sono passati 91 giorni da quando mi sono svegliata a casa, quella vera,
convinta di farmi una settimana o due di comodo smart working senza colpo ferire.
91 giorni di eventi, compleanni e regali,
di andrà tutto bene, di assurde vicinanze e di telefonate intense,
di pensieri contorti, ritmi trasformati e nuovi valori.
91 giorni di mancanze, silenzi e assenze,
di presenze, persone costanti e sorrisi,
di non voler svegliarsi perché se dormo non sento le notizie, di mangiare più pasta che mi è sempre mancata e di fuori c'è il sole e magari mi abbronzo.
91 giorni di intolleranza, emozioni e rabbia
di nuove speranze, nuovi insegnamenti e nuove regole,
di nervosismo verso il prossimo, di bisogno di routine e di Bergamo nel cuore.
91 giorni di caffè isolati, pranzi muti e pause sigaretta solitarie,
di video chiamate, di riunioni frizzate e di brief da lontano,
di non scegliere come vestirmi, forse solo se truccarmi e caso mai sotto sto in pigiama.
91 giorni di pensieri, futuro e incertezza,
di camminate limitate, spese eterne e obblighi inconsueti,
di piccoli essere deliziosi che portano gioia con un grido, di gesti soffici dati e ricevuti, di consapevolezza di essere fortunata.
91 giorni di scatti, scritti e canti,
di sonni tormentati, aperitivi riusciti e uova poché a pioggia,
di cambiamenti forti, di abbronzature da muratore e di poter contare su molte persone.
91 giorni a capire ancora di più che l'amore è amore,
come del resto ho sempre sospettato.
91 giorni che hanno cambiato per sempre quello che eravamo prima.
però il Negroni ha lo stesso sapore di sempre:
allora chissà... magari anche il dopo non sarà poi così male.
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