mercoledì 16 settembre 2015

mokkaterapia. le sorprese che non abbiamo mai fatto

nei miei lunghi viaggi in macchina da sola per non annoiarmi, non impazzire e non scaricare la tensione sugli stronzi che guidano male in autostrada, 
ascolto musica assemblata senza cognizione di causa, ricordo le cose più disparate e, soprattutto, penso molto. 

l’altro giorno ho pensato a quella  sera di fine novembre che mi sono presentata alle 23 in stazione per accogliere Kevin Molfetta con un bicchiere di vino, 
un gesto così semplice da risultare sorprendente, forse il più bello che abbia mai fatto per un uomo, e che mi ha ricordato che lui e io siamo uguali. 

siamo di quelli che partirebbero subito, macinando km solo per rispondere di persona sì a una provocazione, 
che non penserebbero alle conseguenze di un che cazzo ci fai qui detto in un modo non proprio amichevole, 
che viaggerebbero tutta la sera per passare qualche ora della notte con chi pensiamo possa meritarlo. 

siamo di quelli che a un sai, sto cucinando questo e poi vado a dormire risponderebbero presentandosi dopo qualche ora con una bottiglia di vino, 
che partirebbero la mattina presto di una domenica per portare la colazione per due e partire dopo poco, 
che elaborerebbero un piano studiato in due minuti per bussare a una porta lontana non curanti del fatto di poter ricevere una tremenda delusione. 

siamo di quelli che se litigassero si caccerebbero in macchina e andrebbero a chiedere scusa nel cuore della notte, 
che se si lasciassero con il partner l'aspetterebbero fuori casa per parlargli di persona, 
che se dovessero chiedere scusa lo farebbero contro un muso, anche se duro. 

perché lo faremmo? 
per ridere scompostamente durante il rientro pensando a quanto matti siamo stati, a prescindere dall’esito della nostra follia, 
per riscattare tutti i messaggi mai mandati, 
per avere una storia da raccontare. 

o forse, semplicemente, per tutte le volte che abbiamo pensato l’avrebbero fatto per noi. 

perché non l’abbiamo ancora fatto? 
perché non abbiamo ricevuto ancora la domanda giusta, quella che ti attorciglia lo stomaco e ti fa partire, 
perché non c’è stata la provocazione adeguata, quella che ti lascia uno spiraglio senza essere del tutto esauriente, 
perché non c’è stato il litigio violento, quello che ti lascia terrorizzato ed esausto. 

o forse, semplicemente, 
perché non abbiamo ancora trovato la persona che pensiamo lo possa meritare. 

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