domenica 25 luglio 2021

arriva un brivido e ti trascina via e sciogli in un abbraccio la follia

forse non sarà una canzone, 
a cambiare le regole del gioco.
 

no, forse non sarà una canzone. forse saremo noi. 

noi, che siamo la non qualificazione al mondiale, la vergogna e una pandemia che in Occidente ci ha colpiti e messo in ginocchio per primi, 
che siamo le case piene e gli stadi vuoti,  la paura e la speranza,  Roma per iniziare e Londra per finire, 
che siamo le prese in giro di tutti i "cugini" del continente, una nuova generazione di azzurri da crescere  e la rabbia e l'orgoglio, di fallaciana memoria. 

noi, che siamo  l'inno cantato a occhi chiusi e cuore aperto, le parole urlate più che dette,  le braccia incrociate e lo stesso destino, 
che siamo i Mario e Luigi in tribuna e i visi che diventano bandiere tricolore, le canzoni dopo la partita e i messaggi di chi è in panchina e non gioca, 
che siamo il sorriso di complicità dopo un goal e la bestemmia condivisa per un rigore sbagliato. 

non è una favola - e dagli spogliatoi
escono i ragazzi e siamo noi. 

noi, che siamo il porca puttena di Ciro, il tiro a giro di Lorenzo e il 2-0 con l'Austria di Matteo, 
che siamo Locatelli che fa le cose per bene, Barella - e Lukaku ce lo suca -  e lo scazzo di Jorginho che tira l'ultimo rigore,
che siamo re Giorgio in Inghilterra, Leonardo e la pastasciutta e Gigio che non sa che abbiamo vinto. 

noi, che siamo "Attilio Lombardo pelato bastardo", De Rossi che vola sul tavolo e Federico che in mezzo al campo dice: "Siri, chiama mamma", 
che siamo le stampelle di Spina per sorreggerlo con gli altri, la formazione prima della partita con "voi sapere quello che dovete fare" e l'urlo liberatorio di chi sa di aver fatto un'impresa. 

noi, che siamo il discorso di Vialli prima della partita e Mancini che parla del tatuaggio della Sampdoria a Insigne, gli sguardi di intesa tra gli eroi di un club ora staff della Nazionale, i rigori non guardati di spalle di Vialli con l'immediato resoconto di Mancini. 

noi, che siamo la dedica del Mister prima a Paolo Mantovani e dopo a noi Sampdoriani - perché nel calcio nulla si dimentica e quando si ha la possibilità di regalare un pensiero così nobile, le persone per bene lo fanno, 
le diverse sfumature di abbraccio tra Vialli e Mancini
e quell'ultimo, lì a bordo campo a partita finita, che non puoi capire mai quanto ci può essere dietro a un abbraccio così. non lo si può capire mai. 

noi, che siamo voi, che ci avete regalato notti magiche, 
sotto il cielo di un'estate europea colorata solo di azzurro.
grazie, ragazzi.

ps: questa edizione degli Europei per me ha avuto una sapore speciale perché vista con i grandi amori della mia vita.
mi hanno sentita urlare, vista piangere, seguita correre per un rigore parato,
mi hanno abbracciata, baciata, guardata come fossi cretina, sopportata anche quando dicevo cazzate, ascoltata nei miei deliri e accompagnata durante questo incredibile percorso di Italia e Sampdoria.
grazie a voi due, che mi avete regalato l'Europeo più bello di sempre.
la vittoria lo rende solo ancora più incredibile.
con amore, C. 




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