sabato 25 aprile 2020

scatti di quarantena

scendere a Genova per dar retta alla mamma, 
la felicità di lavorare da casa per quella che doveva essere una settimana 
e benedire il nostro capo che ha deciso di farci vedere in video ogni mattina, garantendo così un minimo di dignità all'outfit.

gli aperitivi con i colleghi che mi mancano, 
quelli con i miei ex colleghi che, mannaggia a loro mi mancano di brutto,
la paura di stare a casa da sola così tanto tempo.

i fiori per festeggiare un grande successo mandati dalla mia B, con un biglietto che ogni tanto rileggo perché mi rende immensamente felice, fortunata e orgogliosa di un'amicizia così pura, 
i pansotti con il sugo di noci lasciati sulla porta dalla mia Magi, con un biglietto con tutte le parole migliori, quelle del cuore
e il mix di negroni arrivati da Simo, che mi conosce e sa cosa mandarmi per farmi contenta. 

l'arrivo della mia bellissima nipotina Blue, 
le immagini e i video che la ritraggono mentre affronta il mondo gridando, com'è giusto che sia
e il dispiacere di non poterla cullare un pochino tra le mie braccia. 

l'acqua lasciata sul pianerottolo "così non devi camallartela" di Corra, 
la focaccia con le cipolle e la torta di riso di Manu, in cambio di vino e sigarette
e la fortuna di avere trovato amici sinceri nei miei vicini di terrazzo, che a Pasqua mi hanno coccolata con la loro grigliata che è stata anche la mia. 

sentire mio fratello, quello piccolo, al telefono e pensare sia impossibile sia davvero papà, 
le note vocali di Tod con tutti i suoi suggerimenti in cucina, svarioni e non,
e il compleanno della mia mamma vissuto da lontano ma vicino con il cuore.

la panciona gigante della mia Francesca, che aspetta un baby vitellino che non vediamo l'ora di conoscere, 
le telefonate con le mie amiche del cuore di Bergamo, veicolo di tutto l'abbraccio che mando alle persone che lì ci vivono e a cui voglio bene 
e le chat "tra stronzi", che tra stronzi ci si intende meglio.

il sole che ho preso in questi giorni, soprattutto per non truccarmi più, 
la scoperta di burrata e stracciatella, che forse era meglio di no, 
e le chiacchierate con il nonno Franco, che è il mio eroe da sempre e per sempre lo sarà. 

io che cambio lavoro accettando una nuova sfida, in un momento in cui non sarebbe stato possibile anche solo immaginarlo, 
che cucino con amore ogni cosa che mi preparo, riscoprendo la stessa emozione di quando lo facevo per gli altri 
e che sono innamorata, dell'unica persona che avrei voluto con me in questi due mesi, a mio (e suo) rischio e pericolo. 

io che so esattamente come sono cambiata in questi due mesi. 
più solidale, 
più empatica 
e certamente più stronza. 
migliore, insomma. 






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