mercoledì 27 febbraio 2013

i lividi hanno i colori dell'arcobaleno. o quasi

c'è chi porta gli occhiali,
chi non finisce la giornata senza almeno una birra,
chi asciuga i piatti subito dopo averli lavati
e chi cade.

ecco, io cado. 

capisco non sia una bella abitudine, ma non ci posso fare niente...
del resto non si può scegliere proprio tutto. 

sono caduta quando mi sono buttata giù dal letto per ben due notti di fila,
quando ho accompagnato papà sul campo da golf e di me sono rimaste due bottiglie d'acqua che rotolavano dalla collina,
quando per seguire il ragazzino che mi piaceva facevo le scale di corsa e mi sdraiavo al suo cospetto.

sono caduta dallo scivolo per colpa di un'indole surfista, e il rumore della mia testa sul cemento lo ricordo ancora,
da cavallo, provocandomi frattura e umiliazione,
sugli sci, rischiando di deturpare il mio viso per sempre.

sono caduta dopo un gol segnato in un derby, 
quando pogavo all'Underground, 
quando il mio amico mi ha fatto cadere mentre andavo con i rollerblade. 


sono caduta andando a sbattere contro un cartello pubblicitario con il motorino,
scivolando sul legno sbagliato quando andavo a correre,
inciampando per strada mentre mi specchiavo in una vetrina.


poi sono caduta ancora. 

sono caduta quando non mi sentivo all'altezza,
quando prendevo 3 di matematica,
quando nascondevo la vergognosa pagella alla mamma.

sono caduta quando ho cambiato città e scuola,
quando ho dovuto affrontare un dolore,
quando la paura condizionava la mia vita.

sono caduta per colpa di un uomo,
una promessa mai mantenuta
e un sogno chiuso nel cassetto di un mobile buttato via in un trasloco.

forse essere caduta così spesso mi ha insegnato a rialzarmi sempre con un sorriso. 

che poi tanto il cuore non si rompe mai
ché se no avrebbero già inventato un gesso pure per lui, 
e i lividi dopo un po' passano, 
perdendo i loro colori strani e diventando solo il ricordo di una botta passata. 

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