lunedì 17 settembre 2012

Grazie perché


perché quel giorno, sull'autobus, mentre andavate chissà dove, avete deciso di chiamarmi Carolina
e perché quel nome, che tanto non mi piaceva da bambina, ora lo sento proprio mio, 
quasi fosse tagliato su misura per me, 
quasi fosse quel vestito perfetto che tutti vorrebbero avere, adatto a una grigliata sui prati e a una serata di gala. 

perché avete deciso di farmi buttare giù dal trono a 1 anno e mezzo regalandomi Bibi (anche se é stato un regalo problematico) 
senza permettere a nessuno di viziarmi troppo e di farmi crescere come una bambina capricciosa, 
che sarebbe certamente diventata una donna molto più impossibile di quello che già sono. 

per avermi fatto ascoltare la vostra musica, quella dei grandi, già quando ero piccola, 
e per essere venuti ai concerti con me,
per avermi coccolata la notte quando soffrivo di insonnia e tutte le volte che sono stata male, dai 6 mesi ai 29 anni,
per avermi dato quelle sberle "che sono per il tuo bene", 
anche se quel bene l'ho capito molto dopo. 

per avermi trattata da bambina, ma non da principessa, 
per avermi portata allo stadio quando ero piccola e avermi fatto innamorare del significato di quella Sampdoria, 
che ancora mi fa vivere di una felice nostalgia. 

per avermi educata al rispetto per gli altri, per le cose degli altri e per le vite degli altri, 
ma anche per avermi insegnato a difendere le mie idee e la mia dignità: e se questo significa dire un vaffanculo, posso dirlo a chi voglio. 

per avermi sempre raccontato le storie di famiglia, 
dagli episodi più duri agli aneddoti più divertenti, 
perché noi siamo il prodotto di scelte che hanno fatto i nostri antenati. 
ma grazie anche per avermi detto che certe cose le possiamo scegliere noi, per esempio come vivere, sorridere e amare. 

per avermi detto quei no che non capivo, 
e per avermi fatto capire che dietro a ogni sì c'era molto più che una sola parola. 
per avermi lasciato libera di sbagliare, soffrire e capire, 
per non aver interferito con i miei errori e le mie convinzioni. 

per avermi guardata crescere e diventare più o meno donna, 
anche se ai vostri occhi, siano essi qui o lassù, sarò sempre Pinato, la bambina che si é buttata giù dal letto di faccia due notti di fila. 

per avermi insegnato che le persone sono molto più di quello che sembrano, 
che bisogna sentirsi a proprio agio con tutti e che affrontare la vita con un sorriso é molto meglio. 

per avermi lasciato tra i ricordi più belli la cena durante la quale ci avete detto che sarebbe arrivato un regalo, 
che poi pesava 4 kg e 370 gr. e avete chiamato Francesco. 

per avermi fatto passare, volenti o nolenti, esperienze che mi hanno segnata, 
formata e fatto diventare quella che sono e per avermi chiarito quali sono i veri valori della vita. 
ma quelli  che contano davvero. 

per avermi insegnato che il dolore anche quando é insopportabile, si può superare ma non contrastare, 
per avermi mostrato che chiedere aiuto non é un segno di debolezza
e che avere paura fa parte del coraggio. 

per avermi trasmesso la passione per i viaggi, 
per avermi fatto imparare che anche se le radici sono in un posto, 
i rami degli alberi possono essere ovunque noi vogliamo. 

per avermi fatto capire che la qualità non costa niente, dipende solo da quello che vogliamo, 
per avermi raccontato tutti i lieti fine delle favole, ai quali credo ancora, 
e che se abbiamo un sogno non dobbiamo avere paura di rincorrerlo. 

per avermi accettata così, con tutti i miei difetti, 
e per avermi voluto bene anche per questo, 
per tutte le volte che quando vi ho detto che non avevo niente avete insistito e non vi siete fatti fregare da me, a costo di sentirvi dire di non rompere,
per avermi sopportata negli anni dell'adolescenza quando ero veramente una ragazzina scema e insostenibile, 
e per avermi supportato gli anni dopo. 

per aver cucinato i miei piatti preferiti quando ero giù, 
per avermi offerto l'aperitivo in caso di giornate no ma anche in caso di eventi da festeggiare, tipo uno scudetto, un esame passato o la fine di una storia sbagliate, 
ma grazie anche per avermi offerto l'aperitivo solo per il piacere di stare insieme e raccontarci le nostre giornate.  

per avermi telefonato e fatto ridere anche solo raccontando storie idiote  dei miei fratelli, 
e per avermi dimostrato che un bicchiere di vino non risolverà proprio tutti i problemi del mondo ma almeno ti calma per 10 minuti. persino prima di un esame all'Università, persino quando sei ricoverato e ti portano l'aperitivo in corsia. 

per avermi insegnato che la televisione a cena non si guarda, perché a cena si parla, 
per non avermi fatto mangiare il culetto della banana e dei wurstel, 
per avermi lasciato guardare le partite in televisione seduta per terra con il panino di Sotto Ripa. 
certe abitudini non mi lasceranno mai. 

per avermi cresciuta come sono e per aver cresciuto così anche i miei fratelli, 
e per aver insegnato a tutti e tre a volerci bene e a essere uniti, anche da lontano. 
dopotutto le botte che ci siamo dati sono servite anche a questo. 

e grazie soprattutto per avermi insegnato che tutto passa, tranne la morte,
ma, pensa un po', che spesso grazie a tutto quello scritto sopra, si può superare, addirittura senza mettere la freccia.
e dopo un po' di tempo lo si fa anche con il sorriso.  

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