venerdì 6 gennaio 2017

cartoline da Genova

l'alba, che ho voluto vedere a tutti i costi, seppure dalla parte sbagliata, 
l'orrore di ogni strillo di bambini rompicoglioni, che poi oh, quelli dei miei amici mica lo sono, la cena con le ragazze, gli incontri casuali che si trasformano in serate memorabili, i pensieri per gli altri e la mia roba, letteralmente sparsa ovunque. 

nuove amicizie, vecchie conoscenze, il piacere sincero di vedere persone che ha fatto parte della mia infanzia-adolescenza-vita, Boccadasse e i km percorsi per arrivarci a piedi, il monumento di Quarto il primo di gennaio, la gente cretina che si tiene addosso la cuffietta che viene loro consegnata per la visita nel Nazario Sauro e aver incontrato ben due vicini di casa di Bolzano. 

ogni volta che ho preso la macchina per andare da qualche parte, l'aperitivo con Nucs e aver frequentato le persone di Tod al posto suo facendone le veci, il vento che cambia il tempo ma non il mio umore, una fine di anno sorprendentemente positiva anche perché condivisa con una vera Amica e le telefonate del nonno Franco, il vivente paragone maschile che non mi permetterà mai di trovare un uomo decente. 

il saluto da lontano delle persone che vedevo tutti i giorni, l'abbraccio caldo della mia Giulia e le sue parole rassicuranti, la ruota panoramica in solitaria, l'Ikea e la Maison du Monde con Carolina, gli zii, la telefonata puntuale dello ziastro Tonino e il relativo augurio mentale al papà. 

una Vittoria ancora da scoprire ma già fantastica così, Fili e le sue canzoni in spagnolo, io che inizio l'anno certa che sia un po' più buono con me, grandi progetti di crescita e acquisti di libri che mi insegnino a risparmiare, tutta la musica che mi ha accompagnato durante le passeggiate e mi ha fatto sentire bene da sola, le lacrime liberatorie che ho versato con violenza e che mi hanno lasciato il sorriso in bocca. 

la maleducazione di questi bambini del cazzo che mi ronzano attorno mentre scrivo e che confermano la mia non fretta nell'averne uno mio, l'aperitivo con i due Tomaso e il piacere di abbracci che odorano di anni felici, la lettura di ogni singolo oroscopo che prendetemi pure per il culo ma io ne ho bisogno, la còccina genovese che ho ripreso in maniera estrema (e ci è voluto poco) e tutte le volte che ho pensato "dio, se mai un giorno sarò parte di una coppia, fa che non sia una cagacazzi del genere ".

una serata che si è trasformata in una collezione di foto da Una notte da leoni, gli anelli che mi sono regalata e il braccialetto che dice solo cose positive, i tramonti colorati dietro gli alberi delle barche, lo stupore di vedersi truccata come cristo comanda e una notte di Natale davvero sorprendente, di quelle notti che vorresti non finissero mai, anche solo per le parole e la musica e le confessioni e le carezze. e i baci. 

io, che sono nella mia città, felice. 

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