lunedì 26 agosto 2013

vita, istruzioni per l'uso


Cara Beatrice, 

adesso che sei arrivata tra di noi, é giunto il momento che la zia Ina ti spieghi un paio di cose. 
sono la persona meno indicata per dare consigli o spiegarti come funzionano le cose, ma voglio comunque darti il mio contributo. 

accetta il fatto che la mamma e il papà decidano come vestirti almeno fino a 8/9 anni, 
così quando riguarderai le foto di quando eri bambina potrai rinfacciare a vita il loro pessimo gusto. 
non é un giudizio assoluto, le mode cambiano... 
pensa che la generazione mia e di tua mamma ha dovuto mettere fuseaux e camicie con il collo rotondo per parecchi anni. 

quando sarai all'asilo cercati un'amica con la quale stringere un'amicizia vera, 
anche se poi le vostre strade si divideranno: 
avere qualcuno con cui condividere i ricordi più dolci ti farà crescere meglio. 

cerca di goderti la mamma e il papà e fai loro disegni anche quando ti metteranno in castigo perché magari avrai scritto sul muro parole incomprensibili. 
credimi, capirai che l'educazione (merce rara negli ultimi anni) farà di te una persona migliore. 
se per caso ti viene da dire una parolaccia, ascolta la zia Ina: storpiala...!
sarà impossibile non strappare un sorriso invece che un'occhiataccia. 

quando andrai alle medie cerca di non fare la cazzata di iniziare a fumare, é un vero schifo. e, soprattutto, sappi che é normalissimo a quell'età sentirsi un cesso quindi sarà il momento giusto per chiedere alla mamma di sceglierti da sola i vestiti. 
se la mamma fa storie, chiama me.

l'esame di maturità probabilmente ti terrorizzerà anche se cercherai di ostentare sicurezza. un paio d'ore prima di sostenere l'orale pensa ogni singolo componente della commissione mentre fa la cacca: ti aiuterà sicuramente.  

impara a stendere bene il fondotinta, non hai idea di quanto ti sarà utile per sentirti decente dopo una nottata sui libri, 
cerca un profumo che ti piace e fallo diventare il tuo marchio almeno per qualche tempo, 
e se per caso ti vedi ingrassata metti jeans, tacchi e cintura: vedrai che ti sentirai subito meglio. 

leggi molti libri, appassionati all'odore delle pagine consumate, 
fai orecchie dove ritieni che ci siano cose interessanti e prova a immedesimarti nei grandi personaggi del passato. 
leggere, oltre che a farti parlare bene, ti aiuterà in svariate situazioni, 
tipo quando sarai in treno per andare chissà dove e qualcuno pretenderà di attaccare bottone. 
quando leggerai zia Mame non sentirti in colpa se pensi a me, è normale: sarò zitella e berrò gin tonic anche quando tu sarai grande e io quasi vecchia. 

ascolta la musica che preferisci anche se poi la rinnegherai un domani. 
senza musica non c'é emozione e senza emozione non c'è vita. 

guarda assolutamente La verità é che non gli piaci abbastanza e Pretty Woman
il primo ti aprirà gli occhi su molte cose, 
il secondo ti farà credere che quella gran culo di Cenerentola potresti essere tu. 

quando papà ti vieterà di uscire e sarà geloso, abbi pazienza... 
dopotutto sei la sua bambina e lo sarai anche da trentenne. 

goditi i nonni, i loro racconti e le loro carezze: 
sono la parte migliore del passato che non conosci 
e saranno sempre la tua guida per il futuro, anche da lontano. 

se la mamma ti mette in punizione perché avrai fatto una cazzata, 
e per l'amor di Dio fanne parecchie, ne hai tutti i diritti!, 
sbuffa quanto vuoi e poi chiama me. 
ti farò vedere il video di quando canta il triangolo no alla festa di laurea della nostra amica Magi. 

cerca di trovare amiche sincere, 
che non siano invidiose della tua felicità e dei tuoi successi. 
so che non é facile, ma se la tua mamma ce l'ha fatta conoscendo noi marce, 
puoi farcela sicuramente anche tu. 

viaggia più che puoi e fallo cambiando ogni volta lo sguardo a seconda di con chi sei e dove vai. 
e poi fai molte foto anche sceme: saranno un patrimonio inestimabile. 


