giovedì 9 agosto 2012

Il peso della valigia


ho iniziato a fare la valigia e tra le varie liste di cose che non possono mancare ho deciso di portare Carolina, così non dimentico niente. 
ma Carolina non è mica solo un nome...

è un modo di sorridere, di camminare, è uno sguardo e una lacrima nascosta. 
è l'abbraccio della mamma se mi facevo male da piccola e la merenda con gli amici, 
è la prima volta che mi hanno sbattuto fuori dalla porta, la prima guida con la patente, 
lo zaino pesante di quando avevo versione di latino, una promessa non mantenuta e un desiderio avverato. 

è il goal della Sampdoria al derby, l'abbraccio di un'amica, la discussione con un collega, 
la litigata con mio fratello per il telecomando e il  primo biberon dato a mio fratello piccolo, 
l'insieme delle persone che ho incontrato e con cui mi sono scontrata, 
la prima sigaretta fumata senza aspirare e la prima sbronza, 
è il pesciolino finito nel water, la mia cavalla Dolly e l'indimenticabile Lefty,
è il primo bacio, quella volta che mi sono sentita davvero bella e quando invece ho faticato a specchiarmi. 

è l'odore dell'acqua di colonia di papà misto caffé e misto a sigaretta, 
la volta che mi sono innamorata e tutte le volte che ho creduto di esserlo, 
è aver sognato vicino a qualcun altro ed essere tornata a casa a orari impossibili, 
è il viaggio più bello, quello più significativo e quello che devo ancora fare,
è il libretto dell'università e quel fiore che mi sono comprata da sola. 

è la scelta di cambiare direzione lì, in un momento preciso della mia vita, 
è la voglia di una casa, uno sport e un uomo, ma non un uomo qualunque, proprio quello. 

é il sogno che non so ancora di volere, la parola che storpiavo da bambina, 
il bicchiere di vino quando ero sola, il suono di alcune parole ascoltate, 
il bouquet della sposa, che tanto lo so che la mia amica ha preso la mira, 
il sapore della frutta e il sale del mare sulle labbra. 

è la fedeltà a un quotidiano, a una trasmissione televisiva, a un settore dello stadio, 
è il mio duetto con Bryan Adams (sì che lo scrivo, cazzo...e quando ricapita?)
sono le parole degli altri che mi hanno fatto soffrire e i giudizi che ho dato, 
è il cuore tornato a battere dopo essere stato spezzato e la volta che a spezzare quello degli altri sono stata io. 

è qualche bugia o mezza verità, una paura affrontata e un incubo ricorrente, 
è la musica che mi piace, il film di cui non posso fare a meno e il rito di iniziare un libro scrivendo luogo e data, 
è il modo di fare colazione e la mia grande capacità di cucinare,
è la mia timidezza che però riesce sempre a farmi conoscere chiunque, e la cosa non smette mai di stupirmi,
è come sono quando mi addormento e come mi ritrovo quando mi sveglio. 

Insomma Ryanair, mi sembra piuttosto chiaro che non posso stare sotto 15 kg. 
e la colpa non è certo delle scarpe. 

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