martedì 28 febbraio 2017

l'inestimabile compito del rumore delle tapparelle che scendono giù

io ho paura di un sacco di cose, che spesso non ammetto, altre volte sì
e altre volte ancora non riconosco neppure io, quel sacco di cose di cui ho paura.

ho paura di dire (ma anche di fare, baciare, lettera, testamento),
di non riuscire a capire e di essere fraintesa,
di non riconoscere una persona buona solo da uno sguardo e di fidarmi di uno stronzo,
ho paura di abbracciare troppo forte senza essere stretta abbastanza.

ho paura di mangiare il prosciutto crudo e morire soffocata,
di pestare una merda con un paio di ballerine nuove,
di andare allo stadio a vedere il derby della Lanterna, che gli anni passano ma l'ansia mai,
ho paura di cadere davanti a tutti in un momento in cui non si dovrebbe cadere davanti a tutti.

ho paura di non essere amata e di non essere innamorata,
di stare troppo bene da sola e, a volte, di rimanerci per sempre, 
di ridere troppo forte e sguaiatamente e di non riuscire a sorridere quando dovrei,
ho paura di dire troppe parole quando troppe parole non andrebbero dette.

ho paura di ammalarmi di una qualsiasi malattia,
di non scrivere cose che piacciono alle persone cui voglio bene,
di non essere abbastanza bella agli occhi di chi lo sembravo, 
ho paura di non essere ricordata da chi ho incontrato anche solo per poco.

ho paura di sbagliare e di essere attratta da un errore,
di sognare in grande e desiderare in piccolo, 
di deludere qualcuno in qualsivoglia modo e di illudermi verso qualcosa mai esistito, 
ho paura di dimenticarmi il profumo di una notte che invece andrebbe ricordato.

ho paura di morire senza mai aver vissuto,
di cambiare la mia vita senza aver provato a farla funzionare prima, quando potevo,
di lasciar andare le cose, o le persone, senza prima aver lottato
e ho paura di sapere come sarei stata io ora se a ogni bivio da percorrere avessi scelto l'altra strada.

ho paura di conoscere una persona nuova e di non accorgermi di perdere qualcuno che già fa parte della mia esistenza,
di non saper dimostrare abbastanza interesse nelle cose che mi vengono dette e di parlare troppo superficialmente di me,
di ricevere come risposta un "no" a qualsiasi domanda io possa formulare e di dire troppo facilmente "sì", anche quando non ci credo 
e ho paura che qualsiasi cosa io possa dire (fare, baciare, lettera, testamento) si perda per sempre.

ho paura del temporale perché ho paura di essere presa in pieno da un fulmine, 
di sentire un pesce che mi sfiora mentre sono in mare perché so che il terrore mi farebbe affogare,
di una feroce ribellione di una parte del mio corpo come quella che fu dei miei capelli a18 anni (da liscissimi diventarono del tutto ingestibili)
e ho paura di affrontare la morte di qualcuno che amo. 

insomma, io ho paura di un sacco di cose che spesso non ammetto, altre volte sì
e altre volte ancora non riconosco neppure io, quel  sacco di cose di cui ho paura
(vorrei anche dire "altre volte sticazzi. ok, l'ho detto)

comunque. ieri sera avevo paura di trovarmi in una città nuova, 
vivere dentro una casa nuova,
dormire in un letto nuovo, 
pronta (più o meno) per affrontare una situazione lavorativa nuova 
e, chissà, pure una me un po' nuova. 

poi però è successo che ho calato il sipario sulla giornata e sentito il rumore delle tapparelle che scendono giù, lo stesso rumore delle tapparelle che scendono giù di quando ero bambina e papà chiudeva casa. così, ieri sera, non ho avuto paura.

io questo rumore delle tapparelle che scendono giù me lo concederò spesso questa settimana.
tanto lo so solo io. e, almeno, non ho paura 

2 commenti:

  1. Ti ho scoperto per caso un po' di tempo fa e mi piace tantissimo come scrivi!I tuoi post mi hai fatto sia morire dal ridere sia scappare qualche lacrimuccia. Sarà che sei di Genova come me, sarà che scrivi sacrosante verità..ma mi sono affezionata al tuo blog! Continua così!

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  2. Grazie, che gentile che sei! Spesso mi pare del tutto impossibile che qualcuno all'infuori di mia madre e della mia migliore amica legga le idiozie che scrivo e addirittura ci si affezioni come te... Sarà che chi è di Genova si riconosce subito! Ancora grazie, davvero

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