ti avverto Beatrice, soffrirai per amore. 
ti innamorerai di un compagno di banco che non ti guarderà neanche di striscio, 
sarai una delle tante del playboy dell'Università, 
crederai a chi promette tutto senza darti in cambio niente, 
sarai l'altra di un uomo fidanzato 
e probabilmente amerai perdutamente un perfetto  stronzo. 

beh, fa parte del gioco, quindi parlane tanto con le tue amiche (credimi, niente al mondo ti salverà più di questo), 
sbava di mascara la camicia di chi ti ascolta alle 4 di notte, 
beviti un aperitivo con la mamma per raccontarle come ti senti, 
passa le serate a casa a pensare che tu non hai sbagliato niente, 
manda messaggi inopportuni e concediti il tempo che vuoi per guarire. 
te lo assicuro, un cuore spezzato guarisce. sempre. 


questi erano solo consigli non richiesti, dati da una persona che ti vuole bene anche se non ti conosce ancora. 

ora però, Beatrice, l'unico comandamento: 
anche quando sarai delusa da qualcuno, 
anche quando la vita sembrerà prenderti in giro, 
anche quando il dolore ti farà pensare che non ce la farai, 
non smettere mai per alcun motivo di credere alle favole. 

le favole esistono, e chi ti dice di no non ha capito come si vive. 

ti voglio bene, 
zia Ina

venerdì 23 agosto 2013

imprevisti e meraviglie

funziona così. 
vado a Genova, succede qualcosa di abbastanza incredibile, 
parto per Bolzano e passo il viaggio a ripercorrere la mia vita in città...

sono andata al mare da sola e in barca con gli amici, 
ho ascoltato musica spesso indecente, riabbracciato chi vedo poco e preso aperitivi, 
ho fatto la classifica dei giocatori più incredibili che ha avuto la Samp in serie b con il mio
compagno di stadio concludendo con lui che Cleto Polonia vince su tutti. 

ho contato le stelle sul terrazzo da sola esprimendo parecchi desideri, 
che uno ci spera sempre, 
ho dormito con l'aria condizionata rischiando la paresi, ho iniziato e finito due libri, 
uno dei quali acquistato solo perché la protagonista si chiama come me confermando   ancora una volta di essere mitomane, 
e ho scritto due post. 


ho passato molto tempo con persone meravigliose e poco tempo con persone che nella 
mia vita hanno e avranno sempre un posto fisso e non definibile, 
ho capito quanto mi manca chiacchierare con alcune, magari bevendo weissburgunder e ascoltando musica, 
mi sono svegliata arricciandomi i capelli da sola quando il mio risveglio aveva bisogno di essere più dolce del solito e ho fatto colazione sul mare. 

ho cenato con le mie amiche, ho fumato qualche sigaretta, 
sono stata alcune sere a casa da sola tra l'incazzatura e il bisogno di farlo, 
mi sono svegliata presto per andare al mare e tardi per restare a letto ancora un po'
e una mattina scendendo al bar a prendere le brioche ho concluso che sono molto meglio quando sono stropicciata, spettinata e sorridente. 

ho preso la scossa elettrica dormendo sopra il cellulare, 
ho mangiato focaccia normale e anche quella con le cipolle, 
ho comprato molti yogurt e passato al telefono parecchi minuti con Nucs convinta che 
fossero gratis, 
ho incontrato gente che non vedevo da anni e conosciuto persone nuove, 
ho chiuso tutte le finestre durante il temporale per paura dei fulmini, 
ho ricevuto un regalo chiaramente riciclato
e ho preteso il bentelan da tenere in borsa in caso fossi allergica ai calabroni. 


ho vissuto l'ultima settimana della mia vita in maniera del tutto surreale, 
sono andata a dormire la mattina e mi sono svegliata di giorno, 
ho fatto un salto in spiaggia quando il sole non abbronza quasi più senza trovare la cosa 
inutile e mi sono accorta dopo una ventina di minuti di essere in motorino senza casco. 


ho riso così tanto da avere male agli addominali e ho sorriso tutti i giorni quasi tutto il giorno, 
ho conosciuto meglio persone che già conoscevo scoprendo ogni volta qualcosa di più, 
ho chiacchierato all'ora in cui la notte non vuole finire e la mattina tarda a iniziare, 
che poi per me è l'ora migliore, 
ho guardato film che non ricordavo più e ascoltato musica dal telefono. 

