venerdì 2 novembre 2012

la memoria non fa selezione

c'è stato un momento della mia vita in cui volevo eliminare alcuni ricordi, 
prenderli, inscatolarli e spedirli in un mondo lontano. 

poi però ho capito che i ricordi ci formano, non fanno male,
sono solo il passato che torna per farci capire come abbiamo fatto a diventare quello che siamo. 

basta il profumo del balsamo al cocco per tornare alle Estati passate a Sori, 
il caldo del vapore in bagno per essere la bambina che guardava papà farsi la barba, 
la sensazione del Sole che mi scotta le guance per sentire il bruciore di uno schiaffo dato da Ste. 

basta entrare in una casa che sa di minestrone per essere all'asilo con il mio grembiule rosso,
una canzone dei cartoni animati per cantare interi lp di Cristina D'Avena, 
andare in cartoleria per essere in prima elementare con la mia scout viola
e sentire il valzer del Danubio blu per pensare a quando l'ho ballato con papà ai miei 18 anni. 

basta sentire l'odore dei funghi per ricordarmi quella volta che sono stata malissimo, 
un bacio per ricordare il primo che ho dato, 
il sorriso di Cruciani per ricordare quello stronzo del mio ex.

basta prendere un aereo per tornare al mio battesimo dell'aria, 
l'ansia per qualcosa a ricordarmi la maturità, 
cucinare un piatto per essere di nuovo quella che voleva fare una bella impressione a qualcuno. 

basta il profumo forte delle spezie per essere a Gerusalemme nella via crucis, 
il caldo del cuscino per farmi accarezzare dalla nonna, 
guardare la foto di quella eroina della mia macchina per pensare alla telefonata del nonno Franco che mi diceva di andare a sceglierne una. 

basta vedere le mani macchiate dal tempo per pensare a Johnnie che mi rimproverava per la mia lentezza mentre facevo colazione, 
una puntura di zanzara per tornare al mio esilio durante la varicella, 
il profumo di neve in città per essere di nuovo a sciare con i miei amici. 

basta la puzza di pipì per camminare nei vicoli di Genova, 
quella della benzina per essere di nuovo in motorino a scorrazzare nella campagna bassopiemontese, 
un bicchiere di Amarone per trovarmi  di nuovo sola a capodanno. 

basta sentire una canzone di Bryan Adams per farmi essere di nuovo sul palco con lui, 
il rumore di un' Harley Davidson per tornate in terza media quando Ale è venuto a prendermi, 
una patatina fritta per essere quella quattordicenne che non si nutriva d'altro nella pessima mensa di Canterbury. 

basta ogni abbraccio della mamma per farmi pensare a quello più importante della mia vita il 16 giungo 2004, 
assaggiare il tiramisù di qualcuno per tornare agli anni dell' Università,
l'odore dell'erba bagnata per essere di nuovo a Villa Carolina 
e basta una foto delle mie amiche per tornare con loro in uno dei nostri momenti qualsiasi. 

basta ascoltare una canzone per sprofondare di nuovo in quel momento in cui mi sentivo così vuota, 
sentire i tacchi di qualcuno che camminano sopra la mia testa per avere paura, 
mangiare il pesto per essere subito a casa 
e la puzza di bruciato per essere la bambina che dice candidamente "voglio morire con i miei genitori".

basta un negroni sbagliato per essere al bar del Cembalo, 
una serata con i miei fratelli per tornare a quando eravamo vestiti uguali, 
una partita in tv per essere ancora una volta nella Sud
e basta una giornata di pioggia a ricordarmi le alluvioni di Genova. 

ricordo anche un sacco di cose inutili,  
tipo il telefono di tutte le case in cui ho vissuto, 
il compleanno di persone che non vedo mai,
o che la battaglia di Lepanto é stata il 7 ottobre del 1571. 

perché mi piace ricordare? perché io sono fatta anche di ricordi, 
di tutti i ricordi, persino quelli più brutti o dolorosi o sconvenienti. 

tutti i ricordi nascondono un attimo di felicità, 
ed è grazie a loro che so riconoscerla.


Nessun commento:

Posta un commento