venerdì 3 aprile 2015

long train running

il primo che ho preso dopo anni di Aygo è stato enormemente rassicurante, forse perché l’incidente era ancora fresco,
mi ha accolta nel deserto di una tarda mattinata di un mercoledì qualunque 
e mi ha portato a casa, dove potevo dormire più o meno tranquilla e accendere un cero in Chiesa. 

poi ne ho presi tanti, con stati d’animo così diversi tra loro che se potessero parlare chissà cosa direbbero di me. 

l’ho preso per occasioni speciali, il mio compleanno, Natale o la nascita di un bimbo, con l’intento di replicare la festa già fatta qui,
per passare qualche ora di felicità con una persona, quando l’euforia di partire non mi faceva neppure uccidere un vicino di posto molesto
e per andare a vedere da vicino cosa succede quando qualcosa finisce, che tipo di sguardo ha un addio. 

l’ho preso per raggiungere l’unico posto al mondo che mi fa ascoltare i miei pensieri fino a farli tacere senza che questa pratica non mi sembri un’enorme perdita di tempo, 
per andare a respirare da sola, lassù dove osano le aquile e si respira molto meglio 
e per divertirmi sulla neve, sola, con amici, in compagnia. 

l’ho preso che ero felice, incazzata, stanca, 
triste o malinconica. 

l’ho preso e mi ha fatto conoscere di tutto, dal caso umano con problemi seri, che naturalmente sceglieva di parlare con me, 
al napoletano del bar che sosteneva di essere genovese doc nonostante l’accento, e che comunque mi ha offerto da bere, 
da quello che cercava di imbarcarmi mentre io volevo solo mi portasse la valigia perché ancora incidentata, 
al fenomeno da baraccone che si toglieva sempre le scarpe per fare 20 minuti di tragitto, dimostrando ogni volta quanto possa essere disgustoso il genere umano. 

l’ho preso per andare al mare, per tornare in montagna, per restare a casa un po’ di più; 
l’ho preso per amore, di un uomo, della famiglia, degli amici e di me stessa, 
l’ho preso per muovermi, spostarmi, cambiare e mentre mi muovevo, spostavo, cambiavo, 
 la mia vita veniva con me. 

l’ho preso quando ero felice, appagata, eccitata, 
e quando ero triste, stanca e incazzata. 

sì, ora il mio treno è passato. 
ma solo perché ora ho di nuovo la macchina. 

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