martedì 22 luglio 2014

il grande bluff

il bluff è un atteggiamento tenuto da un giocatore durante una partita, un gioco o una competizione tendente a indurre in errore l'avversario impedendogli di capire quale sia la propria situazione di gioco. 

si bluffa solo a poker? non credo. 

bluffiamo quando ci mettiamo sempre i tacchi le prime volte che usciamo con un uomo, 
quando ci mostriamo truccate anche la mattina
e quando abbiamo un valido e interessante argomento di conversazione che non contempli parolacce. 

bluffiamo quando ingigantiamo esperienze e pezzi di vita per colpire l’interlocutore, 
quando liquidiamo la fine di un amore con un semplice, quanto bugiardo, no ma io sto bene 
e quando mandiamo un messaggio generico a un ex senza dirgli che gli scriviamo perché ci manca, lo vogliamo ancora o semplicemente perché è stato un idiota. 

bluffiamo quando mettiamo su Facebook solo le nostre immagini migliori, 
quando confermiamo al capo di aver già fatto una cosa che non ci ricordavamo di dover fare
e quando dimostriamo entusiasmo per un regalo che ci fa cagare. 

fingere di avere carte migliori di quelle che si hanno, nel poker si chiama bluff puro, vuole indurre l’avversario ad abbandonare la mano. 
fingere di essere migliori, nella vita vera, vuole indurre gli altri a volerci bene, a farci rispettare o, a volte, ad amarci. 

bluffiamo quando pur avendo la certezza di stare molto bene vestiti in un certo modo rispondiamo “non è vero” a un complimento, 
quando pur essendo molto preparati a un esame ci agitiamo esattamente come chi non sa un cazzo solo per scaramanzia
e quando facciamo finta di essere dispiaciuti per qualcosa di cui non ci frega un bel niente.

bluffiamo quando reputiamo di avere brillanti argomenti in una discussione e li dosiamo poco a poco solo per dare più lucentezza alla nostra aurea (così vogliamo credere), 
quando fingiamo di stare male perché abbiamo scelto di non far evolvere un’amicizia in amore, fatto che in realtà ci libera da un peso
e quando dopo aver perso 10 kg per una dieta restrittiva sosteniamo di doverne perdere ancora. 

bluffiamo quando ci riempiamo la bocca di difetti verso noi stessi per giustificare la nostra vigliaccheria nei confronti di qualcuno, 
quando ci fingiamo mortificati perché non siamo stati capaci di dire cose importanti guardando una persona negli occhi
e quando ci scappa un singhiozzo salutando un amore che se ne va senza avere il coraggio di corrergli dietro o dargli almeno la chance di farci odiare dicendo la verità. 

fingere di avere carte deboli, nel poker si chiama slow play o bluff passivo, permette al giocatore di aumentare di valore il piatto per poter riscuotere di più a fine mano. 
fingere di essere più deboli, nella vita vera, permette a chi lo fa di ricevere un valore che, in alcune circostanze, non meriterebbe affatto. 

come tutti, nonostante abbia cercato di evitarlo, anche io ho bluffato; 
come tutti, nonostante non abbia mai giocato a poker sul serio, anche io ho avuto a che fare con bluffatori. 

il gioco è anche bluff, la vità è anche gioco, il bluff è anche vita. 

è per la voglia di vincere, per sembrare meglio di quello che siamo o per non prenderci né colpe né responsabilità quando siamo peggio di quello che credevamo? 

cercando informazioni in merito (su wikipedia, niente meno) ho scoperto che c’è un altro tipo di bluff che credo simboleggi perfettamente come sono io. 

avere carte deboli ma continuare a puntare per un progetto di..., nel poker si chiama semibluff, dà la possibilità a un giocatore di migliorare la mano sino a renderla dominante. 

avere un sogno, ma anche due o tre, che non vogliamo mollare nonostante a volte sembri irrealizzabile, nella vita vera, è la cosa migliore che possa capitare. 

a costo di perdere qualche mano. 



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