martedì 14 maggio 2013

l'unico Zucchero che accompagno al mio caffè

io l'ho preso come un comandamento e l'ho fatto. 
ho amato in modo che il mio cuore mi avrebbe fatto così tanto male che, che come il Sole all'improvviso sarebbe scoppiato, 
e di questo non mi pento perché sono certa non esista modo migliore di farlo. 

ho urlato ma che dolore, é un gran dolore se Bibi mi tirava un ceffone in pieno viso senza alcun motivo apparente, 
ho ballato Baila Morena sullo sgabello di Angelo a San Candido per chissà quante ore, 
cercando di non cadere a ogni siamo fiamme nel cielo, lampi in mezzo al buio
e ho imparato il significato del termine overdose cantando ho bisogno d'amore, per Dio, perché se no sto male!
(cosa che a 5 anni era quantomeno fuori luogo). 

ho preparato la maturità pensando a Nietzsche che dice...boh!
ho rivendicato il diritto alla sana e consapevole libidine per salvarmi dallo stress e soprattutto dall'azione cattolica 
e ho pensato ogni tanto spengo cicche, accendi me, che confusione

durante alcune notti passate a lamentarmi per chissà che cosa mi sono detta da sola, fai piano i bimbi grandi non piangono, 
per addormentarmi mi sono lasciata cullare dal dondolo che dondola perché siamo bambini, siamo sempre noi, 
e ho sperato e risperato che il mio lui del momento mi dicesse io sono qui, forse più in là, forse già qua ma vai fino in fondo, ti prego vai fino in fondo. 

ho cantato in macchina a decibel insopportabili Papà perché, perché papà, non ho lo spirito DiVino (parliamone)
e poi guardando il cielo mi manchi tu e arranco
ho ballato con Nucs per colpa di chi, chi, chi, chi, chichichirichi, 
e ho fantasticato su qualcuno che potesse aver visto gli occhi miei rotolando verso casa 
e avermi sussurrato a distanza come vorrei, come sei bella, fly away. 

sono stata convinta che se uno non aveva più paura di restare senza una donna
figuriamoci se non ce l'avrei fatta io senza un uomo, 
mi sono emozionata all'idea di voler saltar sul treno quando l'amore arriva in città
e ho urlato con convinzione alla Royal Albert Hall vicino alla Valli che misera me, però brindo alla vita  (cosa che abbiamo preso alla lettera, va detto). 

ho cantato con entusiasmo che é un peccato morir,
ho inspirato il respiro d'aria buona, mentre trovavo un soffio caldo di novità  al Mazda Palace, vicino alla mamma, proprio prima di trasferirmi a Bolzano, 
ho aspettato anche io la pioggia di baci dal cielo, leggeri come fiori di melo, gocce di rugiada dal cielo nelle mie prime notti da sola in un letto così grande e vuoto e nuovo. 

ho idealizzato il mio cuore sparpagliato che per il mondo se ne andava nei miei mesi di Berlino, 
ho pianto lacrime calde per questo troppo amore, per noi, e questo bel dolore
e quando invece mi pizzicava il naso per qualche scemata ho ricacciato tutto indietro cantandomi da sola baby don't cry, make it funky!
che poi non é che esistano tante filosofie di vita migliori. 


ho sempre desiderato che un uomo pensasse di me lei lo fa come se avesse sete, 
avrei voluto dedicare sentirai la mia pelle, ovunque tu sarai sulla tua pelle
che cose così sexy mica si sentono tutti i giorni,
e penso che esistano poche frasi più amorose di potrebbe essere di chi spera, ma nel mio cuore é mio, 
ma che preferirei evitare di doverlo dire a qualcuno, 
che io un amore lo voglio vivere, mica sperare. 


l'ultima grande folgorazione, tra un sogno un Cuba Libre e un love is all around vicino alla mia amica Magi, 
dopo un pomeriggio passato a Verona a camminare insieme, nella pioggia o sotto il Sole
mi ha colto di sorpresa alle due e mezza di notte sulla Piacenza-Brescia... 
"Magi, basta cazzate, basta perdite di tempo, io ho capito... voglio un uomo che mi faccia vedere l'alba". 

e mentre lo dicevo c'era una rosa bianca appoggiata sul cruscotto della mia Aygo. 




Nessun commento:

Posta un commento