giovedì 14 marzo 2013

rido ergo sum

io rido. tantissimo. 

dicono che quando ero piccola, qualsiasi ora fosse, 
bastava chiamarmi mentre dormivo e prima ancora di aprire gli occhi sorridevo già:
penso di non avere più smesso da allora. 

ridevo quando volevano farmi le foto perché avevo perso i denti,  
quando mangiavo il pesto e poi alitavo sulla faccia di papà, 
quando guardavo Holly e Benjy ed ero pazza di Mark Lenders. 

ridevo quando alle elementari il mio fidanzatino mi disegnava i cuori sul banco, 
quando giocavo a ce l'hai,
quando mi sono travestita da bambina pon pon per andare a sostenere i miei compagni di classe al torneo Ravano. 

ridevo quando andavo a sciare con i miei amici e pranzavamo alle 11,15 perché così trovavamo posto, 
quando Bibi veniva sgridato perché mi aveva fatto un dispetto, 
quando Nucs era piccolo e rideva così tanto per piccole cose da diventare contagioso. 

ridevo allo stadio, quando se ci assegnavano un rigore ero felice perché potevo prepararmi ad esultare e non perdermi il goal, 
quando cadevo per strada e dopo aver quantificato la figuara di merda mi piallavo in faccia un sorriso per sembrare meno scema e più simpatica, 
quando lo zio Fede mi faceva fare i salti del professore matto. 

ridevo quando chiamavo la radio per dedicare una canzone (per lo più di Massimo Di Cataldo) a un ragazzino che mi piaceva, 
quando a scuola dicevo qualche battuta idiota e facevo ridere gli altri, 
quando mi hanno levato il gesso e mi sono sentita più leggera. 

rido ancora, e molto spesso. 

rido quando passo i sabato pomeriggio in baita a parlare con le mie amiche, 
quando ripenso a certe serate degli anni di università, 
quando mi vengono in mente le cose irripetibili dette nelle due vacanze di addio al nubilato. 

rido quando discuto con qualcuno e in questo modo lo faccio innervosire, 
quando sussurro ma vaffanculo, perché il sorriso rafforza la parola, 
quando mi dicono che sono stata brava in qualche cosa. 

rido, per non piangere, quando ripenso a un momento imbarazzante di una "sera prima"
quando mi viene fatto un complimento, che non è che sia così brava ad accettarne, 
quando devo fare un regalo a qualcuno a cui voglio bene, 
quando penso a qualcosa di bello. 

ho riso così forte questa notte che mi sono svegliata da sola: ho sognato papà che andava avanti e indietro per il soggiorno mentre alla tv davano Sampdoria-genoa. 

mi sono riaddormentata sorridendo. 

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