mi sono intristita, esaltata, ho camminato per ore sotto la pioggia cercandoci una qualche 
forma consolazione, 
ho stretto la mano della mamma e abbracciato i miei fratelli, 
ho pianto disperata e poi l'ho fatto anche sorridendo,
ho pensato molto alla nonna, ai trent'anni insieme volati via troppo in fretta e a come farò
quando avrò bisogno di dolcezza, 
perché lei era così brava a trasmetterla che riusciva a far diventare dolce persino me. 

ho mangiato schifezze deliziose bevendo vino bianco e ridendo come poche volte ho fatto in 
vita mia una delle sere più tristi della mia esistenza, 
rovinando così un compleanno ma concludendo che l'imprevisto, anche il più brutto, 
può davvero diventare meraviglia se c'è chi riesce a compiere questa magia. 

ho abbracciato la mia città con lo sguardo protetto dagli occhiali da sole per nascondere le occhiaie, senza correre così il rischio di dimenticarmi qualcuno,
e sono partita con una valigia piena di così tante emozioni da non riuscire a chiuderla. 

sarà che ho passato il viaggio un po' a sorridere e un po' a piangere, 
sarà che come al solito penso ai cazzi miei nei momenti meno opportuni, 
sarà che vivo le cose con talmente tutta me stessa che poi mi consumo, 
ma ho sbagliato stazione e sono scesa a Peschiera del Garda. 

l'imprevisto che mi avrebbe fatto arrivare a Bolzano troppo tardi, 

la meraviglia di scoprirmi di tanto in tanto una perfetta idiota. 

martedì 20 agosto 2013

la mamma del papà

la nonna sorrideva sempre,
prima con gli occhi, poi con le labbra e poi lo faceva anche con le mani, 
che quando intrecciavano le tue facevano sorridere anche te. 

sorrideva a casa, 
quando non ti sentiva entrare e ti guardava con aria stupita, 
quando parlava dei suoi ricordi più belli 
e ti faceva venire voglia di averli vissuti con lei
e lo faceva persino quando parlava della guerra, 
trasformando l'orrore in un ricordo da condividere. 

sorrideva quando prendeva l'aperitivo da Tony a San Candido, 
che se per caso faceva freddo beveva una vodka liscia con il limone, 
quando uno dei suoi tre figli la prendeva in giro, 
sfoderando un' autoironia invidiabile 
e quando si sedeva vicino al nonno Johnnie, 
il grande amore della sua vita, 
prendendogli la mano e dimostrando un amore così sconfinato da sembrare infinito. 

sorrideva quando giocavamo a guardie e ladri nascondendoci per tutta la casa, 
quando chiamava Bibi Stefanino nonostante il suo metro e ottantatré 
e quando guardava Francesco con orgoglio e tenerezza e gli diceva che era bellissimo. 

sorrideva quando Federico la chiamava Luigi
quando papà tornava a casa e le dava un bacio sulla fronte
e quando le dicevo di star bene perché doveva assolutamente assistere al mio matrimonio.

Luisa ha sorriso per tutta la vita e lo ha fatto da figlia, 
da sorella, 
da moglie, 
da mamma 
e da nonna, 
regalando a quelli che la conoscevano tutta la sua dolcezza e la forza del suo carattere. 

per noi la Nonna non era solo una nonna, 
era la mamma del nostro papà. 

é per questo che il suo meraviglioso sorriso ci mancherà tantissimo. 

domenica 11 agosto 2013

Stelle, ciliegie e candeline

tutta colpa dei desideri,
che uno ne ha sempre un po' in tasca e non vede l'ora di tirarli fuori appena si presenta l'occasione propizia.
per quanto mi riguarda è la prima volta dell'anno che mangio una ciliegia,
il giorno del mio compleanno quando spengo le candeline 
e la notte di San Lorenzo.

ho sempre desiderato tanto naturalmente, 
come tutti quelli che sperano, anzi credono, 
che qualcosa di meraviglioso sia possibile.

ho desiderato Baby Mia e la Peg Perego,
di perdere il mio primo dente da latte
e di diventare grande abbastanza in fretta.

