domenica 15 marzo 2020

siamo sempre più vicini, anche se lontani

chi mi conosce lo sa, non sono da gesti eclatanti soprattutto se di massa. 
sono però da gesti non da me se servono a far sentire le persone più vicine in un momento di disorientamento, angoscia, paura e solitudine. 

ho acceso la luce, senza sapermi cosa aspettare ma tre settimane in casa da sola, 
oltre a farmi dare il buongiorno alla tazza del cesso la mattina (che per ora, grazie a dio, fa la maleducata e non mi risponde) mi hanno fatto pensare "vediamo cosa succede". 

è successo che le luci erano tante e le parole molte.

parole urlate da sconosciuti che gridavano dai, che ce la facciamo, non mollate e forza Italia. 
parole urlate dalle finestre di una città notoriamente chiusa, abitata da gente stupenda ma tutto fuorché predisposta alla socializzazione tra estranei. 
parole urlate gratuitamente per incoraggiarsi e incoraggiare. 

grazie sconosciuti che vivono a Genova, 
le vostre parole fanno sentire tutti meno soli, magari con un groppo in gola che però è liberatorio.

andrà tutto bene perché siamo sempre più vicini, 
anche se lontani. 

ps: nel silenzio della sera interrotto dalle sirene, gli unici che sono riusciti a rompere i coglioni eravate voi, maledetti gabbiani di merda. perdio, come vi odio.  

pps: mamma, si è rotto un faro sul terrazzo. 
giuro che non sono stata io, non si è proprio mai acceso. poi lo ripariamo. 




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