il cliché delle fragole con lo champagne o con la panna, che poi dicono del prezzemolo ma anche le fragole sono sempre in mezzo, i libri di oriana fallaci, le massime di oscar wilde e le poesie di d'annunzio, il rullo dei tamburi nelle bande di paese, alcuni pezzi geniali di canzoni insospettabili, la spontanea standing ovation dopo un'opera lirica, l'odore della pelle di chi ami, l'idea di poter spaccare una vetrina con una mazza da baseball.
sfregare i polpastrelli con quelli di un'altra mano, un ace a tennis e un par a golf, il giorno del tuo compleanno, una sorpresa, una cena con un amico, la crema rosa johnson & johnson perché sa di bambino, l'attacco della batteria in una canzone la cui prima strofa è acustica,
ricordarsi una nozione di altissimo livello tra lo stupore generale, il tuo per primo, parlare con i compagni di scuola delle malefatte passate e riderne ancora di gusto.
i concerti dal vivo, quando chi canta e chi suona sembra sempre bello e poi nella vita reale risulta essere un vero cesso, un complimento inaspettato oppure talmente aspettato da diventare irreale, il primo bacio di una persona nuova, l'odore di lavanda, comporre il numero di telefono di casa dall'estero, leggere i ringraziamenti dell'autore di un libro e fantasticare per un attimo sulla sua vita privata e non sul suo saper raccontare, claudia mori e alberto lupo che cantano "ciao sono io, amore mio".
pizza e birra, beatles e rolling stones, grande grande grande di Mina, la sigla di baywatch e l'oroscopo della gazzetta dello sport, la canzone che quando sei giù ti tira su per forza, soprattutto se cammini, e quella che se hai bisogno di piangere ti lascia sfogare.
scoppiare a ridere insieme dopo esservi guardati negli occhi, tornare a casa e togliersi le scarpe con il tacco, la jacuzzi, il letto appena fatto con le coperte rimboccate, il rumore di carezza quando qualcuno ti passa la mano tra l'orecchio e i capelli, il suono del tappo quando apri una bottiglia, il caffè d'orzo in tazza grande.
sapere tutto sulla guerra fredda, le versioni di latino di cicerone perché sul vocabolario si trovavano frammenti interi assicurandoti almeno un 4.5, la merenda che la mamma metteva nella cartella alle elementari e il più delle volte restava lì una settimana, la focaccia di notte/mattina presto dopo essere andato a ballare, sentire il respiro regolare della persona con cui dormi ma non il battito del cuore se no sai che ansia, svegliarsi perché qualcuno ti tira su le coperte, la prima volta che mangi l'ostia e la sensazione dei capelli sott'acqua quando ti butti in mare.
un aperitivo con le amiche e una cena con la mamma, stendere banconote lasciate erroneamente nei pantaloni, i matrimoni degli altri, la delicatezza di chi non ti flagella chiedendoti ancora se sei fidanzata, una cartolina da chi è fuori, una bevuta con i colleghi dopo una giornata pesante, passare davanti alla casa di quando eri piccolo, i numeri di telefono fissi che ancora ricordi.
la Sampdoria, le lacrime versate dopo le sconfitte e quelle trattenute a stento per le grandi vittorie, i suoi colori, l'odore degli stadi che hai visto per lei e con lei, tutti i significati che sono dietro a questo grande amore.
dormire quando hai la febbre, trovare le primule dal fioraio ché forse 'sta primavera arriva davvero, guardare negli occhi la persona che ti piace talmente da vicino da avvertire le vertigini, correre, un messaggio che non ti aspetti, una lettera o un biglietto scritto a mano, le canzoni d'amore scritte da un uomo.
tutte le volte che sento parlare del mio papà.
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