ho desiderato che il mio compagno di classe delle medie ricambiasse il mio folle amore per lui,
che la mia prima vera cotta ascoltasse tutto il giorno RDS così che potesse sentire la canzone che gli avevo dedicato per fargli sapere che mi piaceva 
e di essere in grado di baciare con la lingua.

ho desiderato che mia mamma non si accorgesse del mio penoso rendimento scolastico quando ero in quarta superiore,
di superare brillantemente la maturità 
e che durante l'esame di Storia delle Dottrine Politiche non mi fosse chiesto per alcun motivo né Rosmini né alcun argomento dello Chaboud.

ho desiderato che il mio compagno di Università si svegliasse un giorno scoprendosi sorprendentemente innamorato di me,
che papà guarisse e tutto tornasse come prima
e di non avere un infarto quando ho preso un taxi durante Sampdoria - Reggina per andare al Pronto Soccorso.

ho desiderato che il Genoa andasse in b,
di vincere qualche milione di euro
e di non farmi cambiare da nessuno, neanche dal dolore o dalla delusione o qualche tuffo di faccia contro la vita.

ho desiderato che qualcuno mi dicesse cosa fare della mia vita quando non riuscivo a decidere,
che lui mi vedesse meravigliosa anche la mattina
e ho desiderato di realizzare tutti i miei desideri tranne uno, 
che nella vita bisogna sempre sognare qualcosa che non si ha o non si può avere, 
che se no sai che noia.

la prima ciliegia apre la stagione, 
quindi io mi concentro sulla mia priorità da desiderare,
senza pensare per un momento al prezzo illogico di questo mezzo per la felicità,
e mi godo il sapore della primavera, misto speranza, misto incoscienza.

le sempre più numerose candeline del mio compleanno sono un discorso diverso,
un po' perché quel giorno è tutto mio e questo mi rende giá felice,
un po' perché alcuni desideri basici sono già stati esauditi dai regali,
un po' perché se faccio una festa è probabile che sia allegra al momento di soffiare,
quindi poca concentrazione e più voglia di qualcosa di semplice e immediato.

poi c'è lei, la regina di lunghe liste da spuntare,
la scusa per andare a pomiciare durante l'adolescenza 
e la notte che ti rende meno cinico da adulto.

tutti hanno voglia di desideri:
da piccolo ti fai sempre riaccendere la candelina per spegnerla ancora,
quando mangi una ciliegia è praticamente impossibile non divorarne mezzo chilo 
e quando guardi il cielo dopo che vedi una stella cadente stai lì ad aspettarne ancora.

io oggi mi sono svegliata alle 5 del mattino ancora sul terrazzo,
infreddolita e sorridente,
perché di stelle cadenti ne ho viste sei.

il mio desiderio di veder cadere una stella dell'orsa maggiore non si è realizzato 
e le altre 5 quest'anno sono tutte per uno.

giovedì 8 agosto 2013

delirio di senso compiuto

devo smetterla di andare a dormire con la finestra aperta e i capelli bagnati visto che l'età biologica del mio collo é di 89 anni

la prossima volta che voglio sbrinare il freezer magari non aspetto di avere 40 di febbre

che soddisfazione ieri al lavoro. ogni tanto sono brava anche io 

è meglio evitare di lasciare la mia cover con le borchie al sole visto che diventa incandescente

sarò ancora capace di amare? e di farmi amare?

giuro che da domani smetto di rimandare. 
é che rendo molto di più quando sono stressata

che fine ha fatto Carmen San Diego? 

sono le 6 del mattino, sono sveglia da un'ora e sto stirando. bell'inizio di merda

cosa faccio, me li taglio i capelli? quasi quasi... ora chiedo consiglio a qualcuno. 
cioè ora no, magari a un orario decente

devo assolutamente ricordarmi di buttare via la spazzatura e di controllare accuratamente che non ci sia carne in frigo prima di partire

aver avuto la certezza di avere la meningite nonostante non avessi mal di testa è stata proprio un'idiozia, ma ancora di più raccontare il mio timore al tassista. mi avrebbe cacciato dalla macchina in corsa a pedate nel culo se solo avesse potuto

se non riesco a far vivere una pianta come posso sperare di avere un figlio? 

