ma che in trasferta si trasformava nel migliore dei fratelli, attento e protettivo come neanche un fidanzato saprebbe essere. 

ma spiega tu, se ritieni, perchè sei così importante per me.

spiega che ogni volta che sentivo la formazione tornavo indietro di 20 anni, 
quando papà chiamava i nomi e Bibi e io dicevamo i cognomi degli eroi della Sampd'oro, 
spiega perché ogni volta che entravo allo stadio gli occhi mi si riempivano di lacrime
e guardare dai distinti per cercare chi mi ha insegnato ad amarti è un rito che non andrà mai via. 

spiegalo tu, ma forse non capirebbero, 
che quella finale che abbiamo perso a Roma con la Lazio è stata così importante perché c'eravamo noi 3 fratelli insieme, per la prima volta
e quell'emozione, quelle lacrime, sono state uno dei ricordi più belli che ho. 

spiega anche quel campionato del 2009 - 2010, 
quando hai cavalcato un entusiasmo nuovo e mi hai portata all'apice del successo quando ero anche all'apice della mia felicità personale... 
quel derby con gli scontri, che ha significato così tanto, 
quella partita a Roma, tra sogno e realtà, tra lacrime e paura, tra abbracci e bottigliate. 

tu e io, quel maggio 2010 ci siamo intrecciate ancora, 
ognuna di noi presa dal suo percorso, 
ognuna di noi felice e bellissima. 

spiega quell'andata con il werder brema, 
chiusa in un bar di talamone a soffrire insieme allo stronzo genoano, 
spiega l'intensità della tua partita, 
la stessa di Marassi quando ti sei rovinata con le tue mani,
e mentre io mi accasciavo al suolo, 
mio fratello, quello piccolo, mi confortava. 

spiega quel calcio cambiato che mi ha tolto la voglia di stadio, 
tra decreti e tessere del tifoso, televisione e sky,  
che mi ha fatto prendere decisioni dolorose e contraddittorie
senza mai mettere in discussione il grande amore per te. 

spiega il tuo declino lento e inesorabile, 
partita dopo partita, incapace di reagire come me, 
che mi stavo facendo logorare da un sogno spezzato
e mentre tu retrocedevi il mio cuore andava in mille pezzi. 

spiega il nostro ritorno di campionato, 
la tua cavalcata vincente e il mio cambio di vita, 
tu a Genova e io a Bolzano...sì, lontane ma unite nella forza di ricominciare.

ed è così, cara Sampdoria: mentre tu ti sei ripresa la A, io ho ripreso la mia vita. 
ancora insieme, tu e io, siamo tornate all'altezza dei nostri sogni. 

e spiega il mio cin cin al Papà, 
come mi ha insegnato lui in quel lontano 1991 è bello brindare, anche il giorno dopo. 

e ieri l'ho fatto con te, Adri, per la nostra Sampdoria. 

mercoledì 6 giugno 2012

gli addii in realtà sono solo dei ciao


partire per un addio al nubilato è molto più complicato di quanto si possa pensare. 
c'è la fase organizzativa, la voglia che sia tutto perfetto, la certezza che, comunque vada, il tempo si fermi un po' di più di qualche attimo, 
perchè la vita della tua amica, quella sorella che mai hai avuto, sta per cambiare veramente. 

ma poi c'è altro: ci sono bottiglie di vino in aeroporto ed entusiasmo per il vino di fattura scadente offerto da Alitalia, 
ci sono mani stritolate per la paura dell'aereo e check in esilaranti, 
terrore del peso della valigia e corse perchè all'ultimo ti cambiano il gate. 

c'è l'arrivo a Barcellona, un po' stanche ma entusiaste, la spesa prima di salire a casa, 
perchè noi siamo organizzate, c'è un bell'appartamento con terrazzo con una vista che però dà su Scampia. 

ci sono boa e magliette, aperitivi sulle Ramblas, persone orribili tipo la sposa e me che si lamentano in continuazione, 
ma non in modo molesto o cattivo, in un modo che fa ridere. 

ci sono amiche che girano con il pancino ripieno di un'altra vita e altre che si fanno aspettare tutta la vacanza, 
ci sono richieste di bicchieri di vino e gente che aspetta di fumare quasi come fosse in gita scolastica. 
ci sono racconti grezzi e volgarissimi, aneddoti incredibili che nonostante gli anni continuano a farti ridere, 
preparativi, boa, magliette e la prima serata da vip. e pensa che c'è pure tuo fratello che ti fa sentire la tua canzone preferita direttamente dal concerto dei Coldplay. 

ci sono bicchieri, bottiglie, sigarette e sguardi continui alla tua amica, quella che si sposa, perchè più la guardi più sei felice per lei e più non ti capaciti di quello che sta per fare. 

ci sono colazioni sul terrazzo, giri per la città, che continui a non reputare bella come Genova, 
ci sono frasi irripetibili, frutta in quantità al mercato e risate, ma quante risate... non sono risate e basta, sono risate vere, di amiche che sono insieme e che pensano solo al bene che si vogliono, 
lasciando i problemi a casa, senza pensare neppure che un tuo ex sta per diventare padre. 

ci sono i brasiliani fisicati che sembrano ballare per te, 
c'è lo shopping perchè certe cose non le puoi lasciar lì, 
c'è un litro di sangria preso per la comunità e trangugiato da sola come se non ci fosse un domani. 
ci sono i preparativi e il vino sul terrazzo mentre il vicino di palazzo fa dorsali, fuma canne e ascolta Adele, 
c'è l'aperitivo e la tua amica che si sposa finalmente sbronza, e poi una sbronza comune, 
passata a ridere, parlare, ballare e cantare fields of pees in metropolitana. 

c'è la malsana idea di infilarsi in un karaoke ecuadoriano nel bar della metro per chiedere di cantare a fuego lento
e dire: no, non voglio bere cazzo. non voglio neppure ballare. voglio cantare!

c'è cacciare un cadavere dal tuo letto perchè forse è giunta l'ora di dormire, 
c'è svegliarsi e realizzare che è finito e tu torni lontana 400 km dalle tue amiche. 

ma poi c'è il viaggio... un susseguirsi di risate isteriche e idiozia, frasi sempre più volgari, 
cocchieri (a seconda che si tratti di autisti o piloti) che ti portano a casa, c'è "sarai anche figo, ma porti quest'aereo di merda", 
c'è dimenticarsi carta di identità e boarding pass in un negozio, 
ci sono pasti che provocano vomito e dissenteria e l'abbraccio di chi aspetta in aeroporto (o a casa... non si può avere tutto). 

c'è il nostro libro di frasi irripetibili che la sposa conserverà e una marea di foto, ricordi, sorrisi e abbracci. 

c'è finire una vacanza e dire CIN CIN alla tua amica che starnutisce. 

è questo che ha reso la nostra vacanza indimenticabile: il bene sincero che ci unisce e non cambierà mai. 

e sapere che dove ci sono le amiche, c'è casa.