giovedì 20 marzo 2014

la mia Praga

la mia Praga è Bergamo,  
una piega dal parrucchiere, 
un viaggio in macchina con un’amica passato a dire oscenità 
e dare un bacio a chi vedo troppo poco. 

la mia Praga è un aperitivo trangugiato perché in presunto ritardo 
una valigia troppo grande, perché proprio non ce la faccio a stipare l’entusiasmo, 
la malcelata paura dell’aereo curata con una ceres
e il becero applauso dei passeggeri del nostro aereo. 

la mia Praga è scoprire dopo un giorno di essere davvero nel cuore della città, 
mezza anatra, il camembert fritto e una delle migliori cene di pesce della mia vita, 
dovermi adattare e quindi bere birra, che non è che posso fare sempre la diversa
e sorseggiare caffè che dire pessimi è dire poco. 

la mia Praga è un letto così comodo che non mi sarei alzata mai, anche un po’ per chi c’era dentro, 
camminare senza cercare qualcosa di preciso perché tanto come ti giri c’è qualcosa di bello, 
scaricare l’iphone a suon di panoramiche, per lo più venute male
e portare la colazione in camera a chi, incomprensibilmente, si sveglia senza avere fame. 

la mia Praga è allungare le gambe e sentire che vicino alle mie ci sono le sue, 
guardare una persona senza il bisogno di dire niente, perché a volte le parole sono proprio inutili, 
cedere ogni tanto a una debolezza e prendergli la mano
e uscire da un ristorante con una fame fottuta. 

la mia Praga è commentare un passante qualunque ridendo di lui, 
fare congetture anche serie sulla coppia assortita malissimo di fianco al nostro tavolo, 
fumare in grande libertà nei locali 
e ridere fino a piangere in aeroporto nonostante l’aereo fosse in ritardo spaventoso. 

la mia Praga è una ciliegina buttata senza senso nel mio negroni, 
il sole che arriva all’improvviso dopo una giornata di pioggia, 
la chiesa del Bambin Gesù, che a lui qualcosa, lo ammetto, gliel’ho chiesto 
e la jacuzzi sul tetto della città. 

la mia Praga non è ancora Primavera ma per me invece sì, 
è l’orologio che batte il tempo ma bara, che le ore io non le ho mai viste volare così veloci, 
è la musica del jazz club e quella di un vecchio ululante nella piazza vecchia
ed è perdersi per il mio inesistente senso dell’orientamento e la certezza che chi dice “perfetto” stia sbagliando, ma io mi fido perché tanto tutte le strade portano a te. 

la mia Praga non è mia, la mia Praga è sua. 
gliel’ho regalata. 


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