devo ricordarmi di non parlare da sola quando sono in macchina e non ho l'auricolare 

ho smesso di fumare e va bene. ma giuro che se ingrasso anche solo di un etto ricomincio


se mentre cammino e penso ai cazzi miei pesto una merda di cane, forse sono solo distratta e non vittima del cosmo

ho voglia di sciare. è l'8 agosto e io ho voglia di sciare. 

ma questa cosa dei piedi che non mi piacciono da dove arriva? 
forse in un'altra vita ero podologa e ho visto cose inenarrabili 

mica mi fido di chi mette troppi punti esclamativi, faccette o cuoricini ovunque. 
cuoricini un bel cazzo di niente tanto per dirne una

devo organizzarmi e andare al derby. è troppo che non vado allo stadio, è troppo che non urlo merde a chi è di fronte a me

questa faccenda del treno inizia a irritarmi davvero molto 

ma il sesso complica le cose o le semplifica? 

devo scrivere alla Sampdoria per protestare. come cazzo può venire in mente di fare una campagna abbonamenti con scritto Sampdoriani si diventa e sotto a partire da 50 euro
il copy è un coglione. e se non hanno un copy è ora che lo prendano. 

secondo me i vaffanculo sono un po' come gli starnuti, non vanno trattenuti

la mamma è rimasta sconvolta perché ho detto dottore del buco del culo parlando di Nucs, e sì che ne avrà sentite di peggiori

chissà se papà fosse qui cosa mi direbbe. e chissà che persona sarei 

persino mio fratello Tod mi ha paccato adducendo scuse assurde tipo che deve lavorare. 
rimbalzata dal fratello a cui tenevo la mano se aveva paura del buio, sono sgomenta

quando mi sposerò, perché non ci sono cazzi io mi sposerò, vieterò l'ingresso a bambini, uomini con le scarpe dalla punta quadrata e donne conciate come se fossero meretrici 

sì è vero che io credo al destino, ma così a spanne parrebbe mi stia prendendo per il culo. oh, magari serve

penso troppo e troppo spesso. che seccatura. 

lunedì 5 agosto 2013

io ci casco.


io mi innamoro spesso, direi quasi tutti i giorni, e a volte più volte al giorno. 

mi innamoro del colore di ogni quaderno che ho scelto con cura per un esame o qualche appunto, 
della penna che, dopo prove estenuanti sul taccuino di servizio, decido essere la migliore per me,
dell'effetto che immagino dia nel mio cassetto un reggiseno piegato. 

mi innamoro della mia padella antiaderente ogni volta che la uso, 
del set di bicchieri da vino per 4 e dei piatti di ardesia nera
e della copertina di un libro che compro senza neppure conoscerne la trama. 

mi innamoro di alcune cover adatte a modelli di telefonini diversi dal mio, ammetto di aver pensato di cambiare smartphone solo per la custodia,
di certi film per alcuni monologhi o battute quindi uso mettere avanti per raggiungere direttamente quelle quattro cose che mi interessano
e di parecchie canzoni che non consideravo belle fino a quando non le ho ascoltate bene. 

mi innamoro di certe giornate solo perché prevedono un giro di shopping da sola, 
di serate da condividere con le persone a cui voglio bene davvero, meglio ancora con un po' di bolle tra le mani
e di matrimoni altrui solo perché così anche io mi sento una gran figa. 

mi innamoro di un discorso sentito per caso nel tavolino accanto al mio dove siede gente che non conosco, 
di una lite altrui intuita in macchina, che mi fa prendere un rosso solo per cercare di capire di chi é la colpa
e del profumo di un passante sconosciuto con degli occhi incredibili che incrociano i miei  per qualche attimo. 

mi innamoro ogni volta che vedo un disegno fatto da una bambina al suo papà, 
di una delle molte lettere che ho scritto alla mamma 
e di tutte le volte che uno dei miei fratelli dice una cazzata che mi fa ridere di gusto o disperazione. 

mi innamoro di una chat con un mio amico, ricca di parolacce, analisi reciproche e cose vere, 
del mio ghiacciolo all'amarena tenuto per un'occasione speciale, visto che è un gusto molto raro, 
e delle passeggiate in montagna con le mie amiche, quando ci confidiamo cose inenarrabili fiduciose nel silenzio dei boschi. 

