mercoledì 6 giugno 2012

gli addii in realtà sono solo dei ciao


partire per un addio al nubilato è molto più complicato di quanto si possa pensare. 
c'è la fase organizzativa, la voglia che sia tutto perfetto, la certezza che, comunque vada, il tempo si fermi un po' di più di qualche attimo, 
perchè la vita della tua amica, quella sorella che mai hai avuto, sta per cambiare veramente. 

ma poi c'è altro: ci sono bottiglie di vino in aeroporto ed entusiasmo per il vino di fattura scadente offerto da Alitalia, 
ci sono mani stritolate per la paura dell'aereo e check in esilaranti, 
terrore del peso della valigia e corse perchè all'ultimo ti cambiano il gate. 

c'è l'arrivo a Barcellona, un po' stanche ma entusiaste, la spesa prima di salire a casa, 
perchè noi siamo organizzate, c'è un bell'appartamento con terrazzo con una vista che però dà su Scampia. 

ci sono boa e magliette, aperitivi sulle Ramblas, persone orribili tipo la sposa e me che si lamentano in continuazione, 
ma non in modo molesto o cattivo, in un modo che fa ridere. 

ci sono amiche che girano con il pancino ripieno di un'altra vita e altre che si fanno aspettare tutta la vacanza, 
ci sono richieste di bicchieri di vino e gente che aspetta di fumare quasi come fosse in gita scolastica. 
ci sono racconti grezzi e volgarissimi, aneddoti incredibili che nonostante gli anni continuano a farti ridere, 
preparativi, boa, magliette e la prima serata da vip. e pensa che c'è pure tuo fratello che ti fa sentire la tua canzone preferita direttamente dal concerto dei Coldplay. 

ci sono bicchieri, bottiglie, sigarette e sguardi continui alla tua amica, quella che si sposa, perchè più la guardi più sei felice per lei e più non ti capaciti di quello che sta per fare. 

ci sono colazioni sul terrazzo, giri per la città, che continui a non reputare bella come Genova, 
ci sono frasi irripetibili, frutta in quantità al mercato e risate, ma quante risate... non sono risate e basta, sono risate vere, di amiche che sono insieme e che pensano solo al bene che si vogliono, 
lasciando i problemi a casa, senza pensare neppure che un tuo ex sta per diventare padre. 

ci sono i brasiliani fisicati che sembrano ballare per te, 
c'è lo shopping perchè certe cose non le puoi lasciar lì, 
c'è un litro di sangria preso per la comunità e trangugiato da sola come se non ci fosse un domani. 
ci sono i preparativi e il vino sul terrazzo mentre il vicino di palazzo fa dorsali, fuma canne e ascolta Adele, 
c'è l'aperitivo e la tua amica che si sposa finalmente sbronza, e poi una sbronza comune, 
passata a ridere, parlare, ballare e cantare fields of pees in metropolitana. 

c'è la malsana idea di infilarsi in un karaoke ecuadoriano nel bar della metro per chiedere di cantare a fuego lento
e dire: no, non voglio bere cazzo. non voglio neppure ballare. voglio cantare!

c'è cacciare un cadavere dal tuo letto perchè forse è giunta l'ora di dormire, 
c'è svegliarsi e realizzare che è finito e tu torni lontana 400 km dalle tue amiche. 

ma poi c'è il viaggio... un susseguirsi di risate isteriche e idiozia, frasi sempre più volgari, 
cocchieri (a seconda che si tratti di autisti o piloti) che ti portano a casa, c'è "sarai anche figo, ma porti quest'aereo di merda", 
c'è dimenticarsi carta di identità e boarding pass in un negozio, 
ci sono pasti che provocano vomito e dissenteria e l'abbraccio di chi aspetta in aeroporto (o a casa... non si può avere tutto). 

c'è il nostro libro di frasi irripetibili che la sposa conserverà e una marea di foto, ricordi, sorrisi e abbracci. 

c'è finire una vacanza e dire CIN CIN alla tua amica che starnutisce. 

è questo che ha reso la nostra vacanza indimenticabile: il bene sincero che ci unisce e non cambierà mai. 

e sapere che dove ci sono le amiche, c'è casa. 

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