mi innamoro ogni volta che bevo il primo sorso del mio negroni sbagliato
e mi infatuo del mio gin tonic da serata, che prova un po' a chiedere un negroni in discoteca, 
di tutti i viaggi in treno che faccio e che a seconda della canzone che ascolto mi sembra di essere un po' in un film, 
e di tutte le playlist che compongo con un criterio tutto mio e che no, non viene mai capito da nessuno. 

mi innamoro delle telefonate a sorpresa di quelle quattro persone con cui non ho problemi a parlare al telefono, 
dei messaggi che arrivano inaspettati nel cuore della notte che ti fanno attorcigliare le budella, 
e di quello che faccio per gli altri, perché se lo faccio vuol dire che sono un po' innamorata anche di loro, ma in senso lato, ci siamo capiti? 

mi innamoro di come mi sta un vestito anche se non é il mio preferito, 
di un paio di scarpe a cui faccio la corte da mesi e che quando porto a casa sono così contenta
e della scossa che sento quando mi preparo per un appuntamento e sono un po' emozionata. 

mi innamoro di come guida un uomo molto prima che di lui, 
di cosa può raccontare la scelta di una camicia, un orologio o un modo di dire
e a volte riesco pure a innamorarmi di un bacio e non di chi me lo dà.

mi innamoro dell' assortimento della coppia prima che di noi, 
dell'estetica del suono dei nomi detti insieme, per esempio, 
o di come penso mi vedano gli altri occhi quando mi metto un vestito nuovo, 
o ancora di quello che sentirei se fossi in un tavolo vicino e ci sentissi chiacchierare, 
perché sono sicura che penserei che siamo una coppia proprio figa. 

l'ho già scritto, io cado molto spesso ( i lividi hanno i colori dell'arcobaleno. o quasi )
e quindi é naturale per me cadere in amore per futili motivi. 

ora, vista la quantità di cose che mi fanno innamorare e l'incredibile ritmo a cui sono sottoposte le mie infatuazioni, grazie al cielo mi risulta davvero molto difficile innamorarmi di un uomo. 

quando succede però io ci casco proprio nell'amore, per dirla all'inglese. 
e parto fregata. 



giovedì 1 agosto 2013

come quando fuori piove

i cuori che battono anche quando non te ne rendi conto, instancabili e decisi, 
che accelerano all'improvviso per uno sguardo, magari lontano
e che continuano a seguire la loro convinzione, nonostante il cervelli dia loro degli idioti. 

quelli infranti che si consolano con un ricordo, 
che saltano in gola dopo l'urlo molto poco umano che segue un goal, 
che pulsano rabbia o amore, dolore o felicità. 

i denari che ti servono per comprare un'idiozia, di cui però non puoi proprio fare a meno,
che usi per spostarti e andare dove ti pare, anche se a volte sbagli clamorosamente meta
e che ti permettono di fare un regalo a chi tieni davvero, di qualsiasi regalo si tratti. 

quelli che non saranno mai abbastanza, 
che spendi per passare una serata come piace a te, 
che ti permettono di coccolarti quando hai avuto una giornata di merda. 

i fiori che regali per ringraziare qualcuno che ha fatto qualcosa per te, 
che mandi da lontano alla tua amica, che è stata così brava a laurearsi ma tu non ci sei, 
che ricevi per un motivo o una ricorrenza precisa o che invece arrivano a sorpresa. 

quelli che compri per te o per accompagnare una colazione speciale, 
che fai seccare perché li vuoi tenere 
e che ti basta vederli da lontano per sentirne il profumo. 

picche, che ti fanno rispondere con veemenza NO, e a volte vaffanculo, 
che ti fanno pensare che una persona non valga nulla
e poi l'idolo,  il due, che significa che proprio non ce n'è. 

quelle che ti fanno venire in mente il tuo solito "io mi ci picco" quando qualcosa ti sta a cuore, 
che ti piace così tanto il disegno fatto così strano
e che quando giochi e calcoli il risultato ti rendi conto della nullità di questo seme. 

come quando fuori piove è la filastrocca che mi ha insegnato la nonna Luisa per giocare a carte. 

per quel che può valere io sono d'accordo con la mia nonna: il cuore vale sempre più di tutto.